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Gli alpini non si toccano Le donne sì

Molestie al raduno degli Alpini: reazioni e difese d'ufficio

Anche trecentomila commercialisti, o impiegati postali, o ragionieri... lascerebbero tra tanti bei ricordi qualche pessima traccia della loro invasione... Molti maschi di homo sapiens ritengono che mostrare apprezzamento per la presenza femminile emettendo rumori, allungando le mani e in casi estremi mostrando i genitali sia qualcosa che la femmina gradisce. Così effettivamente accade, secondo gli etologi, fra gli oranghi. Il maschio di homo sapiens è ancora in una fase di transizione. Speriamo che acceleri”. Così Michele Serra a proposito dei casi di molestie verificatesi durante la recente adunata degli alpini a Rimini.

Il fatto è che i commercialisti e i postini non organizzano adunate oceaniche, gli alpini sì.

Nel 2018, dopo il verificarsi di situazioni analoghe, i dirigenti dell'Associazione Nazionale Alpini dichiaravano: “Nessun caso di molestie ci è stato segnalato... Qualcuno vuol montare uno scandalo e infangare volontari sempre pronti a mobilitarsi per la pace e per il Paese”.

Poi, moltiplicatesi le segnalazioni, ci fu un'apprezzabile marcia indietro, con un comunicato che mentre ricorda “il grande clima di gioia che gli alpini hanno saputo trasmettere, insieme ad un grande sentimento di pace e di fratellanza”, al contempo “condanna fermamente ogni atteggiamento che possa aver dato adito a situazioni spiacevoli nei confronti delle donne ed esprime piena solidarietà verso chiunque si sia sentita molestata o a disagio”. La lezione è servita? Fino a un certo punto.

Dopo le prime notizie di episodi verificatisi a Rimini, il presidente dell'ANA Sebastiano Favero dichiarava: “A noi non risultano né denunce, né segnalazioni. Ho parlato con le forze dell’ordine e ho chiesto se ci fossero state denunce. La risposta è stata negativa. È chiaro che, se ci sono denunce circoscritte e circostanziate, prenderemo provvedimenti... Non possiamo procedere sul sentito dire. Servono i fatti e le denunce che, al momento, non ci risultano”.

Video e testimonianze non bastano. Ci vogliono le denunce? E anche le denunce arrivano e finalmente la musica cambia. Durissimo il presidente della sezione ANA di Trento, Paolo Frizzi: “Bisognerà fare una valutazione serissima ed estremamente attenta di quanto successo. E una volta individuati i responsabili, se verrà confermato che si tratta di alpini andranno puniti con forza, speriamo non solo dall'ANA ma anche dalla giustizia. Non si tratta di essere "semplicemente" maleducati: queste persone sono dei criminali, stiamo parlando di reati veri e propri. Se c'è ancora chi pensa che mettere la mano sul sedere di una ragazza sia cosa di poco conto, non ha capito che sta commettendo un reato”.

Dovrebbe essere superfluo ripetere che il problema non è in questo o quel gruppo di persone, ma in una mentalità ancora diffusa tra gli uomini: pensiamo alle frequenti risse all'uscita dalle discoteche per commenti sgraditi rivolti a una ragazza.

In casi di quel genere, come in seguito a certi comportamenti delle forze dell'ordine (due casi per tutti: l'uccisione di Stefano Cucchi e di Federico Aldrovandi), nessuno accusò indistintamente tutti i giovani e tutti i poliziotti. Come nessuno ha attaccato tout-court il corpo degli alpini in quanto tale. Eppure, come in quei casi tanto più gravi, anche qui da parte di alcuni è scattata subito una immotivata difesa d'ufficio.

Roberto Paccher (Lega): "Giù le mani dagli alpini. Sono preziosi presidi di socialità... Oggi nell’aula del consiglio provinciale la sinistra, e una buona parte dell’opposizione, ha chiesto che l’Ana condanni le presunte violenze avvenute nel fine settimana a Rimini. Il centrosinistra in questo modo rischia di offuscare tutto quanto di bene fanno le penne nere al fianco della gente per degli episodi tutti da chiarire”.

Luca Guglielmi (Fassa)stigmatizza la grave strumentalizzazione dei fatti di Rimini contro il corpo degli alpini occorsa oggi in Consiglio provinciale da parte di alcuni consiglieri”.

Stefano Zecchi, presidente del Muse: “È stato messo sotto accusa un modo d'essere inoffensivo e una tradizione”.

Roberto Dipiazza, sindaco di Trieste (Forza Italia): “Ma stiamo scherzando? Una ha detto: mi hanno detto che ho un bel paio di gambe e mi sono sentita violentata. Quando vediamo passare una bella ragazza, cosa pensiamo? Siamo maschi. Ma stiamo scherzando? Se le avessero detto hai un bel culo, cosa avrebbe fatto allora? Viva gli Alpini!”.

Libero: “«Ieri stavo rientrando a casa - scrive una tizia- e sono stata molestata da alcuni alpini che mi hanno urlato: 'Ciao, bella figa, perché non vieni con noi?' Ma se dire 'Bella figa' a una donna significa violentarla, cosa dovrebbero dire quelle violentate veramente?”.

Il Giornale: “Nella lunghissima tradizione dei raduni alpini mai nessuna denuncia di molestie ha macchiato le adunate delle penne nere”.

Il tenore di queste ed altre analoghe dichiarazioni ci suggerisce anche una constatazione: fra destra e sinistra, checché si dica, c'è ancora una bella differenza!