Menù
Home
QT
Questotrentino
Mensile di informazione e approfondimento
Utente
Cerca
QT n. 6, giugno 2023 L’editoriale

L'onda di destra

Sono univoci i dati in tutta Europa, e oltre. L’onda di destra elettoralmente, continua a crescere. Comuni italiani, Turchia di Erdogan, Spagna. E recentemente anche Israele, dove le politiche duramente identitarie sembrerebbero più chiaramente suicide, e gli uomini forti al comando dei palesi approfittatori.

Certo, non si può fare di tante erbe un fascio solo (il sottostante gioco di parole è del tutto involontario). Però un legame ci deve essere. Nell’operaio americano che vota un immondo riccone, o in quello italiano che segue il fanfarone di turno.

Noi riteniamo che il tema comune sia uno, chiaro: le disuguaglianze. La gente, che vede i salari ridursi, la sanità pubblica arretrare, la scuola arrancare, il precariato aumentare a dismisura, non si fida più. Non si fida naturalmente dei suoi storici paladini, le organizzazioni di sinistra, per decenni imbelli di fronte al rampante neoliberismo, quando non corrive, anche grazie a trucchetti semantici, per cui smantellare lo stato sociale significherebbe essere “riformisti”.

Ma il discredito si è allargato alle formazioni centriste, che rappresentano l’establishment. Predicano la moderazione, praticano un sostanziale immobilismo, in pratica garantiscono solo la tranquillità agli agiati. Da sottolineare il fastidio dimostrato verso un partito di sinistra che, con l’ultima segretaria aveva posto sul tavolo il tema delle disuguaglianze: velleitaria, divisiva, inconcludente, un fuoco di sbarramento da parte dei media di destra – come è comprensibile e anche giusto – e di quelli moderati.

Forse è il vizio atavico della borghesia italiana, temere il rinnovamento. Gianni Agnelli, a suo tempo, approvò la scala mobile, che garantiva i salari dalla crescita dell’inflazione, rendendo il tenore di vita dei lavoratori una “variabile indipendente” nell’economia, un dato fisso, non erodibile, una soglia sopra cui costruire il resto. E famoso fu il suo gesto di andare a farsi visitare in una struttura medica pubblica. Si sa come è finita la scala mobile, si vede come sta degradando la sanità. Si vede anche il declino della Fiat.

Insomma, ci sembra di vedere l’involuzione culturale coinvolgere assieme la borghesia e la sinistra.

Di qui le praterie aperte alle destre, più o meno moderate. Cui la borghesia è, storicamente, pronta ad allinearsi. Basti vedere l’attuale (moderato, per carità!) filo-melonismo del Corriere della Sera.

E’ una situazione che può preoccupare. E il dibattito interno al Pd dopo la sberla elettorale, teso a puntare l’indice sull’estremismo della segretaria, non sembra, per ora, portare una schiarita.

Perché l’onda di destra passi, occorrerà qualcosa di più che non gli scaramantici appelli al susseguirsi dei cicli elettorali.

Commenti (0)

Nessun commento.

Scrivi un commento

L'indirizzo e-mail non sarà pubblicato. Gli utenti registrati non devono inserire altre verifiche e possono modificare il proprio commento dopo averlo inserito.

Riporta il codice di 5 lettere minuscole scritto nell'immagine. Puoi generare un nuovo codice cliccando qui .

Attenzione: Questotrentino si riserva la facoltà di cancellare commenti inopportuni.