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La Ferrari gratis

Le ultime avventure dello sciagurato aeroporto di Bolzano.

“Non si può paragonare la Ferrari a un’utilitaria”. L’ha scritto sull’Alto Adige un sostenitore dell’ampliamento dell’aeroporto di Bolzano, asserendo che anche se la maggiore parte dei mortali vanno a Verona o a Innsbruck, a Milano o a Monaco, a prendere aerei a prezzi sostenibili, ci saranno sempre coloro che, abituati appunto alla Ferrari, preferiranno pagare di più per partire comodamente da Bolzano.

Il discorso non fa una grinza. Se non per due particolari nient’affatto trascurabili: che la Ferrari in questo caso viene offerta dall’ente pubblico a pochi privilegiati con il denaro di chi deve accontentarsi delle utilitarie e che gli amanti della Ferrari non pagano neppure la benzina, perché in maggioranza viaggiano gratis. Per ciò che riguarda l’incremento turistico, che insieme alla comodità di pochi politici giustificherebbe lo sfacciato esborso, ci guadagnano gli operatori turistici delle località ben riparate dai danni ambientali causati dai voli, e pagano coloro che vivono vicino alla pista aeroportuale, ne sentono il rumore, ne respirano l’inquinamento, devono perdere terreni coltivabili.

L’aeroporto di Bolzano-San Giacomo non ha mai superato un bilancio costi-benefici. Pochi utenti, prezzo del biglietto insensato, molto rumore. Per vent’anni gli è stata negata l’autorizzazione per motivi di sicurezza. Poi, d’improvviso, il problema si è risolto. Progresso della tecnica o abbassamento dei livelli della sicurezza?

40 milioni di euro all’anno è più o meno, in crescendo, la cifra che la Provincia di Bolzano destina alla sua sopravvivenza, per ora grama. Nato da una truffa politico-mediatica, l’aeroporto di San Giacomo costituisce un segnale catastrofico della mancanza di realismo e del delirio di onnipotenza che ha invaso i politici al potere. Alla vigilia delle elezioni provinciali del 1998 la giunta provinciale mandò ad ogni famiglia una pubblicazione in cui venivano esposte esclusivamente le ragioni favorevoli alla realizzazione dell’aeroporto e in cui il presidente Durnwalder si impegnava a non dare mai un euro per questa infrastruttura, a mantenere i voli in numero limitato, e a non prolungare la pista. Due mesi dopo, la giunta stessa stanziò 30 milioni. A distanza di qualche anno, un “master plan” propone il prolungamento, l’apertura ai voli charter, l’ingrandimento dell’infrastruttura aeroportuale. Tutto a spese dell’ente pubblico.

A maggiore smentita di quell’opuscolo truffaldino, la giunta compera da sempre una gran quantità di biglietti, senza alcuno sconto. Questo tuttavia non basta. Gli aerei volano quando possono, e lo scontento è forte, anche da parte degli amanti delle Ferrari: 377 euro, senza flessibilità, per un Bolzano-Roma. Quindi, affermano coloro che gestiscono l’aeroporto e i loro sostenitori politici, si deve cambiare.

La popolazione della Bassa Atesina è contraria all’ampliamento. I politici che di lì provengono abbozzano, cercando una via d’uscita, mentre frequentano assiduamente l’aeroporto. Anche questa volta non esiste alcun esame che confronti i costi e i benefici. Eppure, come tralasciare la novità del costo insostenibile del carburante in un futuro assai prossimo, che metterà del tutto fuori mercato molti aeroporti e anzitutto quelli piccoli?

E mentre si respinge d’autorità la richiesta di referendum del comitato civico di Laives, nella certezza che la popolazione si esprimerebbe contro, e Provincia e Comune di Laives giocano al rimpallo in dispregio alla normativa urbanistica che prevede l’obbligatorietà del parere sulle varianti urbanistiche per infrastrutture sovracomunali, arriva la notizia che verranno istituiti autobus navetta per collegare la città all’aeroporto di Verona, in occasione dell’istituzione di voli low-cost al Catullo, nel quale oltretutto la Provincia ha una consistente partecipazione.

La domanda che tutti, a parte i pochi amanti della Ferrari “a gratis”, si pongono è: perché non istituire un servizio espresso e frequente di autobus per Verona e Innsbruck, che anche se fosse gratuito (ma non deve esserlo necessariamente) permetterebbe di risparmiare molte decine di milioni di euro e con quei soldi assumere gli assistenti geriatrici che nelle case di riposo per lungodegenti di Bolzano sono quasi tutti precari, istituire servizi, migliorare la sanità, finanziare le istituzioni culturali, fare un tram, eccetera eccetera?