Influencer in cattedra
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Non stupore – di cosa ci si stupisce, ormai? - ma almeno perplessità ha suscitato la scelta della sezione didattica del Mart di affidare alcuni “incontri formativi” per studenti e insegnanti a tale Pietro Fanelli, il cui curriculum comprende, oltre all'attività di modello e di (sedicente) poeta, soprattutto la partecipazione a due reality show, “Summer Job” (2022 su Netflix) e “L'isola dei famosi” l'anno scorso. In sostanza, è l'ennesimo influencer che si distingue nel mucchio per il delicato aspetto efebico e per gli astrusi aforismi che nei suoi social accompagnano gli infiniti ammiccanti ritratti.
Ma vediamo come egli stesso si definisce: “Pietro Fanelli è più che un artista, è una figura profetica, un corpo poetico lanciato come pietra contro il vetro lucido di un'epoca deformata. Non si limita a scrivere o a parlare: è egli stesso un linguaggio vivente, una crepa incarnata nella facciata del mondo postmoderno. Non predica da un pulpito, ma da marciapiedi, soglie, sogni, crolli...” e avanti così per un pezzo. Con abili fumisterie tardo-futuriste.
Alle perplessità sulla scelta di un tale docente, esposte in un'interrogazione in Provincia dal consigliere Filippo Degasperi, il Mart risponde che “ha deciso di sperimentare un’ipotesi insolita, di scardinare i soliti schemi e, perché no, di giocare un po’ con la provocazione. La sfida è quella di risemantizzare la poesia giocandoci, avvicinandosi in modo inconsueto, mescolando cultura alta e cultura pop... Pietro Fanelli parla un linguaggio familiare e diretto (??, n.d.r.), lontano dal gergo specialistico che a volte caratterizza gli ambienti accademici... La giovane età lo rende inoltre più vicino agli studenti... L’influencer è per antonomasia una persona che parla e comunica sé stessa. La poesia diventa quindi esperienza personale, autentica, vera”.
E ancora: “Fanelli è giovane e rappresenta una delle varianti del presente. È possibile che con gli influencer la poesia diventi quotidiana e possa abitare anche fuori dai libri, nella musica, sui social, persino nei meme”.

Infine, il Mart “prende le distanze dalle campagne di odio o dalle polemiche dirette a Pietro Fanelli o a qualsiasi persona attiva sui social; condanna fermamente il cyber bullismo, lo shit storm e i messaggi di odio che si stanno riversando su Pietro Fanelli a cui va la solidarietà del museo”.
In realtà, a quanto abbiamo potuto leggere, non c'è stato nessuno “shit storm”, al massimo uno “shit drizzle”, una pioggerella di merda, che si è sostanziata in scontate considerazioni del tipo “Ah, che tempi!”, ma anche in parole di rassegnazione, visto che in giro c'è ben di peggio: “Mi preoccupa maggiormente – si legge in un post - avere un perito agrario con specializzazione in enologia come assessore provinciale alla Sanità”.
Fa eccezione un giornale online che non conoscevamo – MowMag – che lancia un furibondo attacco, più che al Mart a Fanelli e ai suoi numerosi colleghi in attività: “Pietro Fanelli è il filosofo che ci meritiamo? Sono belli da morire ma non gli basta. Loro vogliono di più, molto di più. Vogliono essere maestri di vita, pretendono di filosofeggiare, esigono di insegnare la felicità all'umanità spicciola. Il problema è che non hanno nulla da dire. Sono i filosofighi, una nuova categoria di influencer nati per farvi stare bene. Come? Annegandovi di stronzate”.
Lo stesso Degasperi, che ha sollevato la questione, usa toni assolutamente pacati e si preoccupa soprattutto di aspetti pratici: “Considerato che Fanelli si era diffusamente lagnato del magro compenso percepito per la sua partecipazione all’Isola dei Famosi (100 euro al giorno), onde evitare il ripetersi di analoghe lamentele, si chiede alla Provincia di comunicare il compenso previsto per l’incarico di Fanelli; e le ragioni alla base di questa scelta del Mart".