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Le case Itea a Lavis

Cinque anni per farsi sistemare la casa. E non è finita.

Gli inquilini-condomini delle case Itea del 1° lotto di viale Mazzini a Lavis (sono circa una quarantina), da tempo stanno vanamente chiedendo il restauro dei loro edifici.

Queste case hanno un aspetto davvero triste: il loro degrado è arrivato a un punto tale da ricordare più la periferia di un qualche paese dell’Est europeo che quella di un paese dell’occidente industrializzato; e i lavori di restauro conservativo, attesi da molto tempo, nonostante le promesse non hanno mai avuto inizio.

Pertanto come associazione a tutela dei consumatori invitiamo i responsabili dell’Itea non solo ad eliminare il cancerogeno amianto, ma anche a restaurare al più presto, tali edifici.

La battaglia contro l’Itea, proprietaria degli alloggi in questione, risale ormai al lontano 1997, quando un gruppo di condomini, dopo parecchie richieste rimaste inevase, si costituì in comitato, affinché l’Istituto di Edilizia Abitativa non potesse più ignorare il problema, già allora evidente, della manutenzione conservativa degli edifici.

Finalmente, stanziati i fondi sia per il primo che per il secondo lotto, cominciarono i lavori, che interessarono però solamente il 2° lotto (costruito, tra l’altro, alcuni anni dopo il 1°), e che terminarono nell’estate del 2000; fu applicato il cappotto isolante a tutti gli edifici, furono messe in opera marmi e davanzali e fu applicata una mini grondaia salva-intonaco.

Gli inquilini del 1° lotto, rimasti esclusi dai lavori, chiesero spiegazioni all’Itea, la quale, dopo molte insistenze, acconsentì ad indire un’assemblea nel mese di febbraio del 2001 ed in quella occasione, dichiarandosi, come proprietaria degli edifici, disponibile ad effettuare i lavori necessari, affermò anche che alle spese avrebbero, comunque, dovuto contribuire i 17 assegnatari, su 40, che avevano stipulato un contratto di locazione con patto di futura vendita.

Dopo di ciò, seguì un periodo di latitanza da parte dell’Itea, che non fece sapere più nulla, nonostante i solleciti di alcuni condomini, che non sopportando più tale atteggiamento, si rivolsero al Codacons.

Nell’ottobre 2001 l’associazione dei consumatori inviò una lettera all’Itea per chiedere quanto sollecitato dagli utenti; e l’Itea, nel mese di novembre, comunicava agli assegnatari del 1° lotto di avere intenzione di bandire una gara " ufficiosa" (?) di sistemazione esterna dei caseggiati, chiedendo un contributo individuale di circa 11.955.000 lire ( euro 6174,24 ) ai 17 inquilini con patto di futura vendita e concedendo loro solo 15 giorni di tempo per l’adesione.

Subito il Codacons inviò all’Itea un fax, per conto di alcuni condomini, dichiarando la loro disponibilità all’iniziativa e chiedendo che fossero meglio specificate quali opere intendessero realizzare e quali spese fossero a carico dei locatari con patto di futura vendita, visto che costoro sono dei semplici conduttori ed il loro eventuale acquisto potrebbe avvenire solo fra una decina d’anni, sempre che, nel frattempo, non si verifichi una qualche condizione risolutiva prevista nel contratto stipulato a suo tempo.

Da quel momento non si è più ricevuta risposta né presso l’associazione consumatori, né presso i diretti interessati; l’Itea, come spesso accade, ha scelto il silenzio.

A questo punto invitiamo i responsabili dell’Istituto Trentino per l’Edilizia Abitativa a visionare gli edifici del primo lotto di viale Mazzini a Lavis per rendersi conto de visu della situazione in cui vivono i condomini; ci preme inoltre far presente ai dirigenti dell’Itea che è obbligo del locatore mantenere gli edifici, dei quali si è proprietari, in un buon stato locativo.

Infine, a nome degli utenti che si sono rivolti a noi, cogliamo l’occasione per rivolgere un appello a tutte le parti interessate affinché si siedano ad un tavolo per giungere al più presto alla risoluzione della vertenza, offrendo la nostra disponibilità mediatrice.