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QT n. 19, 7 novembre 1998 Servizi

Famiglia, lavoro e poi la politica

Incontro con 5 donne candidate in tre diverse liste: il rifiuto di essere specie protetta, la volontà di rappresentare tutta la società; e le tante difficoltà, culturali e pratiche.

La politica, soprattutto in Italia. è maschile: nessun capo di governo donna, nessun segretario di partito, la proposta di Giuliano Amato di eleggere una donna a capo dello Stato, liquidata come una "provocazione " io ho detto una donna, non un coleottero" è stata la replica). E anche in Trentino non si scherza: la tabella a fianco illustra la minorità della presenza femminile nelle liste: minorità che presumibilmente si accentuerà quando si conteranno gli eletti, eppure le donne sono il 52% dell'elettorato... Quali le motivazioni di questa situazione? E come la vivono le donne che si presentano nelle varie liste? E soprattutto, attribuiscono significati particolari a questa loro presenza? Di questo abbiamo parlato con alcune candidate: Cristina Dal Piaz e Maria Elisa Meroni (Forza Italia). Gabriella Zanini (Lista Civica). Cinzia Fedrizzi e Gabriella Vindimian (Democratici di Sinistra).

Partiamo da una considerazione variamente dibattuta: ritenete che la presenza delle donne in politica, e in queste elezioni in particolare, abbia un significato specifico?

Fedrizzi: La presenza femminile ha un significato importante. soprattutto in questo momento: oltre al fatto simbolico che si tratta delle elezioni di fine millennio, si tratta comunque di un passaggio elettorale importante. E come in tutte le elezioni importanti, la presenza femminile è molto scarsa, perché quelle delle donne sono considerate candidature deboli. E' il sintomo evidente di un atteggiamento maschilista. Per quanto riguarda la lista dei DS. la presenza femminile è comunque massiccia rispetto ad altre: 11 donne su 35 candidati. E' un segnale in controtendenza, anche perché sono state scelte delle donne che si occupano di cose al di fuori dei settori solitamente affidati alle donne (scuola, sanità, famiglia...).

In sostanza: lei, che lavora in banca, si considera un'esperta di temi economici e non obbligatoriamente come donna di asili nido e analoghi temi sociali...

Fedrizzi: Io non voglio rappresentare solamente le donne: voglio rappresentare tutti quelli che mi voteranno. Naturalmente, poi, filtro la realtà attraverso il mio essere donna.

Dal Piaz: Credo che questo sia l'atteggiamento di tutte le donne che hanno deciso di candidare, indipendentemente dal partito di appartenenza. Non si candida per rappresentare una sola categoria di persone.

Quanto a Forza Italia, la rappresentanza femminile e decisamente scarsa (siamo in tre), ma va ricordato che siamo una forza politica nata di recente a Trento. L'ostacolo principale è che fra il lavoro e la famiglia, è difficile trovare tempo da dedicare ali 'impegno politico. Molto dipende dunque dal carico familiare (la presenza o meno di figli) e dal rapporto che hai col tuo compagno.

Non c'entra anche una prevenzione maschilista. magari presente fra le stesse donne?

Dal Piaz:C'è sicuramente una certa allergia, abbastanza generalizzata, nei confronti della donna che cerca di emergere. E' una diffidenza presente più o meno in ogni ambiente di lavoro: appena cominci ad importi, subito vieni considerata una prevaricatrice, o un caratteraccio, o una che deve rifarsi dei cattivi rapporti che ha col marito.

Zanini: Nella mia esperienza io non ho questa percezione dì un ostruzionismo maschile: forse perchè ho iniziato a fare certe cose prima di altri. Quando ho costituito il primo gruppo verde nel mio comune (Mezzocorona), non c'era nessuno che potesse ostacolarmi; quando abbiamo fatto la fusione della lista civica progressista non c'era una grande ressa, e quindi... Nemmeno adesso, d'altronde, nella lista della Margherita (dove le donne sono quattro) avverto qualche ostilità. Da noi la presenza femminile è sì ridotta, ma soprattutto perché la città dì Trento non ha saputo esprimere una donna: le nostre candidate vengono tutte dalla periferia. Più in generale, è fondamentale la situazione familiare: il fatto di vivere e di lavorare con delle persone che rendono compatibile l'impegno politico con quello familiare e professionale. C'è poi molta timidezza nelle donne, molta fatica a fare questo passo nel pubblico, a buttarsi in agone dove hai paura di ritrovarti con le ossa rotte, in un campo dove possono esserci contrasti, attacchi personali, ecc.

Vindimian: lo lavoro in un ambiente prettamente maschile (l'istituto Agrario) e indubbiamente, per arrivare agli stessi livelli di un uomo, noi dobbiamo lavorare il doppio, stando molto attente a non sbagliare, perché ogni errore rischia di venir attribuito al nostro essere donne. Quando sono diventata assessora a Lavis, mi han chiesto: 'E adesso cosa vuoi fare, dove vuoi arrivare?''. Non credo che a un uomo avrebbero detto una cosa del cenere. La presenza femminile in politica è importante: proprio la nostra necessita di dover contemperare il lavoro, la famiglia e la politica, ci da una forma mentis, uno spirito organizzativo che nell'attività pubblica sono preziosi.

Fedrizzi: Questa capacità di fare tante cose insieme e la nostra forza e la nostra debolezza. Quando un uomo svolge una certa attività, è quello dalla mattina alla sera: non ricopre altri ruoli. Una donna riesce invece a calarsi più facilmente in ruoli diversi, ma ovviamente non con la stessa concentrazione di chi si dedica sempre alla stessa cosa.

Meroni: Una donna, il tempo per l'impegno esterno deve rubarlo alla famiglia, organizzandosi in modo puntuale. lo sono in Forza Italia da 4 anni e all'inizio non ho riscontrato nessuna difficoltà; i problemi li avverto più adesso, dopo che all'interno del partito è stata creata una struttura femminile, che noi non avremmo neanche voluto, ma che è stata decisa a livello nazionale. A quel punto è sorta qualche difficoltà: la struttura femminile era nostra, ma il partito in quanto tale, a volte ci sembrava che fosse prerogativa maschile. Salvo poi le richieste di candidare al momento delle elezioni.

Vindimian: Un 'altra circostanza rende difficile l'impegno politico delle donne: almeno per la mia generazione, sia il lavoro che altre attività spesso sono vissute con un certo senso di colpa, perché ci sembra di sottrarre del tempo alla famiglia.

Zanini: Quello che dici mi fa pensare a una cosa che spesso capita nelle categorie professionali: io trovo deleterio che si parli di medico donna, di farmacista donna...: lo trovo il peggior modo di creare una condizione di segregazione interna. E mi compiaccio di constatare che alle donne, ormai, non interessa più di vedere, nei programmi elettorali, il capitoletto specifico dedicato a loro...

Fedrizzi: La nostra vita fa anche delle iniziative 'di genere', dedicate cioè in specifico anche alle donne (ad esempio su donne e lavoro). Ricordiamoci che esiste un ministero delle Pari Opportunità incaricato di vigilare sul rispetto di certe leggi e certi princìpi, e questo vuol dire che c'è ancora qualcosa che non funziona.

Zanini: lo non voglio contestare la necessità di dedicare attenzione a queste tematiche: dico che nella percezione della gente comune, grazie a Dio non viene sentita l'esigenza di sentirsi aggregate a tutti i costi in un comune mondo femminile per poter parlare di politica.

Meroni: Però anche a Trento sta nascendo il "Consiglio comunale delle donne", che riunirà tulle le elette a livello comunale e circoscrizionale, oltre a rappresentanti di varie categorie. E' stato presentato il mese scorso dalla ministra Finocchiaro e quando alla circoscrizione dell'Argentario, dove sono consigliera, è arrivata la richiesta di un parere sulla sua fattibilità, non vi dico i commenti degli uomini: ma in questo caso anche io e le altre due donne elette in circoscrizione eravamo critiche, perché ci sembrava un ritorno alle origini: a una visione delle donne come specie da proteggere, come i panda.

Vindimian: II "Consiglio comunale delle donne " è, a livello locale, un po' come il ministero delle Pari Opportunità a Roma. So ad esempio che il "Consiglio delle donne" di Trento si sta occupando soprattutto dei tempi della città, che sono un problema vissuto soprattutto dal mondo femminile. La denominazione è forse inopportuna, può trarre in inganno, ma non vuole essere un doppione del Consiglio comunale.

Dal Piaz: Una forza politica deve consentire alle donne di esprimere le proprie capacità, senza però ghettizzarle. "Azzurro Donna ", l'organizzazione femminile di Forza Italia, forse non avrebbe neanche motivo di esistere, se non per rispettare la sensibilità a certe problematiche che una donna, per sua natura, solitamente ha.

Secondo voi, come possono essere valutate le non molte esperienze di donne consigliere e assessore a livello provinciale, cioè là dove c'è più visibilità e più potere?

Vindimian: Perché non chiederci invece come sono gli uomini che comandano in Trentino? Le donne in posizioni di rilievo, al momento, sono rare, ed è quindi difficile dare una valutazione.

Dal Piaz: Sta di fatto che, in politica come nel lavoro, devi essere molto più in gamba di un uomo per ottenere gli stessi riconoscimenti.

Gli organi di informazione, a vostro avviso, come si sono comportati nei confronti delle donne elette?

Zanini: Secondo me la stampa ha delle posizioni decisamente discriminatorie, usando nei confronti delle donne dei metri di valutazione che agli uomini non vengono applicati. Le banalità e le ironie sull'aspetto fisico, ad esempio, toccano solo le donne. Nessuno si sogna di scherzare sulla bruttezza di un politico uomo. Sono cadute di tono che non mi agitano più di tanto, ma che sono sintomatiche di un timore di fronte a una situazione che va cambiando e che il mondo maschile, anche inconsciamente, vorrebbe fermare.

Fedrizzi: Nelle professioni in cui la donna può arrivare tramite concorsi ed esami, non ci sono grandi difficoltà, perché chi la valuta non la vede, essendo le prove scritte anonime. Una volta assunta, la donna però fa fatica a progredire nella carriera. Ad esempio, in banca la maggioranza delle nuove assunzioni riguarda le donne, che però, poi, non vanno avanti, perché il filtro, solitamente, è costituito da un giudizio maschile. Del resto, spesso è la donna stessa a non fidarsi di un 'altra donna: leggevo in una statistica che su un campione di 1.000 elettrici, solo il 30,7% si diceva disponibile a dare il proprio voto a una donna. Una certa responsabilità, comunque, ricade su di noi, che troppe volte ci tiriamo indietro, non affrontiamo determinati mondi, e dunque diventa poi faticoso sfondare.

Dal Piaz: Se a un maschietto chiedono di candidare, la risposta di solito è immediata. Quando la richiesta è fatta a una donna, la risposta è più ponderata. Io ci ho messo tre mesi e mezzo per decidere. Forse le donne, oltre a una certa ritrosia, tendono ad interrogarsi di più sulla propria capacità di essere all'altezza: una questione di scarsa autostima o di eccessivo spirito autocritico...