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QT n. 5, maggio 2023 Seconda cover

Un paese impaurito e la lista “Non c’è la mafia”

Sul clima a Lona-Lases attorno all’abborracciata lista per le prossime comunali, vale la pena riportare due episodi, a nostro avviso illuminanti. Il prima riguarda un servizio della Rai regionale, in cui viene intervistato Walter Casagranda. Ricordiamo che costui non appartiene alla famiglia Casagranda dei noti cavatori nonché esponenti politici (Sergio consigliere provinciale e Marco ex sindaco); né appartiene al ramo di Giovanna Casagranda (moglie di Giuseppe Battaglia ed entrambi sotto processo a Perfido); non è neanche un esponente del Coordinamento Lavoro Porfido. È un cittadino qualunque. Ci facciamo raccontare da lui l’episodio.

Ero in paese, passo davanti alla casa del compianto Sergio Casagranda, e vedo che c’è Rai 3. Mi fermo: ‘Se volete faccio un’intervista’ gli dico. ‘Ma come? – rispondono stupiti – Sono due ore che giriamo per il paese e non troviamo nessuno che si fermi, anzi scappano non appena accenniamo a parlargli...’ Così di buon grado mi fanno l’intervista, durata oltre 4 minuti, ridotta poi a una manciata di secondi nella trasmissione’”.In effetti questa è quanto andato in onda: “Lei andrà a votare?” “No” Perché?” “È una lista calata dall’alto”.Saranno pochi secondi, ma bastano a scatenare reazioni.

Ad ascoltarmi mentre ero intervistato c’era, dalla finestra, la signora Carla Veneri Casagranda, madre dell’ex sindaco Marco. E cosa succede? Io vado a casa, la troupe si sposta all’albergo di proprietà di Rosa Casagranda, zia di Marco. E lì, dopo che per due ore non c’erano stati intervistati, ne spuntano fuori ben tre (dei quali uno appartiene al giro dei Casagranda, e l’altra è la stessa Rosa Casagranda, il terzo uno sconosciuto ai più, ndr) che in contrapposizione a quanto da me detto, dicono che andranno a votare, tessendo le lodi della lista e del candidato sindaco”.

Fin qui dunque abbiamo visto che in paese nessuno vuole parlare. Quando salta fuori il pierino che dice che il re è nudo e non apprezza la lista di gente tutta venuta da fuori, il giro di uno dei boss del paese si dà da fare per arginare la falla.

Alberto Francini, commissario del Comune di Lona-Lases

Ma il bello viene alcune ore dopo. Walter Casagranda (l’intervistato, per essere chiari) viene inondato di sms da parte di Ivano Ferrari, membro dell’Asuc di Lases. Messaggi che, tra lo scherzoso e il minaccioso, mettono in guardia colui che ha detto quello che non si doveva dire. “Te sei bevù el cervel... mi non ho mai dit che te sei mat, l’è el paes che lo dis... prova domandete osti no te pol veder nessun, forse perché te hai sbaglià compagnia?” Insomma viene ventilata un’emarginazione dal paese, perché il suddetto Walter avrebbe frequentazioni sbagliate, cioè gli attivisti del CLP “chi ha rovinà l’armonia del paes, fa tutti quei tre quattro nomi... no sento dir uno che seo persone per ben, no so chi che è pu onesto”.

A dare fastidio è appunto l’attività del CLP: anni di esposti alla magistratura sulle gravi irregolarità del settore del porfido (che hanno portato a una rovinosa frana, all’esaurimento delle cave, all’infiltrazione mafiosa) sono viste non come un merito civico, ma come un danno.

Walter Casagranda tenta di ribadire la sua posizione mediana, estranea al CLP, ma non basta: “Lasa en paze la gent, no denuncie e commedie che se rovina el paes”. Dopo una lunga serie di sms, non contento (o forse spinto da qualcuno), un’ora dopo Ivano Ferrari si presenta a casa di Walter Casagranda, a ribadire gli stessi concetti: se continua a non appoggiare la lista, in paese verrà preso per matto, e assimilato ai “disonesti” del CLP.

Non basta. Forse ancor più illuminante è un’intervista data a Il T da Paolo Molinari, candidato vicesindaco della lista Borgomeo. Inizia illustrando un paio di velleitari punti del programma: lotta al bostrico (con quali modalità?) e nuova palestra (con quali soldi, visto che il Comune, privato degli introiti del porfido, è in rosso profondo?), poi arriva al bersaglio grosso: “Nessuno del comune di Lona Lases, tolti quei tre indagati residenti qui su 27 totali, è né ‘ndranghetano né mafioso”.

Si potrebbe obiettare che i tre residenti sotto processo (i fratelli Battaglia e Giovanna Casagranda) sono i vertici della presunta locale, e comunque gli altri risiedono in comuni limitrofi e hanno ditte a Lona. L’intervistatrice ricorda le due sentenze già emesse, e Molinari ribatte: “Qui non c’è alcuna infiltrazione. Non solo: il problema porfido non esiste più perché hanno ucciso il business del porfido

Chi avrebbe ucciso il settore? “Il CLP, che in questi anni ha presentato 56 esposti in Procura terrorizzando la gente del posto”. Ecco come stanno le cose: mafiosi non ce ne sono, le colpe sono di chi ha denunciato.

Ma Molinari (“in punta di diritto”, come ironicamente sottolinea l’intervistatrice) investe il CLP di un’altra accusa: “Non rispettano nessuna delle regole che il Codice civile prevede per i comitati formalmente costituiti. Se vogliono avanzare critiche, costituiscano una loro lista e si candidino. Questa sarebbe vera democrazia, non sparare a zero sugli altri. Andando in Procura e chiamando qui Morra (ex-presidente della Commissione nazionale antimafia ndr) hanno ucciso la comunità”.

Insomma, per questo vice-sindaco in pectore, la mafia non esiste, non dovrebbe esistere la libertà di parola (a meno che tu non abbia formato una lista elettorale) e chi si rivolge alla giustizia o all’antimafia fa il male della comunità. E questo sarebbe il vice-sindaco? Della giunta comunale che dovrebbe riportare Lona-Lases alla “normalità democratica”?

Ci rivolgiamo al commissario straordinario del Comune ed ex questore Alberto Francini: ma che lista ha messo insieme? Forse può essere giudicata un’idea generosa quella di fare una lista con persone esterne al paese, meno quella di appoggiarsi ai maggiorenti che il paese lo hanno rovinato. Però, comunque, scusi, dottor Francini, ex questore: si parte dal principio “Non c’è la mafia?”. E questi candidati, dove li ha trovati? Quale “normalità democratica” con tali uomini?