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Effetto tristezza

Natale e Capodanno con brutte notizie anche in Trentino. Con qualche enfasi di troppo...

Dopo un anno conclusosi con un immane disastro, quello nuovo è cominciato con una tragedia. Nel piccolo Trentino non è accaduto nulla di altrettanto drammatico, ma il clima, nelle redazioni dei giornali locali, era comunque comprensibilmente depresso; o forse, più cinicamente, ci si voleva ad ogni costo inserire – anche in mancanza di adeguata materia prima – in un filone giornalistico improntato alla tristezza.

E così, sull’Adige del 30 dicembre, il decesso a Rovereto di una cagnetta ottiene un titolo a tutta pagina: "Cagnetta morta a Natale nella cuccia". "Un batuffolo di pelo intirizzito, un corpicino senza vita adagiato dentro una cuccia al freddo e al gelo… Il povero animale si è spento probabilmente la notte di Natale" - è la commossa descrizione dei fatti, che prosegue chiarendo che "sono stati i vicini di casa della coppia padrona del cane a dare l’allarme. La bestiola, infatti, dal giorno di Natale, era immobile nella sua cuccia, sdraiata in terra senza dare segni di vita... Sarà comunque l’autopsia a chiarire il decesso e a dare corpo all’indagine della magistratura" nei confronti dei crudeli proprietari, poiché "l’ipotesi più gettonata (da notarsi questa sbarazzina e stereotipata espressione all’interno di un pezzo strappalacrime, n.d.r.) è che la malcapitata cagnetta sia morta di stenti".

Alcuni giorni più tardi - è ancora l’Adige a darne conto - succede anche di peggio, almeno a giudicare dai toni indignati con cui l’anonimo cronista racconta i fatti.

Vittima dell’"inqualificabile gesto" al centro della notizia è il cantoniere che si occupa della strada che va da Martignano a Montevaccino. Ordunque, nell’imminenza delle festività natalizie, "il solerte addetto pensa in grande e addobba i fianchi della carreggiata con due alberi di Natale. Anche in omaggio ai censiti, che lo stimano e ne apprezzano la professionalità…. Ma c’è chi invece ha vigliaccamente approfittato di una manutenzione extra ed ha rovinato quel messaggio natalizio. Gratuito e venuto dal cuore, doppiamente da apprezzare. Così non è stato.

Qualche giorno fa(ecco, finalmente ci siamo!, n.d.r.) ignoti hanno sradicato, letteralmente, l’albero apprestato ai Bolleri. Lo avranno piantato in un vaso a casa e l’hanno trovato bell’e pronto. Alla faccia dell’addetto alle strade. E l’altra notte c’è chi ha assaltato l’altro alberello, quello lungo i tornanti che portano a Montevaccino, l’ha spogliato di tutti gli addobbi (stelle filanti, palle e candeline) e poi ha lasciato un biglietto ironico. Al ‘buon gusto’ non c’è limite. Sul foglio, in chiara grafia: ‘Per l’addobbatore: grazie e auguri’".

"Immaginatevi lo stupore e l’amarezza di chi cura la strada come se fosse sua. Passi che non riceva un grazie per gli addobbi, ma addirittura le beffe… Tempi d’inciviltà".

Insomma, "al peggio non c’è mai fine".

Toni pessimistici, per finire, anche nel bilancio di fine anno del presidente del Consiglio provinciale, che compare sul Trentino dell’8 gennaio.

Giacomo Bezzi, reduce da una vacanza nelle isole Canarie nel corso della quale ha anche trovato "un maxi porcino, finito nel risotto del pranzo di S. Stefano", si presenta in un’inedita veste amareggiata e pensosa: a metà strada fra il Papa e un new global.

Si dice infatti preoccupato per "un Trentino con la pancia piena, conservatore e chiuso… Servirebbero meno strade, meno infrastrutture e più solidarietà nei confronti degli altri… La nostra classe politica… non ha la stessa qualità di quella di 20 anni fa. Chi fa politica la deve fare per passione".