Menù
Home
QT
Questotrentino
Mensile di informazione e approfondimento
Utente
Cerca

Incidenti sugli sci: che fare?

Solo sul 70% degli impianti sciistici trentini, durante la corrente stagione, sono stati rilevati 4.300 infortuni

Francesco Borzaga

Un vero e proprio bollettino di guerra ci arriva da Safe, sistema sviluppato da Motorlab, a sua volta spin off della Fondazione Kessler. La denominazione appare alquanto oscura, almeno per chi giunge, come chi scrive, dal secolo scorso. Tuttavia i risultati della ricerca svolta da questo organismo sono molto chiari: solo sul 70% degli impianti sciistici trentini, durante la corrente stagione, sono stati rilevati 4.300 infortuni. Solo domenica 3 marzo i soccorsi sono stati più di 50, di cui due per casi gravi. Ricordo che ci sono stati incidenti con conseguenze mortali.

Per il direttore generale delle Funivie Madonna di Campiglio, Francesco Boschi, il sistema per affrontare le emergenze è quanto mai semplice e chiaro: è indispensabile allargare le piste, pur già oggi spropositatamente larghe; sta infatti aumentando, almeno là, il numero degli sciatori. A tale scopo sono in corso colloqui con il nuovo esecutivo provinciale, in vista di un ampliamento del “demanio sciabile” del 10% circa, equivalente a 12-15 chilometri di pista in più.

Tale rimedio mi sembra assai discutibile: non si rischia in questo modo di moltiplicare il numero delle disgrazie? In realtà l’obiettivo delle insaziabili Funivie di Madonna di Campiglio, vero e proprio mulino da soldi posto al centro del prezioso parco naturale Brenta-Adamello, è solo mettere le mani quanto prima possibile su Serodoli.

Alle Funivie di Campiglio nulla importa del parco naturale, così come nulla importa dell’ambiente, della natura, del paesaggio. Ricordo ancora con un vivo senso di indignazione gli enormi squarci aperti nelle già splendide foreste di Campiglio. Non mi pare proprio il caso di permettere ampliamenti.

Ripartendo dal nostro bollettino di guerra, mi sembra opportuna una riflessione di segno diverso: credo ci sia un rapporto preciso fra l’attuale assetto dato alle piste e il numero crescente di incidenti anche gravi. Diversamente da quanto accadeva un tempo, oggi si offrono agli sciatori piste larghissime e oltremodo lisce, dove ogni piccolo ostacolo e minimo avvallamento è accuratamente tolto di mezzo. Questo dà allo sciatore un ingannevole senso di sicurezza, invitandolo alla velocità.

Inoltre, in tempi di cambiamento climatico e in mancanza di vera neve, si ricorre sempre più spesso all’innevamento artificiale, e in tal modo la copertura si trasforma in ghiaccio, favorendo le cadute. Si moltiplicano le “piste nere”, che inevitabilmente attirano anche sportivi non all’altezza. Infine, una martellante pubblicità presenta la montagna come una palestra di ardimento e non come un luogo di contatto con la natura, gonfiando in tal modo il numero degli sciatori, invitati alle più strabilianti prodezze.

In conclusione, una domanda: le società funiviarie partecipano alle spese di soccorso e di cura?

Commenti (0)

Nessun commento.

Scrivi un commento

L'indirizzo e-mail non sarà pubblicato. Gli utenti registrati non devono inserire altre verifiche e possono modificare il proprio commento dopo averlo inserito.

Riporta il codice di 5 lettere minuscole scritto nell'immagine. Puoi generare un nuovo codice cliccando qui .

Attenzione: Questotrentino si riserva la facoltà di cancellare commenti inopportuni.