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Il caso Tremalzo

Con l’approvazione del "Progetto di sviluppo  della Conca di Tremalzo ", con adozione definitiva delle Varianti al    Piano Regolatore Comunale vengono respinte gran parte delle osservazioni espresse da molti cittadini ed associazioni e conseguentemente gravi pericoli permangono minacciosi sulla conca di Tremalzo.

Questi derivano in sintesi: 

- dal mancato rispetto del delicato equilibrio ambientale e dalla mancata salvaguardia dello straordinario interesse naturalistico della zona;

- dall’assenza di reali soluzioni ai problemi di approvvigionamento idrico, del fabbisogno energetico elettrico e termico, della depurazione fognaria e della raccolta dei rifiuti;

- dal ruolo secondario assegnato alla zootecnia, con invasione ad uso turistico-alberghiero di ampie aree ad essa destinate, senza tenere in debito conto il ruolo prioritario dell’agricoltura di montagna nella conservazione dell’ecosistema: si addossa addirittura il complesso alberghiero alla Malga di Tiarno di Sopra e si prevede irragionevolmente la costruzione di una nuova malga, con l’evidente intento di trasformare in seguito lo stallone e la casera ad uso turistico;

- dalla svendita della parte centrale, più pregiata, della conca di Tremalzo, con spostamento del vincolo di uso civico, esistente su questa, su un bosco privo di strada di accesso e di scarsissimo valore economico, con ciò dimostrando una preoccupante mancanza di attenzione verso gli interessi della collettività ed assieme una prepotente mancanza di pudore.

In realtà l’unico che si avvantaggia di tutto ciò è l’operatore immobiliare bresciano Domenico Alcide Leali, che riporta inalterati i suoi 48.000 mc edificabili.

Su 22 osservazioni presentate, solo due, di carattere particolare, sono state parzialmente accettate ; le altre 20 sono state respinte, con motivazioni per la gran parte evasive, riassumibili in un ripetuto ritornello: "La scelta dell’Amministrazione risulta incentrata su un rilancio della stazione non solo con la previsione di nuovi impianti di risalita, ma anche e soprattutto con un potenziamento significativo della ricettività e con una nuova aliquota di residenziale per ampliare l’offerta complessiva e sostenere la domanda turistica, passaggio essenziale per dare credibilità ad un rilancio turistico della zona. L’impostazione tecnica della variante appare ben equilibrata e con le modifiche introdotte in seconda adozione la sostenibilità e la tutela del territorio appare garantita ".

A questo punto teniamo a precisare che queste note non vengono espresse per spirito polemico, ma con intento di sincera collaborazione. Infatti, nella lunga storia della nostra associazione, più volte l’opposizione contro insensati progetti non è stata nell’immediato compresa, ma ripensata e condivisa successivamente dalla popolazione.

Ad esempio, in questo momento siamo convinti che tutta la popolazione della Valle di Ledro sarebbe contraria ad edificare in riva al lago ed a privatizzare le sue sponde, mentre anni fa si è sciaguratamente sacrificato questo ambiente di alto valore nel nome della valorizzazione e dello sviluppo.

Anche il lago d’Ampola, ora straordinario biotopo, era non molti anni fa discarica e collegamento stradale.

Purtroppo, oltre all’incombente "valorizzazione" della conca di Tremalzo, si devono registrare in Valle di Ledro altre iniziative non certo ambientalmente sostenibili, autorizzate a colpi di deroga, in difformità delle normative ambientali e urbanistiche e dell’interesse collettivo.

Per citarne alcune:

- il massiccio ampliamento dell’Hotel S.Carlo a Molina di Ledro presso l’area palafitticola, già costruzione abusiva condonata, in zona di rispetto del lago e della strada statale e di interesse archeologico;

- la segheria Zendri a Legos, frazione di Molina di Ledro, con grossi problemi di inquinamento e di transito nelle anguste strade del centro storico di Legos;

- il nuovo capannone della Ditta Mariani a Tiarno di Sopra (40.000 mc), approvato dalla Giunta Provinciale nonostante i pareri negativi delle Commissioni Urbanistiche, ed ancora i vecchi capannoni della Ditta Mariani e varie segherie sempre a Tiarno di Sopra;

- i campeggi di Molina e di Pieve di Ledro.

Sinceramente le deroghe provinciali e comunali concesse sembrano eccessive e travalicano sicuramente l’uso solo straordinario, lo spirito e le possibilità consentite da tale strumento.