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Pi.Ru.Bi.: decenni di chiacchiere

Luigi Francesco Traverso

Puntiamo al trasporto delle merci su ferrovia e si vuole realizzare un nuovo sbocco stradale dal Veneto alla piana dell’Adige. I nostri politici difendono a spada tratta la linea ad Alta Velocità del Brennero e ne finanziano la realizzazione, ovviamente con i soldi pubblici, e contemporaneamente nicchiano sulla proposta veneta di dare uno sbocco alla Pi.Ru.Bi., forse per potenziare o incentivare il traffico su gomma.

Sì, chiamiamola con il suo nome - Pi.Ru.Bi -, così ci rendiamo conto di quanto sia vecchio il progetto. Flaminio Piccoli, nato nel 1915, è morto nel 2000. Mariano Rumor, nato nel 1915, è morto nel 1990. Antonio Bisaglia, nato nel 1939, è morto nel 1984. Questi sono i politici allora sostenitori del progetto.

Se ne deduce che quel progetto ha più di 30 anni, ammesso che l’onorevole Bisaglia l’abbia proposto l’anno della sua morte. Nel frattempo il progetto è stato messo in un cassetto, sono cambiati ministri e assessori provinciali e regionali e, a momenti alterni, quella idea, mi permetto di dire vecchia, viene rispolverata e proposta in una nuova veste.

Ne sento parlare insistentemente da qualche tempo e seguo volutamente in maniera distratta i pronunciamenti di chi rappresenta il popolo. Ho letto anche come la pensa invece il popolo e allora, visto che faccio parte del popolo, voglio dire la mia.

Un giorno si dice che non ci sono le condizioni per fare lo sbocco perché non ci sarebbe un sufficiente traffico.

Un giorno si dice che al Trentino non potranno mai imporre nulla che non sia condiviso e che dovranno passare sui nostri cadaveri per realizzare l’opera.

Un altro giorno si dice che un’autostrada non sarà mai autorizzata dai politici trentini, caso mai una superstrada..

Alcuni dicono che l’opera porterà solamente disagi per il Trentino.

A volte ci sono persone deputate al problema che invece ne fanno una questione di dove far sbucare questa benedetta o maledetta opera.

Chi vuole la gobba a levante, chi la vuole a ponente. Chi dice che non può uscire a Besenello e chi invece dice che a Besenello sarebbe utilissimo uno svincolo di quel genere. Però c’è chi l’uscita la vuole più a nord, forse meglio più a sud, ma anche a est non sarebbe male. L’ultima trovata è quella di farla uscire a Caldonazzo!

Ma come, magari proprio chi ha detto che l’opera non serve e che ha detto che vigilerà sulla Valdastico la vuol far uscire a Caldonazzo? Ma perché a Caldonazzo, se quell’opera deve snellire il traffico da Vicenza al Brennero? Forse Caldonazzo è sull’asse Vicenza Brennero?

Ma soprattutto perché se quell’opera veramente non serve si parla di spostarne l’uscita da una parte all’altra?

Ma veramente c’è stato uno studio sullo sbocco a Centa San Nicolò, dove (lo capisce un bambino) ci sono grossi problemi orografici per sedimenti morenici importanti?

Ma poi, uscendo con una galleria alle spalle di Caldonazzo, dove la mettiamo la strada? La mandiamo alle Lochere e la spediamo di nuovo verso Vicenza, oppure la innestiamo sulla statale 47 della Valsugana, che è così poco trafficata, zigzagando tra il lago di Levico e quello di Caldonazzo?

Mi auguro che l’incubo finisca e finiscano per prevalere le vere esigenze della collettività.

Di una cosa ho quasi la certezza: che l’opera, visto che non è stata fatta in trent’anni, probabilmente non serve. Se però dovesse servire, allora che venga ultimata secondo le indicazioni di quando è stata progettata: per collegare il vicentino con l’asse del Brennero e l’Europa, per la via più breve.

A volte sui muri si vedono graffiti di vario genere. Tempo addietro in una stazione di servizio ho visto scritto: “Prima di parlare si prega di innestare il cervello”. Spero con questo mio intervento di aver rispettato quel consiglio.

* * *

Caro Traverso, Questotrentino da decenni (prima della morte di Bisaglia, per stare alla sua acuta datazione) si occupa di PiRuBi, “l’autostrada più inutile d’Italia”: Ci permettiamo quindi di ribadire le motivazioni della nostra (e non solo nostra) contrarietà.

1. La strategia trasportistica del Trentino (ma anche dell’Italia, se non altro a parole) consiste nel trasferire il più possibile il traffico dalla gomma alla rotaia. Quindi, come peraltro sottolinea anche lei, non ha senso spendere soldi per fare l’esatto contrario.

2. È vero, come dicono tutti gli studi: il traffico sarebbe del tutto insufficiente a giustificare l’operazione, l’autostrada sarebbe sempre in perdita.

3. Nonostante questo la si vuole fortissimamente fare. Come mai? Perché, a seguito di perversi dispositivi legislativi, il rinnovo delle concessioni è legato alla costruzione di nuove autostrade, e quindi i proprietari dell’A4 (ora la multinazionale Abertis) fortissimamente vogliono la PiRuBi, che finanzierebbero innalzando i pedaggi della Brescia-Padova. Un motivo in più di opposizione: l’irrazionalità della realizzazione causerebbe un insensato aggravio per l’economicità complessiva del sistema dei trasporti.

A questo punto ci permetta di non essere d’accordo con una delle sue ultime frasi: “Se però dovesse servire, allora che venga ultimata secondo le indicazioni di quando è stata progettata”. Scritta da lei, ci sembra un eccesso di umiltà; purtroppo, come peraltro lei riferisce, il concetto viene spesso ripreso dai nostri politici, allo scopo di tenersi sempre aperta una subordinata per fare qualche giochetto. Per questo ribadiamo: no, la strada è insensata, non si fa, punto e basta.

Ettore Paris

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