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QT n. 22, 22 dicembre 2006 Scheda

Dopo i Garanti i Responsabili?

L’on. Sandro Schmid era (assieme a don Maffeis, Donata Borgonovo Re e Antonio Rapanà) tra i garanti dell’accordo tra il Comune e i giovani: questi si impegnavano a sgomberare la Palazzina Liberty occupata in Via Alfieri, il Comune a trovare un’adeguata sede per il progetto Ambasciata dei Popoli.

“Tra noi Garanti c’è stato sempre pieno accordo. E abbiamo rilevato come da una parte fossero state soddisfatte tutte le condizioni (sgombero della Palazzina, presentazione di progetti condivisi con altri soggetti); i ragazzi si erano comportati benissimo. Dall’altra parte invece, sull’impegno di trovare la sede, non si è mai approdato a nulla. Così come Garanti abbiamo elaborato un comunicato in cui prendiamo atto della non operatività dell’accordo per responsabilità del Comune”.

Passiamo la palla alla firmataria dell’accordo, l’assessore comunale alle Politiche Sociali Violetta Plotegher.

Sandro Schmidt

“Quell’accordo era frutto di una mia preoccupazione: risolvere una situazione quando la polizia era pronta per uno sgombero imminente in una situazione in cui erano radunate persone fragili, i giovanissimi e gli emarginati. Nel merito, le ragioni dell’occupazione, i diritti degli emarginati e dei senza dimora non possono che essere pienamente condivisibili; il metodo invece - l’occupazione di un bene pubblico - no. L’accordo aveva questa finalità, salvare il bambino (la difesa dei senza tetto) e buttare via l’acqua sporca, cioè l’occupazione”.

Ma è stato rispettato?

“Vediamo cosa dice: liberata la palazzina, l’assessore si impegna ‘per far sì che la progettualità che è stata avviata possa proseguire nel più breve tempo possibile e negli spazi opportuni, per mantenere integra l’unitarietà del progetto Ambasciata dei Popoli se possibile in un luogo simbolico per la città, in rete con le altre realtà che si occupano di inclusione sociale’. Il punto chiave dell’accordo è la progettualità”.

Intende dire che i ragazzi non hanno poi presentato progetti convincenti?

“No. Si sono messi in rete con gli avvocati degli emarginati e con i volontari di strada e si sono spesi per alcune persone in difficoltà, facendo anche cose bellissime”.

E allora?

“Rimane il discorso del metodo, che non può essere quello dell’occupazione e del ricatto”.

Ma l’ex-Zuffo, quali controindicazioni porta?

“Non è quello il problema. L’amministratore non può disporre dei beni pubblici come gli pare. Io ho una serie di realtà che chiedono la sede, a iniziare, ad esempio, da Emergency”.

C’è una graduatoria?

“Una graduatoria vera e propria no. Però i ragazzi una domanda non l’hanno mai fatta”.

Ma un accordo sottoscritto non è una domanda?

“Il soggetto dell’accordo è la progettualità per i senza dimora. E le motivazioni dell’occupazione della Zuffo sono diverse da quelle della Palazzina Liberty. Hanno preso l’accordo come una scusa. Ora, per uscirne: tra tutte le persone che in qualche maniera simpatizzano con l’occupazione, da Walter Nicoletti a Walter Micheli, e anche a lei, Paris, perchè non formate un Comitato di Responsabili, rispetto a quello che accade nella Zuffo? Allora potremmo iniziare a discutere”.

Violetta Plotegher

Veramente i “ragazzi” sono maggiorenni, molti ormai trentenni: possono, e vogliono, assumersi le loro responsabilità. A che servirebbero altri Responsabili?

“Un amministratore non può legittimare un’occupazione. Vogliamo rapportarci non con chi occupa, ma con altri soggetti. Vogliamo sottolineare che il bene non è degli occupanti, che chi si prende una cosa non sua, sbaglia”.

Ma via, è uno spazio in disuso, inutilizzato e inutilizzabile, che questi ragazzi, a loro spese, fanno rivivere!

“Basta che facciano un percorso legale: una domanda, ecc. Invece mi sembra che programmaticamente vogliano andare contro le regole. E io devo essere garante della legittimità di fronte a tutti i cittadini, anche a quelli che non urlano. Poi, è vero, questi ragazzi offrono una prospettiva diversa da quella di passare la sera di fronte a un locale con una birra in mano. Ma queste sono mie considerazioni, e io non sono l’assessore alle Politiche giovanili. Anzi, voglio essere chiara: la proposta di un Comitato dei Responsabili è solo mia, non necessariamente è l’opinione del Consiglio Comunale e della Giunta.”