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Scuola: troppi soldi ai dirigenti

57 insegnanti

Gli insegnanti dell’Istituto Comprensivo Rovereto Est, riunitisi il 23 gennaio 2006 presso la scuola media "Damiano Chiesa" per discutere ed approvare il contratto integrativo d’Istituto sottoscritto dalle rappresentanze sindacali della scuola e dal dirigente, a conclusione dell’iter burocratico che accompagna l’utilizzo e la ripartizione del fondo d’Istituto (fondo, tra l’altro, spesso inadeguato a finanziare tutte le iniziative destinate a potenziare l’offerta formativa), non possono non rilevare come l’assessore all’Istruzione Salvaterra, così pronto nell’invitare alla partecipazione e così sensibile sul piano delle problematiche sociali, non abbia esitato a concedere ai dirigenti scolastici un consistente (e scandaloso) aumento di stipendio del 31,8% a partire dal 1° gennaio 2005 (arretrati inclusi). Solo le voci isolate dei sindacati confederali della scuola, ed in particolare del segretario della Flc Cgil Flavio Ceol, si sono levate, nelle scorse settimane, a denunciare come inopportuna questa decisione per ragioni sia di metodo che di merito e a minacciare future, quanto improponibili (diciamo noi) rincorse da parte di tutto il comparto.

Che in questi anni il rapporto con la scuola da parte dell’assessorato all’Istruzione abbia privilegiato la dirigenza e che i dirigenti si siano dimostrati in molti casi (si veda l’adesione al Protocollo Pat-Miur) dei fedeli esecutori delle scelte della Giunta provinciale, è di tutta evidenza.

La scuola sta vivendo un passaggio delicato, come conferma anche il dibattito intorno alla legge Salvaterra. Tra le tante critiche, basti citare quella relativa all’art. 35 del Disegno di Legge "Sistema educativo di Istruzione e Formazione della provincia di Trento" espressa dalla Uil-Scuola: il Consiglio delle autonomie scolastiche formato dai Dirigenti scolastici e dal dirigente del Dipartimento provinciale competente finirebbe per essere un organo subordinato alla Giunta Provinciale e configurerebbe "una camera corporativa funzionale al potere centrale".

L’aumento concesso ai dirigenti è un segnale preoccupante. Sarebbe lungo dar conto in questa sede delle disfunzioni e delle diseconomie che l’accorpamento delle scuole e la trasformazione di presidi e direttori didattici in manager hanno comportato. Quel che ci importa ribadire qui è che la questione morale, oggi al centro dell’attenzione dell’opinione pubblica trentina, non attiene soltanto al malaffare delle tangenti, ai rapporti non trasparenti tra economia e politica, alla confusione tra pubblico e privato, ma è legata anche alle dinamiche e alla scelte di una società in cui alla precarizzazione di molti si accompagnano, in una visione corporativa, i privilegi di pochi.

Documento approvato all’unanimità dai 57 insegnanti presenti all’assemblea sindacale