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L’esodo dopo la catastrofe

Parliamo ancora dell’Udeur. Ma è l’ultima volta: promesso.

Il più limpido, in fin dei conti, è stato il nostro Carmelo Lentino, già factotum dell’Udeur regionale e tante volte irriso su queste pagine.

Oddio, non è che il suo agire sia stato proprio immune da possibili sospetti. Vediamo un po’. Il governo Prodi cade il 24 gennaio e quindici giorni più tardi apprendiamo che proprio lui è stato nominato nuovo commissario regionale dell’Udeur, dopo le dimissioni di Giuseppe Bornacin, indignato per il voltafaccia di Mastella; sul quale, invece, Lentino non trova nulla da ridire.

Clemente Mastella a riposo.

Poi, com’è noto, a Roma comincia la trattativa di Mastella per imbarcarsi con qualcuno (Berlusconi, Casini, va bene chiunque...), poiché, con questa legge elettorale, il partito, se corre da solo, è destinato al disastro. Ma contrariamente alle aspettative, nessuno lo vuole più.

Insomma, la nave affonda, e un Lentino "amareggiato" (così lo descrive l’Adige), se ne va, seguendo l’esempio di tanti compagni di partito più titolati.

Quali le ragioni ufficiali? "Il progetto politico dell’Udeur si è polverizzato... Ho sempre creduto a un progetto politico che potesse far rinascere un centro democratico... Ma oggi la situazione è cambiata".

Ma come? Proprio adesso che Rosa Bianca e Udc stanno ricostituendo una specie di nuova DC? Siamo sicuri che c’entrino i famosi valori e non qualcosa d’altro?

Quali sono le specificità dell’Udeur che rendono questo partito imprescindibile per la creazione di un polo di centro?

O detta più semplice: quale seria ragione giustifica la sua esistenza?

Al di là dei processi alle intenzioni, però, almeno Lentino non si dedica al cannibalismo, come invece fanno gli illustri pretoriani del gran capo.

Cominciamo con l’on. Pasquale Giuditta, cognato di Mastella, che sul Corriere del Mezzogiorno del 10 marzo dichiara: "Lui è stato rovinato dalla moglie! La [cui] candidatura alla Regione è stata letta come un fatto familiare e non come la naturale fine di un percorso politico. E alla fine lo ha rovinato; ma la cosa era cominciata già qualche anno prima, quando la moglie ha deciso di fare politica. Lì è cominciato lo sgretolamento. Alla fine Clemente è stato rovinato dalla moglie e da qualche altro parente".

Passano due giorni e un altro deputato Udeur, Antonio Satta, si scatena a sua volta: "Mastella ha fallito, ha fatto cancellare il partito dalla storia italiana, si deve dimettere". E poi va sul concreto, diffidando il boss dall’usare i fondi del finanziamento pubblico.

Lo segue a ruota il numero due del partito, Mauro Fabris, che sta vivendo tragicamente la vicenda: "L’azzeramento dell’Udeur è un disastro che non ha precedenti nella politica mondiale. Serve un’autocritica". Da parte di Mastella, naturalmente, che ha condotto male le trattative. Secondo Fabris, il patto con Berlusconi era quasi fatto e prevedeva l’elezione di 10 deputati dell’Udeur. Ma a quel punto "Mastella avanza richieste inaccettabili: inserire in lista la moglie Sandra o il figlio, per forza uno dei due. Ovviamente, ci rispondono picche e Mastella manda tutti a quel paese lasciandoci letteralmente a piedi".

Insomma, finché il maschio dominante saltava di qua e di là senz’altro motivo che non fosse la conservazione di un po’ di territorio per il branco, erano tutti d’accordo, ma quando non è più stato in grado di assicurare il cibo, ecco l’indignazione, la rivolta.

E lui?   "E’ deluso, furioso: ‘Che squallore! - commenta - Invece di essermi grati per aver fatto i parlamentari per due anni, eccoli che danno uno spettacolo indegno".

E dal suo punto di vista – considerando cioè l’autentica ragione sociale dell’Udeur- ha perfino ragione.

Quindi, coerentemente, si rammarica, e su Repubblica del 14 marzo recrimina: "Oggi come oggi, prima di far cadere il governo Prodi, ci penserei due volte sopra, anzi dieci volte". E impreca al destino iniquo: "Sono stato trattato come una sorta di appestato, mentre Dini e Scalera si sono candidati con il Pdl".

Ormai, niente più prime pagine di giornale, interviste da Vespa, apparizioni al Bagaglino a farsi tirare torte in faccia e a ballare con Aida Yespica mezza nuda. Al massimo, qualche exploit su You Tube: ma bisogna che le spari grosse.