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Una biblioteca da salvare

Rodolfo Taiani

Si moltiplicano da più parti i segnali allarmanti di una chiusura della biblioteca dell’Istituto Regionale di Studi e Ricerca Sociale con sede a Trento. Non saremo certo i primi né gli ultimi a sottolineare l’estrema gravità di una simile decisione che trova riscontro nella sospensione degli acquisti di libri e periodici stranieri fin dal dicembre scorso e più di recente nella mozione approvata dal Consiglio della Facoltà di Sociologia dell’Università di Trento nella quale si manifesta la più viva preoccupazione per la sorte futura di un fondo librario di grande rilevanza per quanto ha significato e continua a significare rispetto alla ricerca scientifica e alla formazione di studenti e operatori sociali.

La Sezione Trentino-Alto Adige dell’Associazione italiana biblioteche si associa alla posizione assunta dalla Facoltà di Sociologia, poiché la paventata chiusura non solo comporterebbe il rischio di dispersione di tutti i libri pervenuti in tanti anni di paziente incremento delle raccolte, ma anche l’azzeramento di tutto ciò che una biblioteca in quanto tale è in grado di offrire come valore aggiunto alla propria utenza in termini di servizio, soprattutto in presenza sia di un’utenza reale che si rivolge direttamente allo sportello della biblioteca, sia di un’utenza per così dire virtuale, non certo meno numerosa, che con essa dialoga a distanza attraverso le altre biblioteche aderenti al medesimo sistema bibliotecario.

Nel chiedere la salvaguardia di questa struttura non si deve pertanto adottare la miope prospettiva che guarda solo alla tutela del patrimonio librario, sicuramente importante, ma alla preservazione di tutto l’insieme di informazioni, relazioni e competenze che costituiscono il vero patrimonio di qualsiasi biblioteca e che per propria finalità istitutiva genera al suo interno.

La semplice e diversa collocazione del patrimonio, pertanto, se da una parte potrebbe forse garantire la conservazione del fondo librario, dall’altra gli sottrarrebbe gran parte di quella vitalità e di quell’efficacia che solo la struttura di servizio bibliotecario cresciuto su di esso è in grado di garantirgli.

Credo non sia superfluo ricordare inoltre quanto altrettanto miope sarebbe quella visione che finisse per legare l’utilità di una simile biblioteca solo alla funzione di ricerca, ignorandone le enormi potenzialità in termini di formazione permanente degli adulti e di aggiornamento professionale degli operatori sociali, specie su temi e aree di intervento che si mostrano oggigiorno sempre più strategiche ai fini di uno sviluppo equilibrato e consapevole della società civile. Come non ricordare che la biblioteca è punto di riferimento per gli insegnanti, e in particolar modo di quelli di sostegno e di quelli che si occupano di intercultura?

La sezione Trentino-Alto Adige dell’Associazione italiana biblioteche che ho l’onore di presiedere condanna pertanto fermamente ogni progetto che muova nel senso di una chiusura di tale struttura e intende adoperarsi nelle sedi appropriate affinché l’attenzione più volte enunciata a parole nei confronti delle tematiche bibliotecarie trovi finalmente corrispondenza in questo come in altri casi in precise e conseguenti azioni.

In attesa di una risposta scritta che possa permettere di illustrare correttamente ai soci della nostra Sezione la posizione della sua amministrazione, colgo l’occasione per invitare il Presidente dell’Istituto Regionale di Studi e Ricerca Sociale ad un incontro in cui aprire un confronto aperto e leale sul tema.

Rodolfo Taiani, Presidente della Sezione Trentino-Alto Adige dell’Associazione italiana biblioteche