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QT n. 20, 22 novembre 2003 Servizi

Volonterosi, capaci e... Pensionati

Progetto “Argento vivo”: un ponte fra i sessantenni e il volontariato.

Sprecare risorse: quasi una bestemmia per la nostra società industriale necessariamente legata alle disponibilità energetiche presenti. E quando non ci riferiamo alla società industriale ma alla società dei servizi, il nesso con l’energia non viene a cadere, anzi si rinsalda, sostituendo alle risorse energetiche comunemente intese, quelle umane.

Nella prospettiva di arginare qualsiasi spreco di questo tipo, l’associazione AMA (Auto Mutuo Aiuto) di Trento, in collaborazione con Piazza Grande Professional, ha pensato di farsi promotrice di un progetto chiamato "Argento vivo" che si pone la doppia finalità di valorizzare le persone anziane ancora in grado di offrire il proprio tempo e le proprie capacità e di indirizzarle verso associazioni di volontariato che necessitano di nuova linfa per continuare a garantire la loro presenza nel tessuto sociale.

In questi giorni è stata inviata una lettera di invito a partecipare alla presentazione del progetto (24 e 27 novembre, ore 17 presso l’Oratorio del Duomo) a tutti i cittadini di età compresa tra i 60 e i 69 anni residenti nel comune di Trento e che siano interessati a offrire parte del proprio tempo per le attività di alcune associazioni del territorio. In tali occasioni verranno illustrate le motivazioni e le finalità di "Argento vivo", verranno raccolte le impressioni e i pareri dei potenziali partecipanti, mentre le associazioni che hanno aderito al progetto si confronteranno evidenziando le diverse esigenze che le caratterizzano.

Cosa si propone di fare in concreto il progetto? Lo abbiamo chiesto al coordinatore responsabile, Dario Pedrotti.

Da dove parte l’idea di "Argento vivo"?

"Parte dalla constatazione che oggi molte persone ancora in grado di svolgere svariate attività, pur trovandosi al momento della pensione ad avere molto tempo libero non sanno come impiegarlo, poiché magari per anni sono state impegnate soltanto nel lavoro e non sono entrate a far parte di quelle reti di conoscenze che permette spesso di scoprire le associazioni di volontariato. Proprio per facilitare il rapporto tra associazioni e persone anziane abbiamo pensato di spedire un invito personale alla duplice presentazione del progetto".

"Argento vivo" si pone dunque come intermediario tra le associazioni e gli anziani?

"Non solo. Se da un lato ha il compito di mettere in contatto i volontari con le associazioni, dall’altro si propone di accompagnare gli stessi anziani aderenti al progetto all’interno di un percorso comune, che prevede alcuni incontri in cui possano trovarsi per raccontare e descrivere le loro esperienze, tra esigenze condivise e peculiarità specifiche".

Una sorta di rielaborazione collettiva dell’esperienza, insomma. Come si svolgerà il contatto tra gli anziani e le associazioni?

"Ogni persona, all’incontro del 27 novembre, potrà conoscere quali sono le associazioni coinvolte e quali esigenze ed offerte hanno. In seguito deciderà dove prestare il servizio, in relazione ai suoi interessi, le sue competenze e la disponibilità di tempo. In ogni caso si prevede un periodo di tirocinio in cui potrà valutare se la scelta fatta sia consona alle sue aspettative e a quelle dell’associazione. In caso contrario potrà decidere di modificare la propria decisione senza particolari problemi per l’ente o eventuali suoi sensi di colpa".

Si può considerare il progetto un tentativo di sopperire alla futura mancanza dei giovani obiettori impegnati nelle associazioni con il servizio civile quando questo non sarà più obbligatorio?

"Sicuramente la mancanza degli obiettori in certi settori sarà molto pesante. Tuttavia non credo che il nostro progetto possa sostituire il servizio civile. Sia perché le persone coinvolte sono diverse per età, esperienza e competenza, sia perché diversi sono i compiti. Sarebbe impensabile che ad un aderente al progetto si prospettasse di garantire la presenza tutti i giorni per molte ore. Come del resto sarebbe impensabile affidargli magari montagne di carte da fotocopiare…".