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QT n. 12, 15 giugno 2002 Servizi

Brevi dalla val di Fassa

Albergatori e Val Jumela

La scorsa settimana l’associazione degli albergatori ha tenuto la sua assemblea provinciale a Pozza di Fassa. La scelta della località non è casuale e i nuovi dirigenti subito lo dimostrano: "A Bolzano dicono basta nuovi impianti sciistici? Ma nel Trentino si deve consolidare lo sviluppo turistico e servono nuovi collegamenti; sono indispensabili Val Jumela, il Rolle, Pinzolo e Val della Mite. Basta all’ambientalismo di facciata dei cittadini delle associazioni: gli ambientalisti veri siamo noi!"

Da mesi la direzione uscente degli albergatori lancia la litania della necessità del confronto con l’associazionismo. Ma come si vede, questa categoria, tutta racchiusa in se stessa, appare incapace di dialogo perfino con gli artigiani e il mondo contadino, non riesce a leggere la complessità delle nostre società e il significato della qualità della vita. Dall’associazione albergatori trentina mai abbiamo letto un progetto di rilancio o qualificazione ambientale di un’area. Sempre invocazione di nuove strade e autostrade, di nuovi impianti. Mai abbiamo letto attenzione nei confronti dei diritti dei lavoratori,e parliamo di diritti minimali: lo stipendio giusto ed il rispetto. Non leggiamo nemmeno di proposte di formazione professionale dei dipendenti. Sembra che al loro interno vi siano ben poche preoccupazioni e tutte legate ai percorsi dei contributi pubblici per le ristrutturazioni, alle deroghe urbanistiche, agli sconti per l’acquisto di energia elettrica e di prodotti per il riscaldamento.

Questo, nella lettura dei quotidiani, è il grande progetto di sviluppo qualitativo del turismo che viene invocato nelle assemblee degli albergatori trentini.

I Comuni e i rifiuti

Si sono sentiti offesi dal consigliere regionale Vincenzo Passerini i sindaci del Trentino. Il consigliere dei DS aveva solo detto che i Comuni trentini sono deboli ed in ritardo sulla promozione della raccolta differenziata dei rifiuti. Sacrosanta verità: è sufficiente scorrere le vergognose cifre della nostra provincia a riguardo. Ma attraverso il loro presidente, il sindaco di Cavalese Mauro Gilmozzi, i sindaci si ribellano e accusano la Provincia dei ritardi accumulati.

Non abbiamo dubbi: in casi isolati, alcuni di loro si sono impegnati a fondo e sono anche stati ostacolati dai competenti uffici provinciali. Ma chi dovrebbe tacere è proprio il sindaco di Cavalese, fino a due anni fa anche presidente del Comprensorio di Fiemme. Sull’argomento nei cassetti del Comprensorio giace, carico di polvere, uno studio condotto da una commissione comprensoriale datato 1997-98.

Uno studio che aveva avanzato diverse proposte; solo attuandole in minima parte, Fiemme sarebbe stata protagonista virtuosa sull’argomento. Il Comprensorio, quindi i sindaci, hanno pensato bene solo di distribuire qualche manifesto, qualche bidone per il compostaggio e lasciato la sostanza scritta sulla carta. Bisognava realizzare la vergognosa discarica di Capriana, un assalto al torrente Avisio, una follia in termini di sicurezza, un buon piatto per parte dell’imprenditoria della valle, una soddisfazione storica per l’allora sindaco del paese e assessore ai rifiuti del Comprensorio, guarda caso presidente della Commissione di studio, Alberto Casal.

I sindaci, almeno fino ad oggi, non hanno quindi nulla da insegnare sull’argomento alla Provincia. Ed è ben strano che questi sindaci, sempre pronti a scagliarsi contro la Provincia che toglie loro competenze importanti, non appena hanno la possibilità di affrontare e risolvere problemi sociali e collettivi, quando inadempienti, siano sempre pronti ad invocare un maggiore protagonismo dell’ente provinciale e a scaricare su di esso responsabilità e accuse.

Capriana e l’informazione

UUna piccola perla del nuovo sindaco di Capriana, Francesco Casal. Indispettito dai quotidiani che pretendono di fare informazione, ma specialmente seccato dalla attenzione rivolta da Questotrentino alle vicende del piccolo comune (vedi Capriana, finalmente un sindaco: ma durerà?), nel giorno di insediamento del nuovo Consiglio non ha perso tempo per ribadire che i Comuni non hanno bisogno dell’attenzione della stampa: le comunità sanno autogovernarsi, la stampa è solo motivo di polemica e alimento di fratture sociali nei paesi.

Bel saggio di democrazia: a quanto pare, la cultura del governo Berlusconi arriva in ogni angolo del nostro paese.