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Le battaglie di Morandini

Antonio Pedrotti

Leggo sull’Adige un articolo dal titolo: "Critica Morandini e perde il posto", relativo alla diatriba interna al Movimento per la Vita e le successive smentite del Direttivo. Comunque sia, il dott. Morandini, anziché sostenere battaglie integraliste per la vita, avrebbe fatto meglio, quando era assessore alla Sanità, a preoccuparsi della salute dei suoi dipendenti; ancor più perché chiamato in causa da un’interrogazione (l’ennesima) riguardante anomalie nell’attività ospedaliera, specie a Villa Igea.

Benché il nesso tra l’esposizione a radiazioni ed i tumori del personale non sia stato scientificamente provato, l’Adige ha acutamente osservato che dopo l’esposto del 2000 non s’è verificato alcun nuovo caso. Il tribunale ha comunque stabilito di indennizzare qualche denunciante "per aver lavorato in ambiente malsano" Chissà, forse era l’umidità che trasudava dai muri. D’altronde, abbiamo rilevato argomentazioni discutibili anche nel più eclatante caso del Petrolchimico di Marghera.

A chi tocca, resta il danno più le beffe, specie trovandosi di fronte ad una controparte danarosa e ben ammanicata.

L’assoluzione dei manager dell’Azienda sanitaria (non di altri imputati) mi trova d’accordo, poiché ritengo che i gravi danni al CTO, comprese le spese folli per i 160 letti di degenza, siano opera dell’amministrazione precedente, ben sostenuta politicamente e non indagata a suo tempo, benché oggetto di un mio esposto.

Il dott. Morandini, come assessore alla Sanità, dieci anni fa ignorò precise accuse alla gestione ospedaliera contenute in una interrogazione in Consiglio provinciale, facendo apparire nella risposta, come positiva una situazione deplorevole. Più recentemente, nell’imminenza elettorale, benché non più in carica, ha attuato un blitz con ampia risonanza mediatica alla casa di Man, dimostrando che "i pazienti vegetavano ed i letti non erano rifatti" ( ! ). Ha pure criticato il suo successore per aver abolito la gratuità di talune prestazioni sanitarie, dimenticando che il suo (ex?) partito ha lasciato in eredità una voragine di debiti. Se si vogliono sostenere certe battaglie, anziché indulgere all’opportunismo occorre esser coerenti e dire la verità (non mi dilungo in altri particolari in proposito), anche quando è scomoda.

Ancor più se si pretende di catechizzare la gente, magari – a suggello carismatico – predicando anche dal pulpito.

Dott. Antonio Pedrotti