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Allegramente impegnati

Il sito “Rovereto violenta” commenta, a volte in modo beffardo, le vicende locali

Al loro esordio si presentarono così: “Dopo ‘Sei di Rovereto’, ‘Sei di Rovereto se’, ‘Te sei de Rovereto’, ‘Caro Sindaco di Rovereto ti scrivo’, e ci scuserete se ne abbiamo dimenticato qualcuno… questa nuova pagina vi permetterà di segnalare parcheggi fatti male, cestini colmi di monnezza, la differenziata fatta male, ciclisti in contromano e perché no, la famiglia Frank che il vostro vicino tiene nascosta in soffitta”.

In verità questa nuova iniziativa (nuova per noi che la scopriamo solo ora, ma è partita nel 2016) si distingue da altre analoghe per il tono leggero, ma impegnato con cui informa e commenta le vicende (locali e non solo), in modi a volte beffardi, ma mai aggressivi o volgari. Il nome stesso del sito – “Rovereto violenta” – gioca sui toni apocalittici con cui spesso politici e organi d’informazione descrivono il presunto degrado della loro città. E chi si collega a questa pagina, di solito politicamente vicino, si adegua al tono educatamente ironico che lo caratterizza anche nelle critiche più accese agli avversari.

Il piatto forte, naturalmente, sono le beghe roveretane, dalle contestate iniziative natalizie di Agostino Carollo alle misure anti-degrado dell’amministrazione comunale (“I mozziconi ospitateli a casa vostra!”), alla rischiosa condizione dei ciclisti nel traffico cittadino, fino al presepe antiabortista sulla scalinata di S. Rocco, allestito dalle “Sentinelle in piedi” con una profusione di minuscoli feti in plastica, sul quale i commenti si moltiplicano: “Ma a parte le battute, una domanda seria. Dove ha preso i feti di plastica?”. “Ma è l’equivalente cristiano dell’Isis che fa ste robe?”.

Poi ci sono le minuzie, notiziole o proteste tratte da altri media, indicative del clima che stiamo vivendo: “Oggi sono andata al Conad… viavai di neri, bianchi, marron che spacciano e rompon le balle. E nel parcheggio sotterraneo è da aver paura. Per fortuna siamo in un’isola felice!”, o semplicemente divertenti: “È possibile sapere perché la ditta che esegue i lavori di riqualificazione di via Fontana-via S. Caterina termina alle 18 e la ditta che esegue i lavori di viale Trento alle 20? Due ore al giorno per 5 giorni sono 10 ore, una giornata guadagnata!!!”. Ma anche queste meritano una risposta: “Ma non ci ha detto a che ora iniziano le due ditte. Senza questo dato, tutto è inutile”. “Lavori che terminano alle 18=2 ore in meno di rumore e disturbo. Fortunati quelli di via Dante!”.

Passando alle cronache del capoluogo, uno dei temi più dibattuti nello scorso anno, è stato il Day Pride: “Mentre siamo ai blocchi di partenza del blasfemo pride, cari paladini della famiglia tradizionale ed eterosessuali a disagio con la propria sessualità, ripassiamo i commenti più ricorrenti sotto gli articoli dedicati a questa manifestazione, in modo che possiate inventarne di più fantasiosi:

  • Che schifo! (siamo tutte creature di dio, ma prima di scriverlo proverei a cambiare la tua foto del profilo)
  • Dovremo camminare tutti con le spalle al muro (purtroppo per te di solito i gay hanno buon gusto)
  • Ma carnevale non è a febbraio? (disse quello vestito da enorme pene durante la Strongmanrun)
  • E se li vedono i bambini? (tranquillo, sono stati indottrinati con dei libri gender)
  • Non capisco questo esibizionismo (neanche noi, ma non ci pare giusto impedire le processioni con flagellanti e statue della madonna e santi martiri)
  • È una cosa contronatura (anche l’uso del fuoco, torniamo alla carne cruda)
  • Non ho nulla contro i gay ma… (no, guarda fermiamoci qui)”.

Geniale l’aggiunta di un lettore: “Un giorno scopriremo quel luogo incantato dove risiedono tutti gli amici gay degli omofobi”. Ma il mistero è svelato: “È un unico gay, ma con un’infinità di amici stronzi”.

E c’è spazio anche per certi deliri provenienti dalla periferia. Dal giornale online “Il Dolomiti”, apprendiamo che il consigliere Cia ha presentato un’interrogazione su una supposta moschea in attività a Storo. Al sindaco che sostiene trattarsi di un’associazione culturale, Cia replica trionfante: “All’interno pregano”.

Facili le repliche: “Anche nelle chiese pare che si preghi. Pare perché son decenni che non le frequento. Nelle moschee non penso che si allevino mosche”.

Cioè, se stanno seduti a giocare a briscola bestemmiando va bene? Qualcuno me la spiega?”.

Mia zia si trovava spesso con un gruppetto di amiche a dire il rosario, purtroppo non c’era un eroe in grado di fermarle al grido di ‘Lì si prega’”.

Concludiamo condividendo il giudizio della giornalista dell’Adige Barbara Goio: “Sono molto preoccupata: trovo parole di saggezza in una pagina satirica, e germi di follia nelle pagine ufficiali governative”.

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