Menù
Home
QT
Questotrentino
Mensile di informazione e approfondimento
Utente
Cerca
QT n. 12, dicembre 2014 L’editoriale

Incompetenza e malafede

Sbagliare è umano, perseverare è diabolico, insistere è semplicemente da incompetenti. Purtroppo, nel caso della legge varata il 6 novembre 2014 dal Consiglio Provinciale con cui si mantengono gli enti intermedi, già Comprensori ed ora Comunità di valle, ci troviamo nella terza categoria.

Forse non sarà elegante nei confronti del nostro legislatore, ma come si fa a definire in modo differente l’insistenza nel voler mantenere, in forza di legge, un ente pubblico intermedio tra Comuni e Provincia quando hanno fallito Bruno Kessler nel 1973 con la istituzione dei Comprensori e Dellai-Bressanini nel 2006 (voti contrari: Bondi, Catalano, Delladio ed Eccher)?

Come si fa a trovare una categoria differente dalla incompetenza per definire un legislatore che nonostante il fallimento dei Comprensori e delle Comunità di Valle (istituite nel 2006 ed entrate in funzione - si fa per dire - a seguito del voto espresso da meno della metà dei trentini il 16 maggio 2010) insistere nel voler dare un senso ad un ente intermedio che un senso non ha e non può avere?

Forse non è incompetenza. Il legislatore non necessariamente deve essere un giurista e così forse è possibile immaginare che non conosca la nostra Costituzione ed i principi che la regolano.

Il legislatore può non sapere che la Costituzione non prevede enti intermedi. Il problema è che per due volte, una direttamente ed una per via indiretta, è stato ben spiegato che tale ente intermedio non ha da esistere. Allora, forse, anche il legislatore incompetente potrebbe cogliere il duplice richiamo e attenersi al dato semplicissimo per cui da un lato ci sono i Comuni (speriamo in grado di capire le ragioni di un necessario progressivo accorpamento) e dall’altro la Provincia.

E in mezzo? Nulla, ma proprio nulla, con buona pace di Kessler, Dellai e Daldoss e di tutti coloro che quell’ente intermedio insistono nel volerlo tenere in piedi. Allora, se non è incompetenza, è più semplicemente testardaggine.

Ma forse non è neppure testardaggine. È vero che la nostra classe politica non brilla certo di particolare intelligenza, ma non possiamo neppure pensare che sia costituita da tanti incapaci, incompetenti e testardi.

Allora sono forse in malafede? Temo che per molti sia cosi. Spacciano per “riforma” una legge che nel 2014 istituisce le “nuove” Comunità di valle dopo che le “vecchie” Comunità del 2006 (“nuove” per Dellai che le aveva volute), avevano sostituito i “vecchi” comprensori che erano i “nuovi” enti intermedi per il Kessler che li aveva istituiti.

Spacciare il “vecchio” per “nuovo” è una delle poche capacità dei politici. “Spacciare” è un reato, per cui farebbero bene a smetterla, ma se, politicamente parlando, “spacciare” non è un reato, tale comportamento diventa una presa in giro e forse sarebbe bene che la smettessero.

Purtroppo non smetteranno da soli: anche questo tipo di spaccio però crea dipendenza, poiché è remunerativo, e non solo in termini di consenso.

Incompetenza, testardaggine, o malafede?

Di tutto un po’. La realtà è che l’ente intermedio serve per:

1) far girare soldi pubblici che di solito vanno agli amici degli amici;

2) far controllare il giro dei soldi pubblici agli amici degli amici nominando presidenti e giunte di Comunità capaci di veicolare il consenso distribuendo soldi pubblici, e non a pioggia, perché sanno benissimo dove far piovere e dove no;

3) far credere ai consiglieri eletti nelle Comunità che è vero che contano poco, ma che quello è pur sempre il primo gradino di una carriera nella politica. In fondo, molti che sono partiti come consiglieri comprensoriali ora sono legislatori in Provincia, in Regione e in Parlamento, e purtroppo si vede benissimo...

Ecco, direi che la malafede, mista alla incompetenza e alla arroganza di pensare che tanto i cittadini se le bevono tutte, ha fatto sì che il Consiglio Provinciale abbia potuto votare nel 2014 per le “nuove” “Comunità di Valle”.

Non servono a nulla e lo sanno tutti. Costano un mare di soldi pubblici e lo sanno tutti. Servono a piazzare personaggi che non ce l’hanno fatta in altre elezioni e lo sanno tutti. Verranno riformate da qui a qualche anno e lo sanno tutti.

Che ci resta? La speranza di una rivoluzione del terzo stato, una nuova Bastiglia, ma ormai luglio è passato.