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Un territorio da valorizzare

Risposta della sindaca di San Michele all'Adige Clelia Sandri sull'insufficiente richiamo del Museo degli usi e costumi

Francesco Borzaga
Museo degli Usi e Costumi di S. Michele all’Adige

La Signora Clelia Sandri, Sindaco di S. Michele all’Adige, rispondendo ad una mia lettera sull’insufficiente richiamo che il Museo degli Usi e Costumi e in genere il territorio che lo circonda esercita, elenca in tono un po’ piccato quanto di meritorio il suo Comune ha realizzato e promosso per l’abbellimento della borgata.

Le iniziative in parola sono ottime, e non mi sogno di criticarle. Il problema da me sollevato tuttavia rimane: come mai il Museo, pur bellissimo, rimane in complesso poco noto e poco frequentato? Come mai il territorio di S. Michele, pur non povero di motivi di interesse, non attrae maggiormente i turisti? Giustamente la Signora Sandri fa presenti i limiti delle possibili iniziative comunali e chiama in causa la Provincia.

A mio parere sarebbe necessaria un’azione collettiva e coordinata fra tutti gli interessati, privati e pubblici, promossa dalla Provincia. Del resto, non solo S. Michele, con la vicina Piana Rotaliana, non sono valorizzati nelle loro potenzialità turistiche. Penso a Isera, Villa Lagarina, Castellano, Pomarolo, Patone, e a tutta questa zona, che offre grandissime potenzialità e che ben potrebbe completare quanto offre Rovereto. Risultati di questo tipo non arrivano però dal cielo, ma pretendono studio, impegno pluriennale e soprattutto amore per il territorio.

Sarebbe necessaria una revisione del turismo trentino, che ormai mostra evidenti i suoi limiti e i suoi difetti.

In Trentino manca un turismo presente uniformemente sul territorio, come invece avviene in Alto Adige. Il movimento turistico si concentra prevalentemente sul Garda, su Campiglio e sulla Val di Fassa, dove evidenzia molte caratteristiche negative.

La “Busa” fra Arco e Riva è ormai completamente intasata da automobili, biciclette e cemento ed è in una situazione letteralmente pre-apoplettica. A Campiglio, al dolce suono di bilanci da favola, la Società Funivie, chiaramente onnipotente, sta finendo di distruggere le selve un tempo splendide e minaccia direttamente Serodoli. In Val di Fassa il quadro non è diverso: i bikers e i loro amici del motocross sono incoraggiati a spingersi ovunque, mentre i concerti in quota e altre simili manifestazioni distruggono il silenzio della montagna.

Tutto il turismo trentino è aggrappato ossessivamente allo sport di qualsiasi tipo: le associazioni sportive portano voti. Non per caso il crossodromo di Coredo è stato finanziato dalla Provincia.

Non mi sembra del resto di essere solo in queste critiche. Un intervento di Anna Scuttari appena pubblicato chiede per il Trentino un turismo di qualità, mentre Marcello Farina invoca il turismo del silenzio.

È oggi in corso al Castello del Buonconsiglio un convegno sul turismo montano dedicato al tema “Tesori della montagna”. L’argomento è ottimo e l’incontro dovrebbe servire a cambiare le cose. In caso contrario, si tratterà solo di un comodo alibi.

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