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Il sorpasso

Una volta, quando la politica interna e internazionale non era un caos allo stato puro, il termine sorpasso indicava una fremente ma innocua gara elettorale fra il PCI e la DC.

Ricordate? Con la morte di Enrico Berlinguer, e per il concorso di altri fattori, nel 1984 il PCI e la DC furono sostanzialmente alla pari, il PCI attuando il sorpasso per qualche migliaio di voti. Non accadde nulla. La vita continuò a scorrere tranquilla in Italia e nel mondo. Oggi invece il termine sorpasso ha un significato lugubre, e sta a significare che il numero dei soldati morti nella guerra lampo di 24 giorni è stato superato da quello dei caduti militari durante i 4 mesi di pace: 138 a 140. Totale 278 solo americani, 278 bag-boys che ogni giorno si infilano nella pancia di un aereo per sbarcare tra lacrime e bandiere sul suolo della Patria. A questo tragico bilancio vanno aggiunti i 16 soldati inglesi uccisi a Bassora. Uomini bruciati nel braciere della guerriglia, famiglie sconvolte, un prezzo umano altissimo, ma anche voragini economiche che si aprono nel sogno americano di controllare la cassaforte petrolifera irachena. Invece di profitti Bush avrà perdite di 401 miliardi di dollari nel 2003, che saliranno a 480 nel 2004. Il senatore Robert Byrd, democratico della Virginia, ha scritto sul Washington Post: "Ogni giorno sta diventando tragicamente più chiaro che gli USA non hanno un vero piano per ridare l’Iraq agli iracheni e stanno perdendo persino la capacità di mantenere l’ordine".

Da parte loro i soldati di stanza in Iraq ormai da 5 mesi chiedono solo di tornare a casa, fuori da un paese che non li vuole, che non li considera liberatori ma occupanti, e che appare deciso a combatterli con ogni mezzo.

Di fronte al loro calvario nelle sabbie e nelle città irachene Bush, dal suo lontano ranch vacanziero, non ha saputo che ripetere la vecchia giaculatoria "Noi non ci ritireremo", che in pratica significa: "Voi non vi ritirerete". Strategia non brillante e soprattutto non vincente. Quante blackbags ci vorranno ancora per raggiungere quel "pugno di morti" da far pendere il piatto della rielezione di Bush nel 2004? Il cinismo di questo presidente non ha precedenti alla Casa Bianca. Sembra che solo questo gli importi, a prescindere dalle frasi roboanti da texano sbruffone. Deve stare molto attento, perché se le morti dei "nostri ragazzi" dovessero diventare uno stillicidio incontenibile potrebbero scuotere nel profondo le coscienze americane e determinarne la caduta.