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Satrapi che spalano merda

In politica vanno di moda le espressioni colorite. Va bene, ma che abbiano un senso...

Chi fosse interessato ai risvolti politici del contrasto in atto fra "Costruire Comunità" e la Margherita, sfogli il giornale fino a pag. 7 e sarà accontentato. Qui ci limitiamo ad alcune notazioni linguistiche di quella vicenda, senza dubbio secondarie ma che comunque ci sembrano indicative di un costume che da un decennio si è affermato in Italia. Un costume che non prevede più, nel linguaggio giornalistico, il termine "discussione", puntualmente sostituito da "polemica"; ed al vocabolo diverso corrisponde effettivamente un diverso modo di confrontarsi, che utilizza, al posto della contrapposizione anche dura di valutazioni, la metafora sarcastica e i calembours sferzanti; una sorta di Arcadia politichese piuttosto stucchevole, che si sviluppa rimbalzando da un contendente all’altro (vedi il "pane e cicoria" di Rutelli con i suoi sviluppi), nell’illusione di offrire, della politica, un’immagine disinvolta, spregiudicata, moderna, più vicina ai gusti della "gente". Con qualche probabilità di successo, ma a condizione di possedere la sensibilità, la cultura e la lucidità necessarie in questo gioco di fioretto. Il che spesso non si dà.

Mauro Betta

La troppo lunga ma doverosa premessa serve a introdurre due begli esempi di questo malvezzo, comparsi sui quotidiani locali di domenica 4 dicembre, entrambi a proposito – come dicevamo – della polemica (questa sì!) fra "Costruire Comunità" e Margherita.

Per cominciare, ecco Mauro Betta, coordinatore provinciale del partito di Dellai, replicare a Silvano Zucal e ai suoi amici di "Costruire Comunità" definendoli "satrapi della politica" che "appaiono puntualmente ed esternano, sempre con la stessa angolatura, prima di ogni consultazione elettorale".

Ci asteniamo da un giudizio nel merito della valutazione politica di Betta: ma - come già osservava Piergiorgio Cattani sul Trentino di lunedì 5 - che c’entrano i satrapi? Il dizionario Garzanti dà questa definizione di satrapo, in senso figurato: "Persona che ha grande potere e ne abusa". E lo Zanichelli: "Chi approfitta della propria carica per spadroneggiare sugli altri calpestando i loro diritti".

Quali poteri, quali abusi, quali diritti conculcati si possono attribuire a Zucal e compagni, i cui aspiranti candidati alle elezioni provinciali furono censurati e cassati proprio dalla Margherita?

A completare il nonsenso, la pagina del Trentino che riporta queste dichiarazioni le correda con due foto raffiguranti rispettivamente il paffuto volto di Betta e un incontro di "Costruire Comunità" con alcune persone piuttosto magre, seriose e quasi tristi. Dei Savonarola, a voler essere cattivi: il satrapo sembra proprio quell’altro, l’accusatore!

Giorgio Lunelli

Sull’Adige troviamo invece le dichiarazioni ruspanti del consigliere provinciale margheritino Giorgio Lunelli, che alle critiche dei presunti satrapi così risponde: "E’ tutta mattina che spalo neve, mentre altri spalano m… (i pudipondi puntini sono dell’Adige, n.d.r.). Sono stufo della gente che predica dal pulpito".

Qui il discorso è più complesso, ma l’immagine evocata comunque non regge: chi spala neve compie un gesto meritorio tendente a ripristinare una situazione di normalità. E parimenti si deve supporre che chi spala merda intenda liberare un’area da una presenza senza dubbio più fastidiosa della neve. Un’azione, dunque, ancor più lodevole.

E soprattutto: se c’è qualcuno che spala merda, evidentemente dev’esserci qualcun altro che ce l’ha portata.

Chi è stato?