Menù
Home
QT
Questotrentino
Mensile di informazione e approfondimento
Utente
Cerca

Palestina: gli effetti del Muro

Operazione Colomba

Il progetto del Muro di separazione ad Aboud (area di Ramallah) procede e diventa sempre più vicina la sua realizzazione.

Il villaggio di Aboud conta circa 2000 abitanti, metà dei quali sono palestinesi cristiani e l’altra metà musulmani. Con la costruzione del Muro di separazione le due comunità del villaggio verranno pesantemente penalizzate per sempre.

Oltre che dai 600 ettari di terreno che verranno espropriati, la comunità palestinese cristiana verrà inoltre separata dall’antica chiesa di Santa Barbara, costruita su quello che secondo la tradizione fu il luogo del suo martirio, distrutta dall’esercito israeliano nel 2002 e di recente ricostruita.

Per questo chiediamo a tutti quanti voi di attivarvi presso la vostra parrocchia/comunità ecclesiale - ma non solo - per raccogliere adesioni all’appello sottostante che Operazione Colomba, corpo civile di pace dell’Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII, sta promuovendo presso la Chiesa italiana.

Ogni vostra azione volta a pubblicizzare questo appello è utile.

L’appello: "Il 15 aprile 2005 alcuni rappresentanti del Ministero della Difesa israeliano hanno informato il Sindaco del villaggio di Aboud che circa 600 ettari di terra coltivata del villaggio verranno espropriati per la costruzione della barriera di separazione tra Cisgiordania e Stato d’Israele.

Secondo l’attuale progetto, la barriera porterà via al villaggio, oltre alle terre, la Chiesa Santuario di Santa Barbara, la vicina area archeologica con tombe giudaiche datate a più di 2000 anni fa e la cisterna dell’acqua. Tutto questo perchè la barriera verrà costruita a 6 chilometri dalla Linea Verde (limite tra lo Stato d’Israele e la Cisgiordania ) a ridosso del villaggio.

La maggior parte delle famiglie di Aboud sono cristiane, cattoliche ed ortodosse. Da tempo esse soffrono a causa del conflitto in atto e delle ripercussioni che esso ha nella loro vita quotidiana, come l’impossibilità di poter lavorare in Israele come era invece stato in passato.

Gran parte di loro possiede terre coltivate soprattutto ad olivo, nell’area che verrà confiscata.

Da tempo la comunità cristiana palestinese è in pericolo di sopravvivenza in Terra Santa; molti cristiani sono emigrati a causa della situazione economica peggiorata negli ultimi 5 anni a causa del conflitto. Tutti i giovani della popolazione di Aboud sono disoccupati, non possono sposarsi, non possono costruire casa. La realizzazione della barriera di separazione non farebbe altro che distruggere la già povera sussistenza agricola della comunità di Aboud, forzando così alla partenza moltissimi cristiani del villaggio con un ulteriore consistente calo della presenza cristiana in Terra Santa.

Per questo chiediamo, sentendoci fratelli nella comune paternità di Abramo, che la barriera di separazione non venga realizzata.

Capiamo le esigenze di sicurezza dello Stato d’Israele ma non vediamo nessuna relazione tra queste e il progetto di costruzione della barriera.

Vogliamo ricordare il Santo Padre Giovanni Paolo II, che molto fece per la convivenza tra tutti i figli di Dio ed in particolare con voi "nostri fratelli maggiori".

Invochiamo la benedizione del Padre sulle vostre decisioni".

Per scaricare materiale informativo e moduli per la raccolta delle firme, l’indirizzo è: www.operazionecolomba.org/aboud_petition.htm.

Articoli attinenti

In altri numeri:
Lettera dalla Palestina n° 2
Piergiorgio
Vita sotto occupazione
Sara Turra

Commenti (0)

Nessun commento.

Scrivi un commento

L'indirizzo e-mail non sarà pubblicato. Gli utenti registrati non devono inserire altre verifiche e possono modificare il proprio commento dopo averlo inserito.

Riporta il codice di 5 lettere minuscole scritto nell'immagine. Puoi generare un nuovo codice cliccando qui .

Attenzione: Questotrentino si riserva la facoltà di cancellare commenti inopportuni.