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Un premio a Nerio Giovanazzi

Gli “Amici della Terra e dell’Alto Garda”, dopo un lungo iter di discussioni e votazioni che si sono protratte diversi mesi, a dimostrazione della consapevolezza del cresciuto peso mediatico e politico del poco ambito premio “Nemico della Terra”, il cui scopo è soprattutto quello di segnalare situazioni e di sensibilizzare l’opinione pubblica su temi ambientali altrimenti poco conosciuti, e dopo avere atteso l’esito delle elezioni provinciali del 27 ottobre, al fine di non influenzarne l’esito, risultato peraltro favorevole al vincitore sotto menzionato, comunicano di avere scelto il vincitore tra i 5 finalisti tra persone, enti, associazioni, progetti e manufatti che nel 2012 si siano distinti nella manomissione e distruzione dell’ambiente alto gardesano.

Il vincitore è risultato Nerio Giovanazzi, con le seguenti motivazioni: Nerio Giovanazzi, consigliere provinciale, si segnala per avere presentato, nel novembre 2012, un progetto di mobilità dell’Alto Garda, denominato “Trasporto a fune per una mobilità urbana ecosostenibile”.

Il progetto prevede due impianti funiviari e uno su rotaia sopraelevata. Il primo impianto a fune, denominato “Linea azzurra”, dal Centro Congressi di Riva a Nago, con quattro stazioni (a Riva, sul Monte Brione, al Linfano e a Nago), e lunghezza complessiva di 3,6 km; il secondo impianto a fune, denominato “Linea gialla”, dal Linfano ad Arco, con tre stazioni (al Linfano, alla Maza e ad Arco), di lunghezza complessiva di 4,5 km. Infine, una rotaia sopraelevata, denominata People Mover, dalla Baltera al Centro Congressi di Riva, di 1,8 km di lunghezza. Il costo previsto del progetto sarebbe di 88 milioni di euro per i due impianti funiviari, mentre il costo del progetto su rotaia non viene quantificato, ma si ritiene almeno tra i 30 e 40 milioni.

Tale progetto, presentato allo scopo dichiarato di alleviare il problema del traffico nell’Alto Garda e di essere ecosostenibile, appare in primo luogo del tutto inadeguato a risolvere i problemi di mobilità dell’Alto Garda, con costi di costruzione e di gestione, questi ultimi quantificati dal proponente (e per i soli 2 impianti funiviari) in 6,2 milioni di euro/anno, insostenibili per qualsiasi privato o società pubblica. Infine, e questo rappresenta il motivo principale del nostro dissenso, tale progetto appare di un evidente e disastroso impatto paesaggistico, con decine di piloni alti almeno una decina di metri in un ambiente così delicato, e per altri versi già pesantemente deturpato dall’intervento umano degli ultimi 50 anni, come quello dell’Alto Garda.

Amici della Terra dell’Alto Garda e Ledro

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