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Schizofrenia legislativa

Cosa depenalizzare e cosa no. Un progetto che lascia perplessi.

Il progetto di riforma dell’ordinamento penale (commissione Nordio) recentemente pubblicato dal ministro Castelli si propone una drastica riduzione dei reati nell’intento di snellire il codice penale. Esso si occupa infatti soltanto della parte speciale, nella speranza di diminuire il carico degli uffici giudiziari.

Carlo Nordio, presidente della Commissione per la riforma del Codice penale.

E’ opportuna qualche riflessione. Per quanto riguarda la ristrutturazione di alcuni reati contro lo Stato (dall’attentato contro l’integrità dello Stato fino al vilipendio della bandiera), è fonte di grave perplessità ridimensionare reati come quelli previsti dall’articolo 241 (contro l’integrità, l’indipendenza e l’unità dello Stato) e dall’articolo 283 (contro la costituzione dello Stato) collegandoli esclusivamente al compimento di "atti violenti": l’esperienza ha dimostrato che si può attentare alla Costituzione con comportamenti illegali non necessariamente collegati con la violenza in senso tecnico. E’ necessaria quindi la massima prudenza da parte del Parlamento, quando le nuove norme verranno in discussione.

Roberto Castelli (Lega), ministro della Giustizia.

Positivo è invece il giudizio sul progetto di trasformare in illeciti amministrativi alcune contravvenzioni previste dal codice penale: pubblicazione di notizie false, esagerate o tendenziose atte a turbare l’ordine pubblico; l’ingresso abusivo in luoghi militari; l’inosservanza dei provvedimenti dell’autorità; il rifiuto di indicazioni sull’identità personale, e numerose altre. E’ discutibile invece l’abrogazione di reati come il rifiuto di prestare la propria opera in occasione di tumulto o pubblico infortunio; di formazione di corpi armati non diretti a commettere reati e di radunata sediziosa.

La nostra democrazia è insidiata da minoranze esigue ma non meno pericolose e la difesa deve essere credibile. La presenza di reati non insignificanti deve indurre a una più severa valutazione.

Ciò vale anche per le norme che riguardano la salute
delle persone e l’ambiente. Sarebbe un errore depenalizzare per esempio l’immissione in commercio di specialità medicinali con violazione dell’obbligo di evidenziare reazioni avverse; e così vale per il grave e continuato superamento dei limiti di esposizione di lavoratori e altri soggetti alle radiazioni ionizzanti. Del tutto inaccettabile appare, ancora, la depenalizzazione per la produzione abusiva di specialità medicinali, ora punita con l’arresto da sei mesi ad un anno, ovvero le violazioni concernenti la produzione, l’importazione, l’esportazione e il commercio di sostanze pericolose per la fascia dell’ozono nell’atmosfera.

Occorre all’evidenza un ripensamento.

Inoltre bisogna essere coerenti. E’ in chiara rotta di collisione con il progetto una recentissima proposta di legge di introdurre il reato di esercizio reiterato della prostituzione in luogo pubblico o aperto al pubblico, punibile con "l’arresto da venti giorni a tre mesi e l’ammenda da 200 a 1000 curo". Appare evidente la contraddizione: da un lato si snellisce e dall’altro si appesantisce con scelte schizofreniche.

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