Menù
Home
QT
Questotrentino
Mensile di informazione e approfondimento
Utente
Cerca

Lagorai, ennesima speculazione

L'appello di un iscritto alla SAT da oltre cinquant'anni: se il piano di trasformare questa valle è approvato dalla SAT sarò costretto a restituire la tessera.

ing. Lorenzo Fellin

Mi è giunta notizia dell’appello di 28 soci SAT contro l’ennesima speculazione che sembra abbattersi sul Lagorai con l’annunciata trasformazione di malga Lagorai. Sono iscritto alla SAT di Predazzo da oltre 50 anni, pur risiedendo a Padova, e sono un frequentatore assiduo della catena del Lagorai, l’unica catena montuosa relativamente sopravvissuta al turismo di massa.

L’insipienza della Provincia di Trento ha già benedetto insanabili ferite a questa magnifica catena, con gli impianti del Cermis, della Tognola, di Punta Ces e col progetto (speriamo sulla carta) del collegamento Passo Rolle-San Martino. Anche le strade di penetrazione su entrambi i versanti, inizialmente strade forestali chiuse con barriera, sono divenute piste automobilistiche per l’interesse di turisti a caccia di funghi. Si sta ripetendo il copione che, per il lucro di pochi, sta gradualmente erodendo quel mondo di valori che la montagna rappresenta. Invano ci siamo battuti contro lo scellerato scempio della val Giumela; il gruppo del Brenta sembra ormai vulnerabile ad ogni sorta di caroselli. E ora anche il Lagorai con il Piano della Translagorai, in realtà un cavallo di Troia per la banalizzazione di questa catena. Amici trentini mi dicono che questo piano è stato pure approvato dalla mia amata SAT: spero che questa notizia non sia vera; in caso contrario mi vedrei costretto a restituire la tessera.

Ciò che più colpisce è la miopia con cui l’Ente pubblico affronta il problema della conservazione per le future generazioni di un patrimonio di inestimabile valore. Come si potrà restituire a chi viene dopo di noi il piacere e l’emozione che derivano dal percorrere lunghi sentieri senza il rombo dei motori, senza caroselli di mountan bike, senza il chiasso infernale di mostruosi impianti di diffusione sonora urlanti, fino a far sparire animali e volatili? (si veda il degrado a cui è scesa la bellissima località di Castelir, in quel di Bellamonte). Anche gli Enti non propriamente pubblici ci mettono del loro: come ha potuto concedere, la Regola Feudale, la realizzazione di quella obbrobriosa Disneyland a Gardonè, in Fiemme? Tutti pessimi esempi di un’indecente linea di tendenza in spregio al buon senso e che contraddicono le vuote parole lanciate dagli stessi politici a favore dell’ambiente.

Sono troppo anziano per le marce su Trento contro questi tentativi speculativi, ma cercherò di appoggiare qualunque iniziativa diretta a stroncare l’assedio alle nostre montagne.

Parole chiave:

Commenti (0)

Nessun commento.

Scrivi un commento

L'indirizzo e-mail non sarà pubblicato. Gli utenti registrati non devono inserire altre verifiche e possono modificare il proprio commento dopo averlo inserito.

Riporta il codice di 5 lettere minuscole scritto nell'immagine. Puoi generare un nuovo codice cliccando qui .

Attenzione: Questotrentino si riserva la facoltà di cancellare commenti inopportuni.