Menù
Home
QT
Questotrentino
Mensile di informazione e approfondimento
Utente
Cerca

Assalto al Virgolo

La verde collina di Bolzano diventerà l’ennesima Disneyland?

Il centro storico di Bolzano e la sua stazione sono sormontati da una collina (ancora) verde, che si chiama Virgolo/Virgl. Si sporge sul centro storico, in buona parte coperta di una vegetazione selvaggia, in cui si annidano specie animali anche rare, e in parte con dirupi rocciosi. Circa un secolo fa vi fu costruita una cremagliera, che partiva dal centro città, sostituita poi da una breve funivia. Negli  anni Settanta quest’ultima fu chiusa, lasciando che l’accesso ai due masi, al centro tennis e piscina, discoteca e albergo, sorto nel dopoguerra, avvenisse solo attraverso una stradina piuttosto ripida. In gran parte oggi tutto è rovinato, e il Wwf chiede che vengano abbattute le strutture fatiscenti e ripristinato il verde. D’altronde in più occasioni si era considerato inopportuno costruire in quell’area, poiché la collina è scarsa di acqua e la costruzione di una strada avrebbe portato troppi sbancamenti.

Il progetto di "ristrutturazione" della collina.
La vecchia cremagliera

Nei due masi si va per mangiare di sera o nei fine settimana piatti tradizionali, cucinati in un ambiente familiare. Si raggiunge agevolmente anche a piedi. Al Kohlerhof si va a chiacchierare, a bere Pfefferer, un vinello bianco che si trova quasi solo qui. Dopo pranzo si gioca a carte o si fa una passeggiata. Più sopra c’è il Wentland, con un prato dove i bambini di Bolzano di diverse generazioni hanno giocato a rincorrersi, mentre i genitori pranzavano sotto gli alberi.

Il Virgolo è un posto bello, un po’ misterioso, dove vanno anche le coppiette. Un paio di anni fa il comune ha costruito due strade di accesso, piuttosto larghe, chiamandole passeggiata. Qualcuno sospettò vedendo gli sbancamenti, che si trattasse della prima mossa di un assalto speculativo e fu smentito, a parole. Ma poco dopo, contrariamente alle dichiarazioni dei politici comunali, sono stati dati i permessi per costruire un paio di grandi condomini.

Alla fine degli anni Novanta, quando le giunte comunali di centro sinistra diedero il via libera alla speculazione nella città (la famosa "densificazione"), i politici comunali rassicurarono gli abitanti che in cambio del massacro del tessuto urbano in fondovalle, le pendici intorno alla conca bolzanina sarebbero rimaste verdi, come d’altronde previsto nell’ultimo piano urbanistico, ormai scaduto da un pezzo. L’architetto Vittorini aveva disegnato una città circondata da una fascia di verde che proseguiva nelle pendici.

Dal dopoguerra, quando la città ha cominciato a crescere al di fuori dei piani urbanistici e soprattutto in quelle fasi in cui la speculazione ha dettato legge, sono state numerose le proposte di cementificare il Virgolo. Casette per gli sportivi, abitazioni per gli universitari, centri sociali, abitazioni di lusso…

Si è detto di tutto. Le proposte sono state sempre respinte per gli alti costi e per ragioni paesaggistiche e ambientali. Ora l’ultimo attacco viene dal gruppo Thun, quello degli angioletti di ceramica, che ai piedi del Virgolo ha iniziato la sua ascesa. Per coronare il successo, ha proposto con una certa prepotenza e senza tralasciare il ricatto (se non ci date il Virgolo, ce ne andiamo via da Bolzano), di costruire nientemeno che il proprio quartier generale, composto fra l’altro di un albergo, un atelier, e perfino uno zoo, proprio sulla collina verde.

I protezionisti hanno fatto presente che per far posto a delle povere bestie prigioniere nelle gabbie, si distruggerebbe l’habitat di tanti animali liberi che vivono là, fra cui il raro gufo reale o l’allocco. Nel piano urbanistico la maggior parte del terreno, che appartiene a privati, salvo un ettaro e mezzo, è bosco. Il sindaco ha affermato che per costruire tutto quel po’ po’ di roba non serve neppure una modifica del piano.

Il progetto prevede che la collina sia coronata dalla statua di un’enorme angioletto, che diventerebbe il simbolo di questa città, trasformata in una Disneyland, perpetuando a tutto l’anno il mercatino di Natale, con i relativi ingorghi di automobili e pullman. Ci si aspetta infatti un numero di 500.000 visitatori che dovrebbero (as)salire in una nuova funivia. Come ha osservato il presidente dell’associazione protezionistica Heimatpflegeverband, certamente non riuscirebbero a salire in funivia, e quindi la strada verrebbe allargata e mantenuta aperta, sconvolgendo completamente una zona naturale e dagli equilibri delicati.

La passeggiata del Virgolo

Il progetto piace molto al presidente della giunta provinciale (che in quanto a buon gusto, si sa, lascia parecchio a desiderare), il quale prevede costi superiori ai 100 milioni di euro.

La minaccia di Durnwalder al comune che nicchia, a parte il sindaco cui la festa piace sempre e a parte coloro cui piace che si costruisca comunque e dovunque, è di rendere zona di interesse provinciale tutta la collina. Con un doppio risultato: che ci si potrebbe fare ciò che piace a lui, magari uno zoo "di interesse pubblico", e che questo permetterebbe che a pagare sia Pantalone. Infatti con la scusa dell’interesse pubblico, il comune dovrà accollarsi tutto il costo per l’infrastruttura di trasporto. "Si tratta qui di un tipico progetto di partnership fra pubblico e privato" ha avuto il coraggio di dichiarare Durnwalder.

Alla sudtirolese: i cittadini ci rimettono il verde, vedono aumentare la temperatura estiva della città – meno verde significa più caldo e polvere – e pagano. Come le terme di Merano, dove con un fiume di denaro pubblico si è costruito addirittura un albergo, che ora, a distanza di un paio d’anni dall’inaugurazione, si vuole trasformare in un residence privato. Il giochetto dei politici infedeli all’interesse del bene comune è di far apparire l’operazione svendita come un’iniziativa tesa a valorizzare l’area e a renderla una zona di svago per i bolzanini. Questi ultimi, ormai abituati al cemento e alla puzza, salirebbero sulla collina cementificata per "divertirsi" la domenica pomeriggio, mescolandosi ai cinquecentomila turisti. Una vera Erholungszone, che significa, pensate un po’, zona di ricreazione.

Chissà se mai accadrà che i nostri imprenditori, superata la fase del rapido arricchimento, della delocalizzazione (la Thun produce prevalentemente in Cina), si trasformino finalmente in cittadini amanti della propria terra e smettano di compoprtarsi da insaziabili predatori del territorio. E chissà se accadrà mai che i politici eletti tutelino gli interessi della cittadinanza, invece di quelli dei predatori!