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Inceneritore: alchimie di palazzo

Simonetta Gabrielli

Gli esponenti diessini Sara Ferrari e Michelangelo Marchesi rivendicano sul n° 1 di Questotrentino (La città: vista da sinistra) di "aver evitato lo scempio proposto in prima istanza dalla Provincia (inceneritore da 330.000 tonnellate, ora dimezzato n.d.r.). Nell’ultimo documento abbiamo posto tutta una serie di condizioni molto stringenti: sull’analisi geologica del sito, sulla riduzione dei rifiuti, sul pretrattamento ante-incenerimento, su una commissione di controllo sulla gestione dell’impianto come della raccolta rifiuti. Ora la competenza in materia è pienamente del Comune: starà a noi far rispettare, fino in fondo, queste clausole".

Così continuando: "Non possiamo ignorare che una scelta va fatta. Non si può pensare di risolvere tutto con la raccolta differenziata, con i costi che comporta e le proteste per le tariffe sui rifiuti. Comunque non è una partita chiusa: per esempio ora il sindaco è in visita a un impianto a Parigi".

Il direttore, entrando nel merito di quel "dimezzamento", trascura di specificare che nel dimensionamento improvvisato dalla Provincia in prima battuta (è il datato approccio alla vendita del mercante di tappeti che spara alto per convincere della bontà delle vie di mezzo) era incluso il quantitativo delle ecoballe (70.000 tonn) e delle 10.000 tonn/anno dei fanghi. Ciò significa che quei numeri erano gonfiati ad arte, se così si può dire. Infatti si è passati, senza particolari traumi, ad un dimensionamento più "ragionevole" assestatosi sulle 250.000 tonn/anno circa (queste sono le reali potenzialità del progetto in itinere); dove starebbe allora il dimezzamento? Si vedano i numeri del documento conclusivo, delibera n° 2938 dd 10/12/04 della GP, del "Gruppo di lavoro istituzionale e paritetico".

Gli esponenti diessini, sostenitori dell’inceneritore provinciale, riportano alla cronaca le loro conquiste, condizioni addirittura "stringenti". Chissà che importanza abbia, ad esempio, l’"analisi geologica del sito", posto che non serve chissà quale analisi per stabilire che il sito di Ischia Podetti è assolutamente inadatto per ospitare qualunque impianto industriale (si vedranno le conclusioni dell’Unione europea quale autorevole istituzione super partes interpellata nel merito da Nimby trentino).

Gli stessi paladini di quei fantomatici obiettivi di riduzione dei rifiuti rimangono ancora stoicamente a difesa di quella loro incomprensibile contraddizione: ridurre - bruciare e viceversa. Palesemente insostenibile nella prospettiva di un impianto da 250.000 tonn/anno circa effettive: infatti il dimensionamento ultimo progettato è previsto in poco meno di 200.000 tonn/anno riferito però ad un rifiuto essiccato da bruciarsi su due linee con tecnologia a griglia (?).

E’ falso, inoltre, sostenere che la raccolta differenziata costi più dell’inceneritore. I dati scientifici ormai disponibili ovunque lo dimostrano inconfutabilmente (si vedano quelli di Federambiente). Si sorvola con imprudente leggerezza sul fatto che l’impianto di Ischia Podetti costerebbe tra i 150 e i 180 milioni di euro! E a carico di chi graverebbero questi costi? Probabilmente se i rappresentanti dei DS avessero partecipato ai numerosi incontri organizzati da Nimby trentino (ora con Coldiretti ed altre realtà dell’associazionismo), che hanno visto le numerose competenti presenze di personalità nazionali ed internazionali, avrebbero appreso qualcosa di meno dogmatico e non continuerebbero a sostenere falsità.

E che cosa risolverebbe la presenza di un inceneritore, sia esso con camino eretto o disteso, sia esso di ASM o di una società parigina? Forse darebbe sfogo alle esigenze di trarre profitti dalla merce rifiuto da parte di certa politica in perfetta intesa con quelle faziose degli industriali dell’incenerimento? Forse che fa più chic, in vista della campagna elettorale, recarsi in visita nella capitale francese, anziché in quella della leonessa? Garantirebbe forse a questi DS di salvare apparenze e (dis)equilibri in funzione della permanenza per un altro quinquennio dentro questa maggioranza? E’ il caso di ricordar loro che il Comune di Montebelluna (TV), 30.000 abitanti, è stato perso dalla Lega proprio a causa della prospettiva di un inutile inceneritore e che ora la cittadina è all’80% di raccolta differenziata e mira diritta allo Zero Waste?

Che ora le competenze passino al Comune sarebbe secondo gli esponenti diessini un’altra faticata conquista; mentre, a proposito dell’affermazione che "una scelta va fatta", va detto che qualsiasi atto di disobbedienza (si possono anche fare altre scelte) nei confronti delle volontà superiori rischierebbe di mettere seriamente in discussione la permanenza nella maggioranza di governo.

Ed ecco allora che ancora tutto è funzionale al mantenimento dei consensi e dei passeggeri equilibri. E la tutela della salute e del territorio è solo un mezzo per contrattare un posto al sole, magari all’ombra del camino a striscie gialle e blu di Ischia Podetti.

Simonetta Gabrielli
Nimby trentino