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QT n. 1, gennaio 2012 Trentagiorni

Santa Chiara-Stabile di Bolzano: un bel matrimonio di interesse

L’auditorium del Centro Santa Chiara

Dopo lungo travaglio, a direttore del Centro Servizi culturali Santa Chiara è stato chiamato Francesco Nardelli, trentino verace come da cognome, però in pianta stabile a Bolzano. Il curriculum del nuovo direttore sembra rispondere molto bene alle caratteristiche richieste dal duo Panizza (assessore alla cultura) - Gabrielli (presidente del Santa Chiara): un direttore artistico con forti competenze amministrative-manageriali, per un ente che dovrà iniziare a far quadrare i bilanci. A dire il vero Nardelli sembra più versato sul lato amministrativo che su quello artistico: è in possesso di un master in management artistico-musicale presso la Scuola Superiore di Amministrazione Pubblica di Roma e di uno in Business Administration dell’impresa dello spettacolo - Tecniche di direzione teatrale - presso la Scuola del Teatro alla Scala di Milano; e soprattutto viene prelevato dalla Fondazione Teatro Comunale di Bolzano dove ricopriva l’incarico di vicedirettore e responsabile amministrativo. Insomma, come dicevamo, uno non digiuno di programmazione artistica, ma che soprattutto saprà tenere d’occhio i conti, vista la non celata insofferenza della Provincia verso un ente cui doveva sempre ripianare i bilanci.

Francesco Nardelli (foto da “Vita Trentina”)

Ma il tema più rilevante è un altro: Nardelli viene da Bolzano, il che vuol dire Teatro Stabile. Ora, l’ambizioso obiettivo di fondo di Gabrielli\Panizza (vedi la nostra intervista “Al S. Chiara una parola d’ordine: discontinuità” su Qt del novembre 2011) non solo di ospitare spettacoli, ma di produrli, e questo con meno soldi, da solo evidentemente non sta in piedi. Può reggere, invece, in sinergia con un pezzo grosso come Bolzano, che ha soldi, strutture, accessi ministeriali, storia, credibilità da far impallidire Trento. D’altronde Trento dalla sua ha gli spettatori, conquistati nei lustri del direttore uscente Oss Noser, che è stato spendaccione ma ha anche saputo creare un pubblico ampio e variegato; che per di più, sommato a quello di Rovereto, raddoppierebbe di colpo quello di partenza dello Stabile. Trento ha dalla sua anche la vivacità del locale mondo teatrale off, quello che in sale improvvisate, rivolgendosi soprattutto al pubblico universitario ma non solo, costituisce un terreno di sperimentazione potenzialmente fertile, di cui difficilmente a Bolzano c’è l’uguale. Con esso il Santa Chiara inizia ora a rapportarsi, ma può farlo soprattutto se è in grado di offrire spazi e produzioni.

Di qui quindi le convenienze reciproche per il matrimonio Stabile\Santa Chiara. Insomma, anche se i due fidanzati non sono proprio dello stesso ceto sociale, le nozze dovrebbero essere un affare per entrambi. L’amore non c’è ancora. Verrà, forse.