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Inceneritore: qualche domanda al sindaco

ing. Paolo Mayr, Italia Nostra

Egregio Signor Sindaco di Trento, leggo sui giornali del 23 settembre la Sua puntigliosa difesa dell’inceneritore, pardon termovalorizzatore, con l’accusa al centrodestra di voler a puro scopo partitico alzare un polverone senza senso, lanciare idee alternative inattuabili, fare del terrorismo sulle scorie, ecc.

Poiché condivido, pur non essendo del centrodestra, molte delle loro tesi, Le sarei grato se si potesse riportare la discussione su un piano politico, non partitico, di politica vera, guidata da criteri di razionalità, di logica, di sincerità, di lungimiranza e di difesa degli interessi collettivi. Espongo quindi alcune considerazioni sintetiche, nell’attesa di una Sua puntuale risposta.

I risultati raggiunti nella raccolta differenziata e nella riduzione dei rifiuti sono stati molto superiori alle previsioni e l’andamento, sia nelle valli che in città, presenta sviluppi molto positivi. Perché allora, prima della pubblicazione del bando di gara per l’inceneritore, non si procede all’aggiornamento del Piano Provinciale di smaltimento dei rifiuti? Ciò permetterebbe di spendere meno e di aggiustare meglio il tiro. Perché si insiste a voler indire il bando? Sono già intercorsi accordi economici?

Permetta poi queste altre domande. Dove funziona un inceneritore cresce o cala la percentuale di raccolta differenziata, cresce o cala la quantità di rifiuti, aumentano o diminuiscono i costi per l’utente, cresce o cala la dimensione dell’impianto? A noi consta che i risultati siano purtroppo deludenti: la differenziata non si muove, i rifiuti aumentano, come pure i costi, e cresce la dimensione dell’impianto (vedi l’inceneritore di Brescia, da 250.000 a 750.000 tonnellate all’anno).

A proposito dei costi, è a conoscenza di amare esperienze in Germania a causa dell’affidamento a privati della gestione dei rifiuti? Ha valutato che, passando ad alti valori di differenziata e recuperando quindi l’energia delle materie prime riciclate, si salva una quantità di energia comparabile con quella ottenuta dalla combustione? L’inceneritore quindi non si può definire un termovalorizzatore.

Visto che Lei considera quale principio fondamentale la non esportazione di rifiuti, dove li mettiamo allora i rifiuti speciali e la frazione organica che rappresenta circa il 30% del totale? Questo sì che è un problema ineludibile, per il quale vi sarebbe un accordo politico trasversale, e la zona di Ischia Podetti, da decenni destinata ai rifiuti, si presterebbe benissimo ad ospitare un grande impianto di compostaggio, da realizzare in modo più serio degli infelici tentativi passati, a tenuta stagna, in depressione, come sono gli impianti veneti, in primis quello di Fusina presso Venezia, non percepibile olfattivamente a 50 m. di distanza.

Si afferma che sono stati fatti passi da gigante nell’abbattimento dei fumi, e allora perché si ipotizza un camino in roccia alto circa. 900 m. per diffondere su tutto il Trentino i benefici vapori di acqua di Colonia?