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La lingua tedesca in Trentino

Presupposto indispensabile per un rapporto più intenso e vitale con l'Alto Adige

Francesco Borzaga

In un recente interessante convegno la prof.sa Federica Ricci Gadotti, linguista della nostra università, ha denunciato lo scarso interesse degli studenti trentini per lo studio e per l’apprendimento della lingua tedesca. Vorrei qui riprendere il tema che, a mio parere, ha un’importanza fondamentale. Una conoscenza a livello diffuso del tedesco da parte di noi trentini è infatti il presupposto per un rapporto più intenso e vitale con l’Alto Adige. Senza questo rapporto, oggi carente, la nostra Autonomia perde di senso, e con essa l’esistenza della Regione.

Credo che le ragioni elencate dalla prof.sa Ricci Gadotti per spiegare la decadenza della lingua tedesca in Trentino (concorrenza dell’inglese e ostilità al mondo germanico) siano almeno in parte valide, ma meritino di essere integrate. Aggiungerei quindi la complessità grammaticale e sintattica del tedesco e soprattutto le vistose carenze, per quanto mi è dato giudicare, del metodo di insegnamento e relativi testi adottati nelle nostre scuole. Senza una preparazione di base seria della grammatica e dell’analisi logica non è possibile, in tedesco e in ambito scolastico, conseguire risultati validi che siano l’indispensabile premessa per il successivo percorso.

Leggo abbastanza spesso di come arrivino alle nostre università studenti carenti in ortografia e digiuni di ogni base grammaticale. Non c’è quindi da meravigliarsi se lo studio del tedesco si presenta a molti studenti come un indigeribile ostacolo.

L’autorità provinciale destina mezzi mezzi notevoli all’insegnamento della materia, ma i risultati sono modesti. Ho avuto occasione di scorrere un testo adottato in un corso di scuola superiore e ne ho ricavato un’impressione assai negativa. Questo anche per gli argomenti proposti, tutti concernenti un presunto mondo degli adolescenti (party, cinema, amichetti e via elencando), di una desolante superficialità e senza alcun accenno al contesto storico e geografico, e men che meno all’importanza della cultura tedesca e alla bellezza della sua letteratura.

La distanza fra Trentino e Sudtirolo ha anche profonde radici storiche, fondate su un’intossicazione nazionalista che ha riguardato entrambi i popoli. Per questo vorrei dare qui notizia di un tentativo, promosso da un minuscolo gruppo di amici di cui faccio parte, inteso a dar vita in ambito scolastico a un contatto e a una miglior conoscenza della nostra regione e della sua storia.

Grazie alla disponibilità e alla collaborazione del presidente del Verband der Volkshochschulen Südtirols (l’università popolare sudtirolese) e successivamente con l’appoggio della Provincia, è stato possibile dare il via ad una serie di pomeriggio in lingua tedesca indirizzati agli studenti dei nostri istituti superiori e volti ad illustrare i molti aspetti del mondo sudtirolese e della sua storia. Quali relatori sono stati chiamati esperti qualificati del mondo tirolese. L’attività ha riguardato diverse scuole e costituisce a mio giudizio un valido esempio di collaborazione.

Fra Trento e Bolzano, come del resto in molti altri territori europei, esiste e resiste quello che è stato chiamato “il confine invisibile”. Sta a tutti noi sforzarci di superarlo.

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