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QT n. 3, marzo 2021 Servizi

Masere di Lavis: qualcosa si muove

Dopo anni di silenzio – o di progetti falliti – si avanzano nuove ipotesi per dare nuova vita a un grande complesso edilizio abbandonato. Ma non mancano le perplessità.

Costruzioni in stato di abbandono nell’area Masere di Lavis
Costruzioni in stato di abbandono nell’area Masere di Lavis
Costruzioni in stato di abbandono nell’area Masere di Lavis

Sarà la volta buona? Forse sì, visti i due nuovi attori entrati in scena sul palcoscenico politico-urbanistico-commerciale nel territorio comunale di Lavis. Da oltre dieci anni, l’area Masere, alla periferia Nord di Lavis, è oggetto del tentativo di realizzarvi una grande struttura commerciale, da alcuni vista come fumo negli occhi per le conseguenze ritenute mortali per il già fragile tessuto commerciale della borgata, mentre per altri rappresentata una formidabile occasione di sviluppo. Con il passare degli anni, è subentrato un nuovo fattore: il degrado. Sono infatti cessate le attività commerciali che vi erano insediate e sono stati abbandonati alle ortiche anche i vigneti interclusi nell’area.

Da qualche mese è pero uscito allo scoperto il gruppo DAO, potente cooperativa commerciale (quasi 250 milioni di fatturato) che in Trentino e non solo distribuisce i marchi Conad ed Eurospin. DAO, che era dietro le quinte da anni, ha recentemente acquisito uno dei capannoni degradati (ex Vantini). L’ha fatto a mezzo della sua cassaforte finanziaria denominata CAM (Centro Alimentare Maddalene), che sempre recentemente è subentrata anche nelle pesanti ipoteche bancarie che gravano su un altro pezzo del compendio immobiliare. In questo modo CAM controlla quasi interamente l’area.

L’altro soggetto forte che si è fatto avanti nel ruolo di costruttore materiale e promotore dell’impresa è la società MAK, una ditta locale che da modesta impresa edile ha avuto nell’ultimo decennio una crescita esponenziale aprendo cantieri, pubblici e privati, in molte parti del Trentino e non solo. Ma per ora, dicono gli amministratori del comune di Lavis, nessuna proposta scritta, nessun progetto formale è però pervenuto in comune.

Sono invece avvenuti due incontri informali nel corso dei quali Mak, il costruttore, avrebbe avanzato l’idea di realizzare tre distinti edifici, due dei quali da destinare a supermercati con insegna Conad ed Eurospin (gruppo DAO) e uno a Eurobriko. In sostanza, si tratterebbe di trasferimenti (con relativo ingrandimento) di esercizi commerciali già esistenti: uno a Trento Nord e due (Eurospin e Conad) già presenti sul territorio comunale di Lavis.

Idea diversa quella di Mak/Dao, secondo gli attuali amministratori comunali, dal cosiddetto centro commerciale che era stato autorizzato dal comune di Lavis nel 2013 e che prevedeva la possibilità di realizzare un grande edificio di tre piani per quasi ventimila metri quadrati. Però non se ne fece nulla, perché gli allora promotori (Area 51 srl) non avevano in mano le licenze commerciali del settore alimentare (all’epoca contingentato), ritenuto strategico per la sopravvivenza di un centro commerciale. Per strappare tali licenze tentarono anche la via giudiziaria, ma inutilmente. Di lì a qualche anno, una nuova liberalizzazione rimosse i contingentamenti del settore alimentare, ma l’iniziativa di Area 51 non prese comunque avvio.

Tornando ai giorni nostri, cosa certa è che il comune starebbe ora per entrare in possesso di alcune porzioni di terreno provinciale sdemanializzato che, seppur compreso nel lotto commerciale, sarà adibito a percorso ciclopedonale.

La politica su questa faccenda è sempre stata divisa (con qualche straordinaria giravolta) e nel passato il dibattito ha travalicato i confini comunali arrivando a mobilitare Comunità di Valle e Provincia. Nel 2014 era stato necessario il commissariamento della Comunità di Valle per vincere la resistenza dell’assemblea contraria a un ulteriore concessione di spazio commerciale nelle periferie dei centri abitati della Rotaliana. Il Patt di Lavis, che seppur con alleanze alternate destra/sinistra, da diversi lustri esprime il sindaco della borgata, si era impegnato a tutti i livelli istituzionali (Comune, Comunità di Valle e Provincia) per garantire la vocazione di grande struttura commerciale dell’area Masere.

L’allora presidente della provincia, Ugo Rossi, aveva convocato i capigruppo della maggioranza politica Patt, Pd, Upt della Comunità di valle Rotaliana-Konigsberg, visto che questi ultimi due partiti erano contrari alle aree commerciali in periferia. L’allora capogruppo provinciale del PATT, Lorenzo Baratter, alla faccia della territorialità e del rispetto delle autonomie locali, presentò una proposta di legge provinciale nel tentativo di bypassare le competenze della recalcitrante Comunità di valle ostile ai grandi progetti commerciali. Sparandola grossa, il consigliere provinciale motivò la sua improvvida iniziativa affermando che l’area commerciale delle Masere andava sostenuta perché avrebbe dato lavoro a 400 (sic) persone. Baratter aveva preso per buoni i dati dei promotori dell’iniziativa, che benché da tempo in possesso di licenze per realizzare il centro commerciale, nulla avevano fatto fino a quel momento. E nulla hanno poi realizzato negli anni successivi.

Più recentemente, alla fine del 2020, la stampa locale ha dato notizia dell’interessamento di Mak /DAO ed ecco scattare l’iniziativa del gruppo comunale della Lega Nord, all’opposizione nel comune di Lavis. Con un’interrogazione si chiedono al comune informazioni sull’argomento e maliziosamente si chiede anche come la veda ora il vicesindaco Luca Paolazzi, assessore all’Urbanistica, che nel 2013, in qualità di segretario locale del Pd, si era opposto attivamente al progetto Masere allora approvato dal Consiglio Comunale. In quel consiglio del 2013, viceversa, l’attuale capogruppo della Lega e prima firmataria dell’interrogazione, Monica Ceccato, allora componente di una lista civica, aveva invece approvato il progetto di un centro commerciale che prevedeva, appunto, la realizzazione di circa ventimila metri quadrati di edifici commerciali alla periferia della borgata lavisana. Se realizzato, sarebbe stato uno dei più grandi del Trentino

Come già detto, per ora, nulla di concreto è stato ancora presentato agli uffici comunali dagli imprenditori subentrati nel controllo dell’area Masere. Se però si concretizzasse quanto annunciato sulla stampa e nei colloqui informali con l’amministrazione, dal punto vista commerciale, il centro storico di Lavis potrebbe correre ulteriori pericoli. Incidentalmente si ricorda (vedi QT. n. 2 del 2021) che DAO/Conad sta per diventare il fornitore della famiglia cooperativa Konigsberg, che a Pressano di Lavis, a poca distanza dall’area Masere, possiede un punto vendita. L’apertura, come ora si palesa, di un nuovo supermercato Conad in quell’area (magari gestito dalla stessa famiglia cooperativa) quasi certamente infliggerà il colpo di grazia alla bottega di Pressano, eliminando l’unico negozio del paese. Un altro punto Conad è ora attivo anche nel centro storico di Lavis: che fine farà?

“Sedotti e abbandonati”

Il Collegio degli ingegneri di Trento, in collaborazione col Circolo trentino di architettura contemporanea, il Circolo fotografico “Il Fotogramma” e la Fondazione Caritro, nel periodo luglio-novembre 2020, ha monitorato e mappato gli edifici abbandonati, in disuso, dismessi in provincia di Trento. Attraverso i social e tanti appassionati di foto, sono state raccolte oltre 150 fotografie di altrettanti edifici da abbattere o recuperare, sparsi in aree urbane, periferie, valli e montagne. Molti ecomostri o aree industriali abbandonate, ma anche tanti edifici di pregio, spesso privati, lasciati all’incuria. Spazi vuoti, diroccati, ricoperti da graffiti, violati da vandalismi, mangiati dalle piante rampicanti. Una iniziativa di censimento battezzata “Sedotti e abbandonati”.

Tanti i grandi “abbandonati”, come le caserme alle Viote del Bondone, l’ex Atesina a Trento Nord, l’Hotel Panorama a Sardagna, l’ex Anmil ed ex Alumetal a Rovereto, l’area industriale dismessa lungo la statale 12 a Rovereto, villa Angerer ad Arco, gli Artigianelli a Susà di Pergine, l’ex Villa Rosa, i sanatori Quisisana e Villa Elena ad Arco, l’Hotel Cristallo a Cles, il teatro di Cavalese, l’Istituto De Gasperi sul Bondone, la piscina di Revò, in Val di Non, ex autoconcessionarie, ex residence abbandonati in diverse valli turistiche, cementifici dismessi, lo scheletro dell’Hotel Sibilla a Cornano Terme, l’hotel mai finito a Passo San Giovanni. Tra questi anche gli edifici dell’area Masere di Lavis.

(Vedi https://www.sedottieabbandonati.com/censimento-fotografico)