La natura
Benché quelli dei contigui Kenya e Tanzania ne oscurino un po’ la
fama, i parchi ugandesi non hanno nulla da invidiare ai loro vicini,
anzi possono in alcuni casi offrire qualcosa di più.
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La UWA (Uganda Wildlife Authority www.uwa.or.ug) amministra una rete di dieci parchi nazionali e svariate riserve, tra cui vi sono ambienti davvero spettacolari. Basti dire che in Uganda ci sono due catene montuose, la Mount Elgon a est che supera i 4.000 m. di altitudine e la Rwenzori nel sud-ovest che arriva a più di 5.150 m. e ospita ghiacciai e nevai perenni. Entrambe questi rilievi sono parchi nazionali. Il parco di Bwindi, ai confini tra Congo e Rwanda, è forse il più famoso, perché ospita una delle due ultime popolazioni al mondo di gorilla di montagna. Gli scimpanzè si possono invece osservare nel Kibale National Park, sempre nel sud-ovest del Paese, che dal punto di vista naturalistico è la regione più ricca.
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Una visita la merita senz’altro anche il Murchison Falls National Park, nel nord-ovest, il più vasto dei parchi ugandes,i che ospita una cascata assolutamente eccezionale. L’acqua, compressa in una gola alta e stretta, schiuma a valle fragorosamente tra nuvole di umidità impalpabile e arcobaleni delicati e cangianti.
Sempre qui, una gita in barca sul Nilo Vittoria vi consentirà di osservare da vicino e in assoluta sicurezza ippopotami, antilopi, bufali, elefanti, scimmie e un’infinità di coccodrilli e varani acquattati tra le acque basse e le sabbiose rive del fiume. Non dimenticate il binocolo, strumento che vi permetterà di osservare una moltitudine di uccelli e farfalle insoliti e multicolori, che altrimenti lo sguardo faticherebbe a catturare.
Qualche curiosità
Mzungu è una delle prime parole che i bianchi di passaggio imparano in Uganda. Ogni bambino e molti adulti la gridano al nostro passaggio, ma non è un’offesa, significa semplicemente uomo bianco e spesso viene usata per attirare l’attenzione del bianco di passaggio che, specie nelle zone rurali, è ancora una curiosità rara.
Le cavallette sono una leccornia per molte delle etnie ugandesi.Le donne tradizionalmente non ne mangiano, ma le catturano per i loro mariti, i quali, se gradiscono l’omaggio, sono tenuti a ricambiare il dono con un capo di abbigliamento. Oggi le cavallette fritte, preparate senza le zampe, si trovano spesso anche all’ingresso dei mercati, dove vengono vendute a caro prezzo come stuzzichini prima di pranzo.
La stretta di mano ugandese prevede tre mosse vigorose l’una di seguito all’altra: una prima stretta come si usa da noi, una seconda in cui le dita stringono i polsi e una terza che ripete la prima. Evitare questo cerimoniale, o non seguirlo con entusiasmo e giovialità, è estremamente scortese e significa che non gradiamo di fare la conoscenza della persona che abbiamo davanti.