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QT n. 1, gennaio 2012 Trentagiorni

Curia e oro: una marcia indietro opportuna

È delle settimane scorse la marcia indietro della Diocesi di Trento sul via libera alla finanziaria Isa dell’affare Orocash, vale a dire l’ipotesi di acquisizione della catena di 400 negozi che comprano oro usato, da parte di un fondo di Progressio sgr, la società di gestione del risparmio partecipata dalla finanziaria cattolica trentina. Era stata una lettera, pubblicata da varie testate locali, a gettare una prima luce su questa possibile operazione, eticamente poco opportuna specie in un periodo di grave crisi economica. L’autore, il noto parrucchiere Mauro Avi, cristiano di base e già organizzatore di significativi eventi culturali nella sua parrocchia, si era detto scandalizzato di questo affare e aveva chiesto alla Curia di bloccare tutto. Così infatti sembra avvenuto: anzi persino l’arcivescovo di Trento Luigi Bressan ha voluto ridimensionare la portata dell’operazione, dicendo che il membro del consiglio di amministrazione nominato dalla Curia aveva votato contro.

Una vittoria per Avi che non si ferma. Anzi, che rilancia. In un documento rivolto a vari amici e a tutta l’opinione pubblica, dopo aver ricordato che il Vicario Monsignor Tisi, in un colloquio privato, gli aveva espresso la necessità di ripensare il rapporto con le istituzioni finanziarie e con il denaro in generale, preannunciando una riunione apposita del Consiglio Presbiterale Diocesano e aveva detto di essere disponibile ad un confronto pubblico, lancia l’iniziativa “Diocesi trasparente”.

Avi vuole stilare un documento, da far poi firmare a chiunque sia interessato, che richieda tra l’altro: “la pubblicazione di un elenco chiaro e preciso dei beni degli enti ecclesiastici della Diocesi, e delle partecipazioni finanziarie, magari certificato da un esperto esterno, per dare un esempio di trasparenza (e far vedere così anche gli elementi positivi, che non mancano!). La ricerca di un rapporto diverso con le finanziarie e con i beni in generale”. Si vuole così rivendicare la “necessità di proporre ed intervenire da parte dei credenti laici sui temi economici e sulle scelte e gli indirizzi di fondo finanziari della Chiesa cui appartengono”.

Per questo progetto, forse velleitario, forse provocatorio ma che mette il dito nella piaga, Avi ha aperto un indirizzo mail diocesitrasparente.tn@gmail.com. Staremo a vedere, ma spesso le rivoluzioni nascono dall’iniziativa di un singolo.