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In difesa del Difensore Civico / 1

Antonio Pedrotti

Leggo del disegno di legge della Provinicia volto a togliere competenze al Difensore Civico. Un affondo che era da attendersi, per politici abituati da sempre a contare su istituzioni locali miserevolmente asservite al potere (parlo per esperienza personale). Per cui, se ve n’è una che per sua stessa natura può dar fastidio, sarà opportuno esautorarla.

La dott. Borgonovo Re, parlando di mafia locale, ha avuto il coraggio, coralmente riconosciuto, di esprimersi chiaramente. D’altra parte, anche il suo predecessore, il dott.Bortolotti, non è stato da meno, denunciando la presenza di ”ancora troppi sudditi e non cittadini... amministrazioni spesso insensibili”, ecc.

Che sia un piano eversivo contro l’establishment?O c’è del vero? Meno male che almeno il sindacato ora alza la voce. Mi chiedo poi quanto questa autonomia, ed in particolare il florido bilancio di cui essa dispone, serva alla gente comune. A fronte di un appannaggio pro capite dei trentini (secondo i numeri delle statistiche, ovviamente) almeno cinque volte superiore a quello del Veneto (situazione che crea invidia e corsa all’annessione nei comuni limitrofi), abbiamo appreso da una statistica ISTAT del 2003 che la Provincia di Trento annovera la maggior percentuale di famiglie povere di tutto il Centro-Nord Italia.

Può darsi che vi sia qualche inesattezza, ma il dato è comunque assai significativo. Sicuramente tutto questo denaro (finché dura la pacchia), oltre che foraggiare le varie clientele, ancor più rende inamovibile la classe politica locale, ed incontrastata l’arroganza del potere.