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QT n. 23, 23 dicembre 2000 Servizi

Studenti: no alla pena di morte

I confortanti risultati di un questionario fra i ragazzi delle superiori di Fiemme e Fassa.

I ragazzi di oggi pensano solo ai fatti loro, sono egocentrici, insensibili. La scuola così strutturata è fallita. Si costruisce cultura a senso unico, ovviamente di sinistra. Sono alcuni giudizi che raccogliamo nella nostra società, fra genitori, fra i politici, anche fra tanti insegnanti.

La difficoltà del confronto fra generazioni è un dato di fatto, mentre si modifica la società è ovvio che si modifichino linguaggi, traguardi, scale di valori, e i genitori soffrono questi cambiamenti. Ma i giudizi semplicistici non aiutano a comprendere, anzi, costruiscono distorsioni a volte difficilmente recuperabili.

Nelle scuole superiori delle valli di Fiemme e Fassa, ma contemporaneamente, in modo diverso, anche a Cles, parte una profonda riflessione sulla pena di morte. E’ ancora una volta la bistrattata periferia trentina che diventa protagonista di innovazione, di confronto.

Un gruppo di insegnanti, affrontando il caso Barnabei, viene sollecitato da ragazzi di diverse scuole a costruire un approfondimento sulla pena di morte. Il collegio di istituto di valle, che comprende ragioneria, l’IPC, l’istituto tecnico, i licei ad indirizzo scientifico, linguistico e pedagogico, sostiene l’iniziativa e mobilita 712 studenti di 33 classi somministrando un questionario secco, molto tecnico:

Sei favorevole alla pena di morte? Perché? Ritieni di saperne abbastanza sul tema? In quali paesi è in vigore la pena di morte? Perché in Italia nessuno può essere condannato alla pena di morte? Quali richieste hai da fare alla scuola su questo tema?

Il 18 ottobre, in soli 10 minuti, in tutte le classi si risponde al questionario. Poi un’équipe di insegnanti e studenti elabora i dati e avvia una serie di riflessioni sull’argomento coinvolgendo le tematiche del diritto, della religione, della storia, delle lingue e dell’arte: un lavoro che proseguirà fino a marzo per venire poi riassunto in una pubblicazione curata dal Forum Trentino per la Pace.

Il gruppo di lavoro che si è costituito si è chiamato "Articolo 27", con una citazione dell’articolo della Costituzione che vieta la pena di morte nel nostro paese. Nel percorso formativo ora avviato si faranno specifici riferimenti alla Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo e alla recente Carta dei diritti firmata a Nizza.

In sintesi questi sono i dati emersi: il 69% degli studenti è contrario alla pena di morte. Di questi il 58% sono maschi e ben il 77,4% femmine. Nelle scuole a indirizzo tecnico la maggioranza dei contrari è risicata (55%) per salire gradualmente e significativamente al 67% dell’Istituto Tecnico, al 72,5% del liceo scientifico, al 75% del linguistico e all’81,5% del pedagogico, scuole queste ultime ad elevata presenza femminile.

Solo il 34% degli studenti afferma di ritenersi sufficientemente informato, ed emerge con prepotenza il bisogno di un confronto all’interno della scuola attraverso la discussione, l’informazione, la proiezione di film.

Nelle risposte troviamo forti motivazioni: qualunque fosse la scelta, seguiva la motivazione. Si registrano sofferenze e contraddizioni, non ci sono ironie o semplificazioni come facilmente accade in presenza di un coinvolgimento tanto ampio.

Sono ora opportune alcune considerazioni. Pochi anni fa, con modalità e scopi diversi, il Forum per la Pace aveva distribuito un questionario nelle scuole che doveva registrare la sensibilità dei ragazzi sui temi della guerra e della pace. Era presente anche il quesito sulla pena di morte e la maggioranza delle risposte era favorevole. Tenendo presenti le diverse modalità della somministrazione del questionario, emerge la positività del dato:a differenza di allora la stragrande maggioranza dei ragazzi è oggi contraria. E questo accade mentre i media nazionali e la politica impongono il tema della sicurezza come problema prioritario. La stessa stampa provinciale, nell’informare sull’iniziativa, come titola? "La pena di morte? Favorevole il 31%" l’Adige, e più pesantamente l’Alto Adige: "Pena di morte, 1 studente su 3 dice sì".

Gli articoli che seguono sono corretti, ma i titoli per richiamare l’attenzione si soffermano sull’aspetto negativo (chi è favorevole alla pena capitale).

Un’altra riflessione riguarda il già richiamato ruolo della periferia. E’ opportuno che la Sovrintendenza scolastica rifletta su questo lavoro e abbandoni l’esasperato aziendalismo che va promuovendo, un’aziendalismo che rende arida la nostra scuola, che impone pigrizia e rassegnazione negli insegnanti, che priva i ragazzi di riferimenti culturali importanti.

Il mondo scolatico delle valli dell’Avisio vuole vedere oltre le montagne, confrontarsi con problematiche lontane, cercare di comprendere l’attuale complessità delle società.

Un seme di fiducia che deve trovare terreno fertile per crescere e diffondersi.

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