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Dalla Cina con furore

La Tonca, i viaggi, i soldi ai gruppi...: la difficile estate di Giacomo Bezzi.

Ripercorrendo le ultime sfortunate avventure del presidente del Consiglio provinciale, quello che subito salta agli occhi è che tutti ne escono male.

Cominciamo dalla Tonca, il pubblico sputtanamento tramite immersione nell’Adige che ogni anno, in occasione delle Feste Vigiliane, colpisce qualche personaggio pubblico, e che stavolta è toccato appunto a Giacomo Bezzi (oltre che all’assessore Panizza): il comico Lucio Gardin, come spesso gli succede, l’ha fatta fuori dal vaso, con quelle gratuite allusioni a rapporti intimi fra Bezzi e la sua portavoce Monica Casata, salvo poi scusarsi immediatamente appena è stato minacciato di querela; una minaccia che comunque appare discutibile, originata com’è da un exploit dichiaratamente satirico, ancorché sgangherato e di pessimo gusto.

La "tonca" nell'Adige.

Per di più, con tutte le polemiche di cui era stato oggetto per via dei suoi troppo frequenti viaggi, il presidente avrebbe fatto bene a ingoiare il rospo in silenzio, o a reagire meno scompostamente. Così invece è ritornato prepotentemente sotto i riflettori, meritandosi (L’Adige del 23 giugno), un velenoso ritratto ad opera di Pierangelo Giovanetti: "Nella sua prima riunione dell’Ufficio di presidenza… decise l’aumento del bilancio, accrescendo le dotazioni di 900.000 euro, con l’assunzione di otto persone in più per l’Ufficio legislativo". Poi assunse la sua ex socia in affari Monica Casata, "che di colpo passò da pubblicista, quale era diventata solo 4 mesi prima, a caporedattrice", mentre "per il ruolo di capo di gabinetto pensò subito a suo cugino Ivo Rossi". Ci furono però dei mugugni e la cosa non andò in porto; per risarcire il parente del mancato incarico, Bezzi allora "pensò di fargli ereditare almeno la guida del partito. E così lo investì come suo successore, presto ratificato dal prossimo congresso del Patt".

Per finire, il capitolo viaggi, durante i quali "è stato immortalato nelle cronache ufficiali con dovizia fotografica degna di un catalogo Postal Market": Strasburgo, Tirolo, Bolivia, Perù, Polonia, fino alla trasferta in Cina, guastata appunto dalla notizia delle insinuazioni di Gardin. Sulle sue frequenti assenze si è visto in dovere di intervenire lo stesso presidente della Giunta, che, a quanto racconta L’Adige, "ha detto chiaramente a Bezzi che invece di andare in giro per il mondo farebbe bene a cominciare a fare il presidente del consiglio, ovvero - parole di Dellai - ‘a concentrarsi sul processo di riforma dei regolamenti’".

La tirata d’orecchi sembra aver avuto effetto: i viaggi continueranno, ma Bezzi non sarà della partita: "Ieri mattina - leggiamo sul Trentino del 30 giugno - Bezzi parlava già di una nuova spedizione in Palestina", ma delegherà qualcun altro, magari del Forum della pace. "Disdetta anche la partecipazione al raduno mondiale degli emigrati trentini a S. Francisco: pare che adesso non andrà nemmeno l’assessore competente, Iva Berasi".

Bravo Dellai, dovremmo dire. Ma no, perché a questo punto si innesta un’altra vicenda, dove invece la parte del "buono" la fa proprio Bezzi, in lotta contro tutti o quasi. Succede in sostanza che il centro-destra, nella persona di Malossini, aveva acconsentito ad approvare la riforma del regolamento voluta dalla maggioranza in cambio di un consistente aumento (si parla di 550.000 euro) dei quattrini destinati ai gruppi. Uno scambio di favori piuttosto indecente, che Dellai smentisce con parole che invece lo confermano: "E’ improprio parlare di scambio fra modifica del regolamento d’aula e trasferimento di ulteriori fondi ai gruppi consiliari. In realtà l’obiettivo dev’essere quello di un rafforzamento complessivo dell’organo legislativo". Ma Bezzi, o per ragioni etiche, o magari solo perché teme di trovarsi addossata la responsabilità di una decisione senz’altro impopolare, non ne vuol sapere e presenta una sua proposta più moderata in termini di esborso di denaro pubblico ai partiti. Il che suscita le ire della Margherita e una inedita alleanza fra Dellai e il forzista Giovanazzi ("Dopo Dellai, anche Giovanazzi mette in riga Bezzi" - titola il Trentino del 28 giugno).

Come finirà? Ad appoggiare la più sensata (o meno indecente) proposta di Bezzi, oltre ai suoi compagni di partito, sembra ci siano solamente i DS. Il che, da un po’ di tempo in qua, non è una gran garanzia di successo.