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Musica cenerentola

Alberto Petrolli

E così anche quest’anno, agli esami di Stato, agli studenti sono stati richiesti i poeti - Dante, Leopardi, Carducci, Pascoli, D’Annunzio, Montale, Quasimodo - e non i musicisti - Rossini, Bellini, Donizetti, Verdi, Puccini, Giordano e così via, perché non studiati, essendo la musica "effettiva" quasi bandita dai programmi scolastici. Eppure, finite le scuole, le poesie ed anche i romanzi, come letteratura non appartengono quasi più alla vita pubblica, restando solo nei ricordi mnemonici e nella solitudine delle pur rarissime letture personali, in qualche recital di cenacoli poetici in cui però si preferiscono le nuove produzioni con autori declamanti, e nella fama della toponomastica.

Non sono perciò quasi mai, o in modo irrilevante, le poesie recitate in sale, auditorium, teatro, radio, dischi e tivù, mentre la musica si esplicita sempre ed ovunque in un modo grandioso ed incessante. Quindi i giovani, imparano come ridere le canzonette da soli, ma quando potranno apprendere (e godere) in proprio, personalmente, la musica classica, lirica, sinfonica, corale, eccelsa perché universalmente eseguita e rappresentata, non conoscendo confini, presso tutti i popoli, facendo spettacolo in diretta, incisa e via etere? Solo una piccola parte apprende e pratica la musica fin dalla gioventù in scuole musicali, cori e bande.

Si dovrebbe pertanto capirne l’enorme importanza educativa e sociale, provvedendo finalmente in merito nelle programmazionididattichedelle scuole di ogni ordine e grado, Per una maggiore fruizione, diremo pure immensa, esistono i mezzi audiovisivi e le migliaia di teatri ed auditorium di tutto il mondo.

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