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La collina, la Procura, l’assessore

Il marcio in Comune: la Giunta - forse - prepara norme per fermare gli scempi, in linea con le nostre denunce. Vedremo. Intanto la Procura...

La Giunta comunale di Trento ha esaminato la cosiddetta "variante della collina" presentata dall’assessore all’urbanistica Andreatta. Ci riserviamo di esaminare attentamente il documento; per ora possiamo dire che, se esso rispecchia senza trucchetti quanto fatto filtrare, è una risposta seria alla nostra denuncia sul "marcio in Comune". Infatti il documento accetterebbe senza ulteriori esitazioni i dettati dell’allegato 5 rispetto all’edificazione in collina; anzi, abbasserebbe le altezze massime (a 10,50 e 9,50 metri) e le cubature (del 20%); e introddurrebbe un vincolo di 4 metri e mezzo di larghezza nelle strade di accesso.

Questi sono i punti su cui, da oltre un anno, abbiamo avviato una campagna stampa contro l’andazzo nel Comune di Trento. Sarebbe un’effettiva e significativa inversione di tendenza, rispetto a quanto cocciutamente praticato dal Comune in questi mesi.

Inversione tardiva, si poteva fare prima e nel frattempo alcuni buoi sono senz’altro scappati (cioè i costruttori hanno presentato progetti secondo le vecchie norme) come dice il consigliere Filippin (Lega).

Vero, ma sempre meglio tardi che mai; e comunque ricordiamo che, prima che gruppi di cittadini della collina protestassero e adissero le vie giudiziarie, e prima della nostra campagna stampa, non si costruiva secondo le vecchie norme, bensì seguendo incredibili interpretazioni ed omissioni che autorizzavano edifici alti 14 metri dove potevano essere alti solo 10. Insomma, il faro che abbiamo acceso, la denuncia sui mostri in collina, ha scoperchiato il verminaio: verificheremo se i provvedimenti ora presi sono in linea con le dichiarazioni e le aspettative della città.

Contemporaneamente registriamo l’iniziativa della Procura della Repubblica, che ha iscritto nel registro degli indagati proprio l’assessore all’urbanistica Alessandro Andreatta per il caso Auto In, ipotizzando il reato di truffa.

Ricordiamo per sommi capi la vicenda. La concessionaria Renault Auto In, dovendo trovare una nuova sede, avrebbe acquistato un terreno di proprietà di Trentino Servizi, e vincolato a terreno agricolo, su suggerimento dell’assessore, che avrebbe garantito la revoca del vincolo. Andreatta effettivamente portò in Consiglio comunale il provvedimento, che però gli fu bocciato; e Auto In si ritrova ad aver acquistato (a prezzo intermedio tra quello del terreno agricolo e del terreno commerciale) un lotto inutilizzabile.

Come abbiamo già in passato scritto riteniamo il caso un classico pasticcio di Andreatta, proteso non tanto a tutelare le regole, ma ad accontentare gli interessi di questo o quello; e magari ottenendo alla fine il risultato opposto. Proprio per questo non vediamo nel caso in questione dove possa essere il dolo e dove la truffa: Andreatta avrebbe deliberatamente ingannato Auto In per far incamerare un prezzo indebito a Trentino Servizi? Sarebbe quindi un assessore iper-statalista che truffa il privato per far guadagnare il pubblico? Ma per favore...

E’ facile quindi ipotizzare che tutto si risolva in una bolla di sapone, e Andreatta ne esca pulito, vergine e con l’aureola del martire.

E a questo punto non capiamo la Procura della Repubblica. Che si è ritrovata tra le mani, attraverso i nostri articoli da noi e da altri segnalati, attraverso esposti dei cittadini, un’ampia documentazione su ben più gravi, reiterate e accertabili irregolarità commesse dagli uffici comunali facenti capo all’assessorato di Andreatta. E su questo fronte non si ha notizia di indagini, mentre ci si muove sull’innocuo caso di Auto In.

Questa Procura della Repubblica, che lascia dormire i casi scottanti e avvia invece rumorose indagini su quelli di scarsa consistenza, ci sta francamente sconcertando.