Menù
Home
QT
Questotrentino
Mensile di informazione e approfondimento
Utente
Cerca
QT n. 2, febbraio 2019 Servizi

Studenti alle urne

Si è votato per il rinnovo dei rappresentanti studenteschi negli organismi unversitari: l’esito del voto, i risultati conseguiti nella passata legislatura e gli obiettivi per il futuro

Elisa Zanoni

Le elezioni per il rinnovo della rappresentanza studentesca si sono svolte il 21 e 22 novembre scorso in tutti i dipartimenti dell’Università di Trento. Con un’affluenza media del 31,5%, molto al di sopra della media nazionale, sono state rinnovate le cariche per il Senato accademico (collabora con il Rettore nell’indirizzo, la programmazione e il coordinamento delle attività didattiche e di ricerca dell’Università), il Comitato paritetico (si occupa principalmente di sistema di contribuzione studentesca, politiche di valorizzazione del merito e diritto allo studio), la Commissione per lo sport, il Consiglio di amministrazione dell’Opera universitaria (che si occupa della gestione dei fondi dell’Opera universitaria in materia di borse studio, alloggi e mense dell’ateneo) e i rappresentanti dei vari consigli di dipartimento.

Queste elezioni si tengono ogni due anni e rimangono ancora oggi una parte fondamentale delle dinamiche di ateneo perché, come spiega Luca Bocchio Ramazio (rappresentante uscente del Consiglio d’amministrazione dell’Opera, lista UDU-UNITiN), “è necessario garantire una spinta dal basso e sollevare le esigenze degli studenti; l’Università ha difficoltà ad immedesimarsi nei nostri bisogni e tramite la rappresentanza è possibile incidere sui piani a breve e lungo termine portando la visione degli studenti”.

Come nelle precedenti elezioni svoltesi nel 2016, la lista UDU-UNITiN ha ottenuto la maggioranza dei voti in ogni carica elettiva, nonostante quest’anno si siano presentate tre nuove liste: ALI (Associazione libere idee per Giurisprudenza ed Economia), AlternativaInAteneo (con liste separate nei vari dipartimenti) e FGC (Fronte della gioventù comunista per le cariche al Senato Accademico e nei dipartimenti di Lettere e filosofia e Sociologia e ricerca sociale).

La lista UDU-UNITiN, dopo alcuni successi ottenuti nel precedente mandato, come l’ampliamento degli orari di apertura di alcune aule studio nel Polo città e l’introduzione della soglia dei 23.000 euro di ISEE per gli studenti borsisti, ha portato quest’anno un programma sostanzialmente in linea con il precedente, che punta al potenziamento e al miglioramento dei servizi dell’Università, all’introduzione di facilitazioni per studenti lavoratori e all’ampliamento degli spazi studio e degli studentati.

Altra lista che ha ottenuto un discreto successo, in particolare nel dipartimento di Economia, è InAteneo, che ha incentrato la campagna elettorale sulla tutela del numero chiuso e sull’aumento degli investimenti in laboratori ed esperienze formative.

Quanto al Fronte della Gioventù Comunista, associazione dislocata su tutto il territorio nazionale come un vero e proprio movimento studentesco, ha ottenuto un solo seggio al dipartimento di Sociologia e ricerca sociale con una lista di chiara ispirazione comunista che propone di aumentare i posti nelle aule studio, abbattere il caro-libri e indirizzare i finanziamenti dell’Università verso gli studenti con le fasce di reddito più basse. In ultimo ALI, che si è candidata con politiche focalizzate sui bisogni specifici dei due dipartimenti.

Luca Ramazio, facendo un bilancio della sua legislatura, annovera tra i maggiori successi del Consiglio dell’Opera l’innalzamento dei soldi forniti agli studenti borsisti e l’ampliamento degli orari d’apertura delle aule studio, come le sale nel Centro Linguistico d’Ateneo in via Verdi e l’aula studio nel dipartimento di Economia.

Tra le maggiori contestazioni fatte all’amministrazione uscente c’è la decisione di rimuovere 400 alloggi universitari fra Trento e Rovereto, come ad esempio gli appartamenti (non di proprietà universitaria) a Roncafort. Luca spiega però che l’eliminazione di questi alloggi, molti dei quali disabitati perché lontani dai poli universitari, mal serviti dai mezzi di trasporto pubblici e non convenienti perché presi in affitto dall’Opera a prezzi troppo alti, sono il risultato di una permuta conclusa con l’ITEA in cambio dell’edificio “La Nave” in via San Pio X, dove verrà costruito un nuovo studentato di proprietà dell’ateneo.

Anche Veronica Cipriani (lista UDU-UNITIN), appena eletta per il Consiglio d’amministrazione dell’Opera, spiega che l’Ateneo e in particolare l’Opera universitaria hanno in agenda diversi progetti a breve e lungo termine per ampliare e migliorare le strutture dell’Università. Tra i progetti più estemporanei c’è l’ampliamento degli orari di apertura delle aule studio, soprattutto nei weekend. La questione, infatti, rimane uno dei problemi più impellenti, con circa 1.800 posti disponibili a fronte di oltre 10.000 studenti. Il Consiglio dell’Opera, nei prossimi due anni, dovrà sicuramente adoperarsi per trovare nuovi spazi studio, come ad esempio il 4°piano della Biblioteca Universitaria Centrale, attualmente non disponibile.

Anche per quanto riguarda gli alloggi, rimane in sospeso la questione dell’ex CTE in via Briamasco, progetto che avrebbe dovuto portare un nuovo studentato con la mensa del Polo città alla fine del 2018, ma che per la mancata mobilitazione del Comune è stato spostato al 2021. “La priorità nella nostra agenda sarà quella di capire e risolvere i ritardi riguardo al progetto dell’ex CTE: abbiamo già parlato con l’assessore Bisesti e siamo pienamente disponibili a collaborare con il Comune per trovare una soluzione il prima possibile”. Il problema principale sollevato nella scorsa legislatura, spiega Veronica, è che il Comune non ha ancora deciso dove spostare Trento Fiere e questo ha causato una dilazione dei tempi del progetto.

Nonostante i numerosi obiettivi ottenuti negli anni dalla lista UDU-UNITIN, che domina il panorama fin delle elezioni studentesche dal 2012, non sono mancate alcune critiche, incarnate in particolare dalla lista del Fronte della Gioventù Comunista.

Carlo Maria Dimitri, eletto nel Consiglio del dipartimento di Sociologia, sostiene infatti che le precedenti amministrazioni hanno portato unicamente interventi estemporanei senza investire in progetti strutturali a lungo termine, riferendosi in particolare alla continua mancanza di spazi per studiare e agli standard troppo alti richiesti agli studenti lavoratori per poter frequentare i corsi o richiedere le borse studio. La sua lista si pone l’obiettivo di dare nuova linfa vitale al movimento studentesco e di aumentare le agevolazioni per le fasce più soggette all’abbandono degli studi: gli studenti lavoratori e chi si trova nella fascia di reddito medio-bassa. Nonostante la connotazione ideologica, comunque, rimane la volontà di collaborare con le altre liste per incanalare le domande degli studenti e rispondere ai bisogni di tutto l’ateneo.

A poche settimane dalle elezioni, dopo i primi segni di crisi con la presentazione a Giurisprudenza in liste separate, UDU e UNITIN hanno annunciato la rottura della storica coalizione per “divergenze e cambiamento delle dinamiche interne” come spiega Veronica Cipriani e come titolano i post su Facebook delle due associazioni. Entrambe assicurano però che nulla cambierà nell’obiettivo posto durante le elezioni: rispondere sempre ai bisogni degli studenti. Saranno gli obiettivi conseguiti nel mandato attuale e i risultati delle prossime elezioni a decidere se la scelta di dividersi avrà danneggiato o favorito la rappresentanza d’Ateneo.