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Viagra: per vedere l’effetto che fa

Un giornalista prova per i lettori la pillola dell'amore. Il suo avvincente resoconto.

La notizia ci sarebbe stata comunque: o le farmacie, finalmente rifornite di Viagra, sarebbero state prese d'assalto da torme di assatanati e allora c'era di che sbizzarrirsi con gli articoli di colore; oppure poteva succedere poco o niente, e allora si doveva quanto meno spiegare come mai le cose non erano andate secondo le previsioni.

All'Alto Adige, giustamente sospettando che la notizia- Viagra avesse ormai saturato sia l'interesse che la pazienza dei lettori, hanno seguito molto sobriamente l'arrivo in farmacia della famosa pillola: il 14 ottobre con l'annuncio dell'avvenimento, e il giorno dopo con una breve cronaca su come erano andate le cose ( "Ma i trentini snobbano la pillola dell'amore").

L'Adige non si accontenta di così poco: anzitutto sonda le farmacie di mezzo Trentino, dalle quali ricava però le stesse, sconsolanti conclusioni: nel giorno del debutto, il Viagra non tira, non si vende: chi proprio lo voleva probabilmente se l'è già procurato a San Marino, o forse aspetta qualche giorno per far apparire il suo acquisto più 'normale' ; e magari anche per evitare l'imbarazzante assalto dei giornalisti. Ma non basta. Il pezzo forte della pagina è il lungo resoconto di un anonimo cronista, che, per vedere l'effetto che fa, ingoia una pastiglia di Viagra dopo averla acquistata fra indicibili sofferenze ("il sorrisetto del farmacista", "mi sentivo come quel classico minorenne che va in edicola a comperarsi una rivista porno", ecc.). Un acquisto tanto più sofferto, in quanto, a suo dire, lui non ne avrebbe assolutamente bisogno: è vero che l'articolo non è firmato e non c'è quindi il rischio di passare per impotenti agli occhi dei lettori, ma i colleghi dell'Adige è bene che lo sappiano, e allo scopo ricompare più volte l'assicurazione che lui, quanto a funzionalità sessuale, è normalissimo, malgrado il "lavoro usurante " con cui si guadagna il pane. Quanto "usurante " lo vedremo fra poco.

A questo punto, per poterci fornire qualche utile informazione, il giornalista cavia avrebbe dovuto procedere a una qualche pratica sessuale, ma la moglie è irremovibile: "Niente sesso con chi si affida alle medicine invece che all'eccitazione e al mistero senza fine bello del sesso ". Rivolgersi altrove? Procedere manualmente? E poi chi si azzarda a raccontarlo? Il pezzo, comunque va scritto, e allora... "Aspetto affidandomi alla chimica", ma con scarsa soddisfazione. Solo "dopo 40 minuti, mi rendo conto che ci sono segnali di timido risveglio e la strana sensazione di un corpo estraneo ma saldamente attaccato. Qualcosa che non è più parte di te, che ti pare stia viaggiando in una dimensione non tua... Una parte di tè che resta lì come un aereo che non prende il volo, un passerotto immobile..."

Il nostro, per scrupolo professionale o privata curiosità, se ne resta seduto per ben due ore concentrato sul suo "passerotto", con la sempre più flebile speranza di vederlo trasformato in "una sorta di riproduzione della colonna Troiana ". Ma niente, "quel membro della mia comunità individuale si rifiuta di obbedire e non sa nemmeno lui se ritirarsi dalla partita oppure spiccare il volo. (...) Nessun piacere, nessun particolare trasporto verso la passeggera del sedile accanto" e per fortuna! "E così resti ad aspettare qualche evento. Ma non avviene nulla. Ne avanti, ne indietro. In mezzo al guado".

Ora, con tutta l'informazione che c'è stata in proposito, è impossibile che il giornalista ignori che il Viagra non è un afrodisiaco capace di far decollare il desiderio in assenza di stimoli, ma un medicinale che aiuta chi ha problemi idraulico-meccanici. Difatti lo sa, e a un certo punto lo dice anche. Ma allora a che serve il suo esperimento? Ad andare in cerca di effetti collaterali?

Ma veniamo alla conclusione. Quando finalmente si convince che non accadrà nulla di quanto sapeva non poter accadere, al volonteroso inviato sul fronte del porno resta solo "una grande spossatezza, come se avessi consumato tutte le mie energie nella più grande battaglia della mia vita. Spompato, distrutto, mi rendo conto che devo anche scrivere".

Già, il lettore deve sapere...

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