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Lo stop della Cassazione

La legge Cirami non è bastata.

Sono stati riacciuffati sulla via di fuga verso l’impunità quando ormai erano arrivati alla porta del "legittimo sospetto". La Cassazione a Sezioni Unite ha chiuso la porta e ha dichiarato che il sospetto di Berlusconi e di Previti era illegittimo. La Milano livida e rabbiosa descritta dagli avvocati difensori degli imputati non esiste: un miraggio svanito grazie all’attenta analisi dei fatti. La Cassazione ha constatato infatti che a Milano non ci sono (come vuole la legge) gravi situazioni locali che possano turbare lo svolgimento del processo o pregiudicare la libera determinazione delle persone (giudici, avvocati, parti civili) che partecipano al dibattimento.

La legge Cirami si è rivelata inutile. Lo constato con soddisfazione, perché lo avevo previsto in tempo non sospetto sulle colonne di questa rivista.

La sentenza della Cassazione dovrebbe essere giudicata positivamente da ogni democratico, perché dimostra che il potere politico non può fare tutto ciò che vuole, anche se ci prova con veemenza. La Cassazione ha ribadito che la legge deve essere uguale per tutti, anche per Previti e Berlusconi. E’ una vittoria giudiziaria per lo Stato di diritto, che dalla sentenza ha ricevuto una forte dose di ricostituente. E’ anche una vittoria della democrazia nei confronti di coloro che avevano utilizzato il Governo e messo a soqquadro il Parlamento per fatti personali e privati: le rogatorie, il falso in bilancio, il conflitto di interessi e infine la Cirami. Berlusconi, Previti, Squillante e compagnia dovevano poter evadere legalmente dai reati di cui sono imputati: compravendita di sentenze, corruzione di giudici e altre piccolezze. La Cassazione li ha stoppati. La menzogna si è sgonfiata. Si torna a Milano, dove i processi potranno continuare e concludersi, finalmente.

Le reazioni di alcuni esponenti del centro-destra erano prevedibili.

L’ineffabile avvocato Carlo Taormina ha definito la sentenza "una prevaricazione di tipo politico". L’avvocato Gaetano Pecorella, difensore di Berlusconi ma anche Presidente della Commissione giustizia, ha detto che ora "avere fiducia nella Magistratura è difficile". Si capiscono lo scoramento e la rabbia di chi ha perso. Ma Berlusconi ha esagerato affermando che "questa era una partita truccata". Dovrebbe rileggere il Foglio del suo ex ministro Giuliano Ferrara, che prima della sentenza scriveva che il Collegio delle Sezioni Unite era composto da giudici prestigiosi, assolutamente insospettabili di qualunque partigianeria, abituati a ragionare e a decidere esclusivamente sul filo del diritto.

Così è, in verità! E per una volta almeno sono d’accordo con Giuliano Ferrara.