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Grafica e informazione

"L'Adige" in full color: pur con qualche difetto, ha una marcia in più. Problemi all'orizzonte del concorrente "Trentino".

L’Adige full color, 56 pagine tutte a colori, indubbiamente indica un grosso sforzo imprenditoriale: a questo era esplicitamente tesa, fin dall’avvio, la direzione di Pierangelo Giovannetti, scelto dalla proprietà con tale mission. A poco più di un anno dall’esplicitazione del progetto, una nuova super-rotativa è stata montata a Spini di Gardoo e il giornale rinnovato è in edicola. Con quali risultati?

Diciamo subito che il colore è solo uno degli elementi in gioco: all’interno di una ridefinizione complessiva del modo di presentare le notizie. Quindi nuova grafica, accorciamento degli articoli, loro spezzettamento in più parti, largo uso di box, tabelle, elementi grafici. Ne escono pagine molto più mosse, anche troppo: indubbiamente accattivanti all’occhio, anche se a volte il lettore può rimanere sconcertato dalla quantità di input che riceve, una finestrella a destra, una sotto, il grafico, le schedine... si rischia di non sapere da dove diavolo iniziare. Ma forse sono solo difetti di gioventù: del giornale che deve imparare a padroneggiare la nuova impostazione; del lettore che deve abituarsi a nuovi schemi.

"Il nostro obiettivo è proprio quello di rendere le nostre pagine più chiare, più leggibili – ci dice il direttore Giovannetti – Lavorando sulla notizia, in maniera da presentarla con più cura".

Il colore aiuta. Anche se fino a un certo punto; a noi le tonalità pastello sembrano un po’ smortine, "vogliamo fare un giornale tranquillizzante, per queste abbiamo scelto colori tenui" è stato detto nella presentazione. Forse si fa di necessità virtù, la qualità non eccelsa della carta da quotidiano permette solo certi risultati; "Non è vero, ci sono quotidiani nazionali ed esteri che riescono a stampare con colori più brillanti – ci assicura Giovannetti – La nostra idea è di fare, anche attraverso il colore, un giornale sereno, non urlato". (Cosa tutta poi da verificare sui contenuti.
 

Il direttore de L'Adige Pierangelo Giovanetti

Per ora registriamo come il 6 febbraio, sotto il titolo "Abusi sui ragazzi, c’è il video" sulla storiaccia di Terlago, a controbilanciarne l’effetto ci sia una bella immagine di una bambina felice, "Per il Carnevale chiusura in grande stile".)

Infine l’informazione: sembra aumentata in quantità. C’è spesso in pagina una colonna di spalla, con una serie di "brevi", notizie in pillole, dai quartieri o dai paesi. Il che, per il nuovo lettore, può essere elemento di confusione, aggravato dai caratteri piccoli ("ma sulla scorta delle indicazioni dei lettori stiam o lavorando per aumentare la leggibilità"): ma contemporaneamente dà l’idea di una grande ricchezza di informazioni, di un cospicuo lavoro sul territorio.

In conclusione L’Adige ha fatto un notevole passo avanti. Secondo noi ha decisamente distanziato il concorrente Trentino: che già prima soffriva di una grafica non adeguata, ora rischia seriamente di apparire un mezzo ormai datato.

Vedremo se saprà rispondere.