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La valle e l’alta velocità

"Dialogo in Valle"

Erano circa 15 anni che cercavamo inutilmente di far conoscere all’Italia la contrarietà, sulla base di solide argomentazioni tecniche, della popolazione della Valle di Susa (la valle "olimpica" in provincia di Torino) al progetto della linea ferroviaria ad alta velocità, erroneamente chiamata Torino-Lione (perché probabilmente Torino ne resterà tagliata fuori).

Ora siamo su tutte le pagine nazionali e sui TG, ma l’informazione è distorta: come tempo fa tentavano di far credere che ad opporsi fossero solo alcune frange di squatters, ora cercano di sminuire l’opposizione facendo credere che tutto sia frutto della sindrome "non-nel-mio-giardino".

Non neghiamo che alla base della mobilitazione popolare ci siano delle più che fondate - e crediamo legittime - preoccupazioni ambientali e legate alla salute, ma quello che ci rende ancor più determinati e che dovrebbe preoccupare tutti gli italiani intellettualmente onesti, soprattutto in momenti di finanziaria stretta, sono le motivazioni tecniche ed economiche, nel cui merito finora non siamo riusciti a far entrare nessuno dei nostri interlocutori, che continuano soltanto a rispondere a suon di luoghi comuni, ben sapendo che altrimenti non avrebbero argomentazioni.

E’ per questo che vi invito a visitare il sito www.legambientevalsusa.it, dove troverete tutti i documenti da cui sono tratti i dati che usiamo quotidianamente per contestare l’opera, documenti - badate bene! - dei proponenti stessi dell’opera.

Per quanto riguarda in specifico quello che è successo in questi ultimissimi giorni, cioè una vera e propria sollevazione popolare del tutto spontanea in conseguenza della militarizzazione di un territorio, voglio solo chiedere di riflettere, in tutta coscienza e indipendentemente dal colore politico, se si crede compatibile con uno Stato che si definisce democratico che, sul territorio del comune di Mompantero, vengano mantenuti per giorni dei posti di blocco in cui i residenti devono esibire ad ogni passaggio i documenti, dove è limitato il movimento agli stessi amministratori pubblici, dove viene impedito l’accesso ai non residenti, persino l’ingresso al cimitero nel giorno dedicato ai defunti!

A quelli che credono nella forza della verità: fate circolare queste notizie, perché qui non è più in ballo solo la vivibilità di una valle o il futuro economico della nostra nazione, qui è in ballo la democrazia!

Vi allego anche alcune fotografie, scattate il 1° novembre sulle pendici del monte Rocciamelone, a quota 850 metri, in cui sono ripresi i "pericolosi squatters", i "facinorosi rappresentanti dell’ala estremista del movimento no-tav" che contrastano l’accesso ai fondi alle forze dell’ordine.

Per inciso, a questo proposito, vorrei rimarcare che la quarantina di giovani carabinieri, poliziotti e finanzieri e il bellissimo pastore tedesco che sono saliti per quello stretto sentiero dovrebbero essere grati alla radicata convinzione nonviolenta dei suddetti facinorosi, perché la conformazione del luogo avrebbe potuto facilmente essere usata contro di loro con esiti veramente gravi: forse i facinorosi hanno avuto più buon senso di chi ha mandato lassù le forze dell’ordine.

Per la redazione di "Dialogo in Valle"
Marisa Ghiano