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L’assalto al Parco

Francesco Borzaga

E’ in atto ormai da tempo, e continua con metodo ed energia, la campagna delle Giunte provinciali di Trento e di Bolzano volta ad ottenere la totale integrazione nel sistema politico-amministrativo di competenza di quanto del Parco Nazionale dello Stelvio ricade nei rispettivi territori. E’ un’azione condotta con viaggi a Roma, incontri a livello governativo, pressioni politiche, campagne di stampa. Obiettivo finale è l’eliminazione di ogni vera autonomia dell’Ente, che si vuole sotto il pieno controllo e in balìa delle scelte della Provincia.

Tra i protagonisti di questa ostinata guerra si pone con evidenza e molta determinazione la Presidente del Comitato di Gestione per il Trentino (signora Franca Penasa), che contemporaneamente riveste la carica di sindaco di Rabbi. Sono continue le sue lamentele e le accuse nei confronti della Direzione di Bormio e in particolare nei riguardi del presidente del Consorzio dott. Arturo Osio, imputato di voler malvagiamente frenare lo spirito di iniziativa e le fresche energie espresse dai comitati locali.

Fino a poco tempo fa, accuse e lamentele sono rimaste confinate al settore finanziario e a quello organizzativo, senza addentrarsi nel campo più concreto e pericoloso degli argomenti specifici. Con il progredire dell’iter di adozione del Piano di Parco cominciano però ad affiorare progetti e problemi ben altrimenti discriminanti, che delineano due antitetiche concezioni di Parco Nazionale.

Un recente episodio mi sembra al riguardo quanto mai illuminante. Alla riunione del 16 luglio scorso del Comitato di Gestione per il Trentino, di cui sono membro designato dal WWF, figurava al punto 3 dell’Ordine del Giorno l’argomento: "Esame progetto Busa Stavelin-Doss del Bianco, e assenso preliminare pista da sci Campo Scuola-Talenta e varianti Scoiattolo-Doss del Bianco e Busa Stavelin". Questi interventi, in base al progetto di Piano Parco peraltro non ancora approvato, verrebbero a ricadere nella cosiddetta Zona D2, "area di promozione economica e sociale-zona delle infrastrutture da rendere compatibili". In base alla bozza di Piano che sto consultando, che spero non si discosti troppo da possibili varianti, l’obiettivo di tale zona è quello di "arrestare l’aumento delle infrastrutture verso forme di utilizzazione ambientalmente più sostenibili e meglio inserite nel paesaggio".

In sede di votazione, su di un ordine del giorno già discutibile in mancanza di un Piano Parco regolarmente approvato, lo scrivente e il rappresentante di Italia Nostra hanno formulato voto contrario, precisando come tale voto trovasse il proprio fondamento soprattutto nella proposta variante di pista denominata "Scoiattolo". Mentre infatti le giustificazioni addotte dai proponenti la nuova opera (decongestione del campo scuola) apparivano inconsistenti e pretestuose, viceversa la "piccola pista" di soli 300 metri risultava assai bene impostata quale tratto iniziale di una nuova impegnativa discesa in direzione di Peio. Veniva comunque intaccato un bellissimo bosco di pini cimbri, larici centenari e abeti rossi.

Subito dopo la votazione, inaspettatamente si è scatenata una violentissima incontrollata reazione del sindaco di Peio e vicepresidente del Comitato, sig.Alberto Rigo, altrettanto calorosamente appoggiato dalla presidente signora Penasa. Il sig. Rigo accusava WWF e Italia Nostra di voler strangolare le legittime aspettative della laboriosa popolazione locale, e dichiarava la volontà di richiedere l’immediata uscita dal parco Nazionale del Comune di Peio.

Ad ulteriore significativo supporto alle richieste e pretese dei sindaci, già manifestate e/o in pectore, nei giorni seguenti, l’assessore provinciale all’Ambiente e ai Parchi, la "verde" Iva Berasi, esprimeva la propria piena fiducia al sindaco Rigo, pronunciandosi incondizionatamente per il "rilancio" della stazione sciistica di Peio.

Sono a tutti noti i progetti per la realizzazione, che al solito pagherà la Provincia, di una grandiosa funivia per l’ex rifugio Mantova, con altrettanto grandiosa pista di discesa in Val della Mite. Se il bel giorno si vede dal mattino, non mi sembra affatto che i progetti in pectore si limitino a così poco.

Per mancanza di spazio, mi limiterò ad alcune brevi considerazioni.

Per il punto 4 dell’art.7 della L.P. 30 agosto 93 n°22, il Comitato di gestione elegge il presidente tra i rappresentanti dei Comuni ricadenti nel Parco. Si delinea ora sempre più chiaramente la difficile conciliabilità tra i ruoli di sindaco e quelli di rispettivamente presidente e vicepresidente del Comitato. Inevitabilmente i sindaci restano strettissimamente condizionati dai punti di vista e dagli interessi locali e di villaggio, né è lecito chiedere loro un vero interesse e una comprensione per i motivi di fondo e per le considerazioni culturali che stanno alla base dell’istituto dei Parchi. Anche per questo non è in alcun modo accettabile il richiesto smantellamento della Direzione centrale di Bormio e il trasferimento dei compiti di questa ai Comitati di gestione. Mi pare che neppure alla autorità provinciali di Trento, così impegnate per l’ampliamento delle proprie competenze e dei propri poteri, importi qualcosa del futuro di un Parco Nazionale che si estende ben al di là del Trentino. Il richiamo ossessivo va alle ragioni e alle richieste della popolazione locale e soprattutto dei loro rappresentanti, non certo al ruolo che il Parco è chiamato a rivestire nel quadro della lotta in difesa del patrimonio naturale italiano.

Le iniziative promosse e sostenute dalla Giunta provinciale di Trento per un "grandioso rilancio" della stazione sciistica di Peio si inseriscono perfettamente nell’assalto concentrico in atto su tutto il territorio del Parco Nazionale, in Trentino come in Alto Adige e in Lombardia, per un totale svuotamento dell’istituto, da porre in balìa degli interessi economici e/o speculativi e da utilizzare per costosi centri visita, quale richiamo pubblicitario e quale pretesto per contributi.

Per un vero Parco Nazionale, strumento primario di tutela e conservazione della Natura, dotato di una propria autonomia, in Trentino non sembra esserci posto. Il modello turistico e ambientale di questa Giunta, così pronta a finanziare ogni sorta di funivie e di impianti di risalita, rimane chiaramente quello di sempre: del Tonale, di Marilleva, del Bondone, della Val di Fassa. Per tutto il resto, aiuterà come da tradizione l’ipocrisia.

Francesco Borzaga, presidente del WWF