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Rivoluzione? Non proprio...

Con l’alleanza Svp-Lega molto resterà come prima

La nuova Giunta provinciale sudtirolese

Come previsto, nella politica sudtirolese tutto è cambiato, affinché tutto rimanga – il più possibile - come prima.

La Svp ha perso le elezioni, nel senso che è rimasta di gran lunga il partito maggiore, ma non ha più la maggioranza assoluta. È riuscita però a recuperare nel corso delle trattative di giunta, e ne sono conferme il programma, molto simile a quelli del passato, e le insignificanti deleghe ai leghisti di coalizione.

Naturalmente il partito etnico non ha preso in considerazione la possibilità di creare una giunta davvero nuova coalizzandosi con l’area eco-sociale e coinvolgendo il Team-Köllensberger, rappresentante della classe media urbana e di una speranza di innovazione nella conservazione. L’idea era del sindaco di Merano, l’indipendente Paul Rösch, che ha una giunta simile, dove si punta agli obiettivi. Anche lui in verità sempre in bilico per gli sgambetti sfacciati dei colleghi di giunta Svp, che non ce la fanno ad accettare di non essere soli al comando, nonostante il popolo dica diversamente.

Arno Kompatscher

In realtà Arno Kompatscher avrebbe voluto. Il suo orientamento, pur neoliberista nei fatti, è verso una linea più attenta al sociale e molto vicino alla Chiesa cattolica (scuole confessionali comprese), ed è critico verso la posizione della Lega sull’immigrazione. Alla fine ha però dovuto prendere atto che il partito è quasi all’unanimità favorevole al cambiamento di partner.

Kompatscher è uscito molto bene dalle elezioni, con moltissime preferenze, il doppio del secondo arrivato, che è il segretario politico (Obmann) del partito. Ha perso un po’ di voti rispetto alle preferenze di cinque anni fa, mentre Achammer ne ha guadagnate. Nella campagna elettorale e nella fase post-elettorale ha giocato fortemente l’ostilità dell’Athesia, con i suoi giornali, Dolomiten e Alto Adige, nei confronti del presidente uscente e la preferenza verso il segretario.

La fase post-elezioni è stata caratterizzata da una feroce lotta intestina nel partito, dove gli assessori erano più numerosi dei posti disponibili. Da ricordare che nella Svp gli eletti ottengono poi sempre anche una seconda carica o compito, naturalmente pagati. Alla tradizionale competizione delle correnti si è così aggiunta la battaglia personale.

Fra le correnti ha stravinto, come previsto da alcuni, il Bauernbund, la potente lega dei contadini, che ha influenzato sia la linea politica sia la composizione della giunta, giocando molto bene le proprie carte.

Nella formazione dell’esecutivo, Kompatscher ha nominato assessori gli eletti che avevano più preferenze. Ad Achammer, non ha dato la vicepresidenza. Ciò ha scatenato una violenta polemica sui mass media dominanti, dove si è tuttavia tralasciato di mettere in luce che Achammer ha ricevuto molte importanti deleghe, che ne fanno un super-assessore (oltre che segretario del partito). Compiti sufficienti anche per una persona molto attiva.

La faccenda è deflagrata in due fazioni, dove tutti coloro che si aspettavano un posto e sono rimasti delusi, si sono schierati contro il presidente. La bufera, che sembra basata su motivazioni personali piuttosto che politiche, si è poi calmata, nel segno della necessità di rimanere uniti, per essere forti verso il governo di Roma.

Alcuni osservatori ritengono che Kompatscher abbia questa volta superato la sua normale accondiscendenza, e abbia dato il segnale di avere intenzione di ricandidarsi alle prossime elezioni, riservando per sé deleghe che lo mettano in contatto con la gente e lo tolgano da quella riservatezza – o distanza - che lo ha caratterizzato finora e che è apparsa particolarmente evidente perché seguita al lungo “principato” di Durnwalder.

E a proposito di Dunrwalder, ce n’è uno nuovo, Meinhard Durnwalder, senatore e presidente della circoscrizione Svp della Pusteria, spesso critico nei confronti di Kompatscher, che pare voglia provare a sostituire già prima della fine della legislatura.

Anche la richiesta di Kompatscher di aumentare il numero degli assessori della giunta regionale da cinque a sei è stata oggetto di attacchi, con l’accusa di voler fare posto alla più giovane eletta Svp, sua protetta. Facile attacco senza scampo: se non avesse chiesto un secondo assessore l’avrebbero accusato di aver fatto una giunta nella quale la Svp sarebbe sottorappresentata. Poiché l’ha fatto, l’accusa è di voler valorizzare la Regione, uno dei grandi nemici del partito etnico.

Ne è uscita una giunta molto maschile, in cui i contadini hanno l’egemonia; l’urbanistica e addirittura la tutela del paesaggio e i beni culturali vanno alla candidata ufficiale del Bauernbund; a un esponente dell’ala economica neoliberale viene affidata la Sanità pubblica, in grande difficoltà, che si teme verrà ulteriormente privatizzata.

Giuliano Vettorato

Gli italiani in giunta sono due invece di uno (il numero dipende dal numero dei consiglieri eletti di ogni gruppo linguistico e questa volta gli italiani sono andati a votare in misura maggiore), poco affiatati, e con qualche risentimento reciproco: la vicepresidenza italiana è tornata ad essere la seconda come in passato, - la prima è andata a un Svp e la terza a un ladino, - ed è stata attribuita, per volere diretto del capo del partito a Roma, al secondo degli eletti, anziché al primo. In questa scelta c’è probabilmente l’intenzione della Lega di giocare fino in fondo la partita delle elezioni comunali del 2020 a Bolzano. Il primo eletto, di Bressanone, è anche il segretario locale, e avrebbe voluto come collega in giunta una meranese. La carica è andata invece all’ex assessore comunale di Laives Vettorato. Nelle foto i due leghisti non sono mai vicini, ma entrambi hanno firmato un programma molto tradizionale, piuttosto lontano dai toni della Lega a livello nazionale, e hanno rilasciato dichiarazioni moderate. Difficilmente riusciranno a fare peggio del loro predecessore del Pd, ma non c’è da aspettarsi molto.

Fra le opposizioni, quella dei verdi è stata molto aggressiva verso Kompatscher, che pure fino a poche settimane fa hanno lodato e con cui avrebbero voluto governare. Le opposizioni non sono riuscite nel tentativo di eleggere un presidente del Consiglio provinciale concordato fra di loro, ma comunque hanno dato 16 voti a Paul Köllensberger. All’eletto Noggler ne sono andati 19, con un voto dell’opposizione, si mormora dei Freiheitlichen, un partito allo sbando dopo il disastro elettorale.

Concludendo, mai c’è stata così poco interesse da parte dell’opinione pubblica verso la formazione di una nuova giunta provinciale in Sudtirolo. Mai come questa volta le decisioni hanno avuto così poco a che fare con gli interessi dei cittadini e delle cittadine. Sulle dichiarazioni dei vari assessori e del presidente non c’è molto da obiettare: tutti si sono mantenuti sulle generali, senza specificare le scelte che saranno oggetto di – feroci? - discussioni di volta in volta. L’incertezza ci aspetta. Se anche in passato definire la giunta provinciale “di centro sinistra”, non raccontava proprio la verità, ora usare i criteri tradizionali per definire una coalizione di un partito di raccolta con uno di destra, non riuscirebbe a spiegare quali siano i veri obiettivi. Meinhard Durnwalder dice: trasferimento di nuove competenze, INPS, INAIL, agenzie doganali, con l’aiuto della Lega, che l’ha promesso, e riorganizzazione radicale del partito. Per essere pronti a cambiare presidente in corsa in caso di caduta del governo nazionale?

In queste stesse settimane, la Svp ha scelto come compagni di cordata per le elezioni europee PATT e Forza Italia.

Il commento dell’ex grillino Köllensberger nel corso del dibattito in aula sintetizza chiaramente la mancanza di un vero orientamento da parte del partito di raccolta etnico: “La Svp prende come partner per il Sudtirolo i nemici dell’Europa della Lega, e come partner per l’Europa i nemici della nostra autonomia sudtirolese che stanno intorno a stanno intorno a Biancofiore”.