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L’inceneritore e il CDR

Premetto che per fare un progetto complesso come è quello del nuovo sistema di smaltimento dei rifiuti il Comune di Trento abbisogna di un forte ufficio tecnico.

L’attuale ufficio che si occupa dell’ambiente va pertanto rinforzato con l’apporto di un gruppo di lavoro ad hoc, nel quale far confluire le migliori esperienze utili alle quattro linee del progetto , che sono:

- linea di riduzione nella produzione dei rifiuti;

- linea per l’ottimizzazione della raccolta differenziata;

- linea di biostabilizzazione e trasporto ;

- linea utilizzo calore.

Solo con un forte ufficio tecnico il Comune sarà messo in grado di maneggiare le conoscenze ad oggi maturate nel settore e guidare una progettazione razionale del sistema.

Sinora si è rimasti alla finestra, assistendo al grande giuoco dell’inceneritore che doveva essere grande almeno come quello di Brescia, all’esperienza della quale ci eravamo riferiti. Ne è conseguita la battaglia per la negazione dell’inceneritore da molti intrapresa perdendo di vista l’aspetto più rilevante del progetto, quello rappresentato dalle quattro linee che ho prima citato. "Inceneritore no" è stato quindi l’ordine di battaglia.

Oggi, alla luce dell’Ordine del giorno votato in Comune di Trento il 4 ottobre, l’opinione pubblica, che trae linfa dall’informazione che esalta la notizia, spinge ancora nel semplificare la decisione assunta nella sintetica affermazione: "Inceneritore sì."

Profondamente sbagliato!

Assieme agli amici della maggioranza, con i quali abbiamo votato l’Ordine del giorno, si è molto approfondito il tema e nessuno ha mai sostenuto la necessità di fare l’inceneritore, a tutti i costi, anche in presenza di soluzioni diverse.

Ne è prova l’opportunità , tra le tante verifiche imposte dall’ODG, di valutare la possibilità di produrre il CDR.

Cercherò ora di chiarire questo punto per spiegare il perchè ho avuto fiducia nella maggioranza del Comune di Trento, sindaco in testa, ed ho votato l’ODG.

Il CDR, acronimo di Combustibile da Rifiuti, è un materiale prodotto attraverso una linea di bioessiccatori ed una linea di raffinazione ed imballaggio.

Nel processo di bioessiccazione il rifiuto, che residua dalla raccolta differenziata spinta sino al 65%, ancora sufficientemente ricco di materiale organico, viene fatto fermentare in un apposito impianto sino a perfetta maturazione nel giro di 8-10 giorni.

Al termine della maturazione il rifiuto residuo si presenta asciutto ed inodore e può essere depositato sotto una tettoia, senza inconvenienti, prima di essere trasportato presso un impianto di raffinazione.

La raffinazione del CDR grezzo, ossia ancora carico di residui non combustibili (metalli , vetro, terre, ecc.), avviene in un impianto di separazione meccanica, a freddo.

Il CDR raffinato, pari al 55% del CDR grezzo, possiede un contenuto energetico pari a circa 5000 Kcal / Kg, ossia la metà di un chilo di petrolio.

La raffinazione del CDR avviene in linea chiusa senza emissioni gassose, protetta da un involucro che contiene anche polveri e rumori.

Il CDR così raffinato è pronto per essere utilizzato in caldaia, al pari di qualsiasi combustibile solido.

Si tratta ora di individuare l’utilizzo finale, e tale tema ha rappresentato sinora la maggiore difficoltà.

Il basso costo del petrolio ha contribuito sinora a relegare tra i combustibili poveri e poco appetibili il CDR, da usarsi solo per "fare un piacere" a qualche azienda municipalizzata , disperata, che lo produceva.

Per di più l’ENEL, potenziale forte utilizzatore di CDR, trovandosi sino a qualche tempo fa in posizione di monopolio, nulla aveva da pensare circa il risparmio che poteva conseguire bruciando CDR raffinato nelle proprie centrali termoelettriche , in quanto il maggior costo che sopportava, bruciando petrolio, era tutto trasferito sull’utente italiano che , pantalone, pagava l’energia elettrica ai prezzi più alti d’Europa.

Oggi la faccenda è cambiata, si sta chiudendo il monopolio dell’Enel, altre aziende si sono ben piazzate sul mercato dell’energia, ed il fattore costo legato al combustibile diviene importante ed apre la strada ai combustibili poveri, come il CDR raffinato: l’esempio della centrale termoelettrica di Fusine, che brucia 40.000 tonnellate di CDR all’anno, ma anche altri esempi di centrali termoelettriche che si sono attrezzate ad hoc, sta a dimostrare che la strada per cedere il CDR raffinato si è aperta, liberando il processo finale del trattamento dei rifiuti urbani verso una soluzione razionale, ecologicamente compatibile, in perfetta sintonia con tutti i principi etici che guidano una società evoluta ed equa.

Naturalmente il CDR raffinato può essere anche bruciato presso una centrale termica, per riscaldare un quartiere, ad esempio, e può essere bruciato presso un cementificio.

La scelta finale per l’utilizzo del CDR raffinato è tutta nelle nostre mani, valutando la convenienza delle singole opportunità, avendo alle spalle un prodotto sicuro, biologicamente stabilizzato che si può conservare nel tempo sino al suo utilizzo termico.

Si farà una caldaia per riscaldare un quartiere di Trento? Ad oggi non lo so, è tutto da indagare, ma l’opportunità c’è.

Si aprirà una linea commerciale con una centrale termoelettrica come ha fatto il Comune di Venezia? E’ possibile.

Si aprirà una linea commerciale con uno o più cementifici come ha fatto il comprensorio Priula 3 di Treviso? Non solo è possibile, ma a mio parere è la linea commerciale più vantaggiosa.

Il nostro territorio possiede ben tre cementifici, dislocati strategicamente, nella Valle dei Laghi ed in Val di Non.

Aprire una linea commerciale del CDR richiede accordi complessi , ma non impossibili, in particolare quando gli impianti condividono lo stesso nostro territorio e possono contribuire a ridurre l’inquinamento che ci accomuna.

Prima di terminare questo breve appunto ricordo che la Comunità Europea e lo Stato Italiano promuovono la generazione di energia mediante combustibili alternativi ai combustibili fossili con i cosiddetti certificati verdi che assommano a circa 80 euro per tonnellata di rifiuto trasformato in CDR raffinato.

Con l’Ordine del giorno votato in Comune non si è quindi votato "Inceneritore sì", ma si è aperta finalmente la strada per la progettazione di un sistema moderno di trattamento dei rifiuti solidi urbani.

Ed a coloro che hanno minacciato di stracciare la tessera di Costruire Comunità chiedo di ritornare sui loro passi dando la loro fiducia all’ODG e certi, come ha chiaramente ricordato il capogruppo di Trento Democratica, gruppo politico nel quale siamo confluiti alle recenti elezioni comunali , che il progetto finale sui rifiuti sarà totalmente rivisto secondo le quattro linee citate in premessa, e non sarà da noi votato se non sarà stato sottoposto compiutamente a tutte le verifiche previste.