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Moena e i suoi amministratori

Mauro Defrancesco

L’approvazione della nuova legge urbanistica di Moena, voluta dall’assessore provinciale Gilmozzi, rappresenta una debole speranza dai contenuti interessanti.

In Trentino, si sono fatte delle buone leggi urbanistiche, spesso completamente disattese. Immaginare un futuro con meno seconde case e una viabilità potenziata, è oggi il minimo per poter affrontare seriamente altri temi di pianificazione territoriale e sviluppo sociale.

Appare in ogni caso difficile che l’amministrazione pubblica riesca con queste norme a contenere l’ennesima ondata speculativa che sta per abbattersi su Moena e più in generale su tutto il Trentino.

E’ evidente come da decenni le scelte strategiche per la valle, sono decise negli uffici degli immobiliaristi e degli impiantisti, piuttosto che nelle sedi istituzionali. I conflitti d’interesse appaiono completamente superati dal fatto che le leve del potere economico e istituzionale, privato e pubblico, coincidono nelle mani di poche persone.I primi della classe dovrebbero sempre dare il buon esempio, ed anche i più forti devono essere onesti e rispettare le regole della democrazia.

Moena è da anni al centro di gravi scandali urbanistici come Navalje, il polo scolastico, la tangenziale, e di operazioni disastrose come la variante al Piano Regolatore; ultima tessera in questo mosaico di disavventure, la nomina della nuova commissione edilizia.

Il sindaco ha dimostrato in varie occasioni evidenti limiti in materia urbanistica: amen, nessuno è perfetto. Come da tradizione, queste doti adesso sono portate a livello comprensoriale.

Recitava Petrolini interpretando la parodia di Nerone: "Quando il popolo si abitua, ti applaude anche se non fai niente". Ma quest’amministrazione, pur capace di "abituare" gli elettori, si trova poi in difficoltà nel gestire le vicende legate allo sviluppo urbanistico del paese. Dopo le elezioni sembravano aprirsi nuove possibilità per una concertazione seria in campo ambientale e urbanistico. Parte fondamentale, il rilancio delle commissioni che dovevano tornare ad avere un ruolo operativo di primo piano.

La nuova commissione edilizia doveva essere il banco di prova ideale per creare una sensibilità, invece è uscita una commissione scontata, di basso profilo culturale, dove la maggioranza ha deciso, contro ogni logica democratica, di pilotare anche la scelta del rappresentante di minoranza.

L’amministrazione sceglie una strada autoritaria, mentre a Moena, per risolvere i problemi, si chiede autorevolezza, maggiore trasparenza, democrazia e conoscenza delle scelte in atto nella nostra comunità

Una seria amministrazione del territorio deve passare attraverso i processi di pianificazione partecipata, con il contributo di tutti i cittadini, come ad esempio un forum civico, che rappresenta la fase decisiva di "Agenda 21"; in altre parole, un progressivo coinvolgimento partecipativo della popolazione locale sui temi ambientali.