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Svendite nella Piana Rotaliana

Marcello Weber, Antonio Bettin

I Comuni della Piana Rotaliana hanno da sempre gestito il comparto elettrico nei propri anditi, perché ritenevano questo aspetto cruciale per lo sviluppo del territorio e quindi una risorsa da non disperdere. Hanno lottato e vinto all’avvento della monopolizzazione dell’ENEL (1962); qualcosa sarà anche costato in termini di ritorno economico, ma con l’andare degli anni si è rilevata una delle migliori scelte per la comunità.

Nel 1985 nasce la Municipalizzata in quel di Mezzolombardo per una ristrutturazione globale degli impianti oramai obsoleti per le normative vigenti, e nonostante questo è rimasta una garanzia in termini di bilancio. Nel 1998 si crea l’A.I.R., consorzio fra i tre Comuni della Piana, Mezzolombardo, Mezzocorona e San Michele all’Adige, allo scopo di far fronte a un’orda di barbari che avrebbe saccheggiato le piccole aziende. Idea buona ma non ottima, visti i costi creati dai campanilismi per creare la nuova azienda, vedi capannoni nuovi dimessi e capannoni nuovi fatti male e riadattati, miliardi investiti solo per capricci; comunque avanti.

Tempo sei mesi e ora già si parla di un rimpasto con la S.I.T. di Trento, ma per fortuna sono in arrivo le elezioni e si arena il tutto. Si sperava in questo per calmierare il fermento, ma purtroppo si è cambiata solo la cornice e non il quadro.

Ricordiamo che 1' A.I.R. è un azienda "multiutility", quindi già all’avanguardia sul mercato dei giorni nostri, gestiva la compravendita dell’energia elettrica e del gas metano e i servizi acqua, fognature e illuminazione pubblica.

Nel 2002 altro investimento miliardario per la ristrutturazione degli uffici: a settembre l’inaugurazione e a dicembre la dismissione, perché hanno pensato bene di cedere tutto il reparto commerciale a una nuova azienda (la Trenta), in società con Trento, Rovereto e Pergine. E’ vero che si partecipa alla nuova società con il 4% circa, ma è altrettanto vero che il potere gestionale è quasi nullo. Rammentiamo che I’ A.I.R. ha un organigramma che le permette di gestire tutti i settori con sufficiente autonomia e ora si ritrova con un settore molto importante in meno ed un futuro legato quasi esclusivamente alla nuova azienda. Visto che la legge prevedeva la separazione della vendita solo per il settore gas metano, valeva la pena s...vendere anche tutto il resto?

Purtroppo gli amministratori comunali si sono lasciati ammaliare da discorsi e bilanci preventivi forieri di disastri economici che prefiguravano la morte dell’azienda e si sono lasciati indirizzare proprio là dove volevano arrivare i relatori del progetto svendite. Non si poteva forse attendere ancora un po’ su una decisione così importante e non fare tutto in pochi mesi senza un’adeguata discussione? Vagliare qualche altra ipotesi, considerando gli approfondimenti forniti da illustri economisti che valutavano la vendita, in toto o in parte, delle AE un errore? Attendere la decisione che avrebbe preso la Provincia sulla liberalizzazione del mercato energetico, visto che ha voce in capitolo grazie allo Statuto di Autonomia? Valutare come si sarebbe mossa l’Azienda Speciale dell’Energia (A.S.P.E.), nata per supportare le realtà esistenti e fare da collante e tutore ad esse, fornendo tecnologie e strategie adeguate per rimanere nel nuovo mercato?

Visto che nessuno aveva una gran fretta, perché correre così avanti con il rischio di una falsa partenza, se non addirittura di sbagliare strada? Basta poco, solo che le elezioni...

Ora ci racconteranno che è meglio così e via dicendo, ma crediamo (anzi ne siamo certi) che se fosse stata cosa loro non avrebbero ceduto alcunché, anzi avrebbero cercato di rafforzare un’azienda così giovane e forte, mantenendo nel proprio ambito potere decisionale ed economico.

Purtroppo il dado è tratto; speriamo che esca un numero vincente, altrimenti sarà solo un pezzo di storia buttato alle ortiche.